The thesis originates from the curiosity of understanding the human search of “a different point of view”. The research starts, for this reason, from analyzing the widest vision men can obtain: the panoramic one. The birth of the word "panorama" is recent, and was coined and patented in 1797 by Robert Barker, who used it to refer to a particular landscape painting that reproduced a 360° view. As Stephan Oetterman observed, "panorama" rapidly assumed the meaning of a pattern for organizing visual experience, and was soon linked to the concept of landscape too. Discovering the potentialities of a small plot below the panoramic terrace of S.Michele church in Pigazzano, a little town located on a hill overlooking the entire Trebbia valley (Piacenza), originates the idea of designing a garden in which the walker’s perspective is central. Simultaneity of vision and sequences of points of view, are some of the spatial devices used to create a narrative climax. The garden, with its green and architectural elements, is conceived as a sort of optical instrument, which multiplies and enhances the visitors’ possibility to have different views of the landscape. The design always refers to the surroundings, in strict relationship with the shapes and the features of the rural hill landscape, which become design tools. Inspired by the works of Pietro Porcinai, the project sets up various spatial arrangement: rows of trees, tree groups and solitary trees; a meadow with a row of trees interchange with dense woods, an orchard, formations and bushes, that reiterate the form of the surrounding landscape. The topography repeatedly provides vistas of the various zones and the panorama. The observer’s point of view varies, and will be open, framed or conducted, both from inside and outside the area. A garden which uses native plants and pioneer, that does not require high maintenance, and promotes the recovery of some species aiming to a recreate a wilderness habitat.

La tesi nasce dalla curiosità di comprendere la ricerca dell’uomo di “un altro punto di vista”. La studio parte, per questo motivo, dall’analisi della più ampia visione umana: quella panoramica. La nascita della parola "panorama" è relativamente recente; fu coniata e registrata da Robert Barker nel 1797 per indicare una particolare forma di pittura paesaggistica che riproduceva visioni a 360°. Come osserva Stephan Oetterman, "panorama" assume rapidamente il significato di pattern per organizzare l’esperienza visiva, e si lega presto al campo semantico del paesaggio. Scoprendo le potenzialità di un piccolo appezzamento ai piedi della terrazza panoramica della chiesa di S.Michele a Pigazzano, collocata in cima ad una collina e in posizione dominante sulla Val Trebbia (Piacenza), nasce l’idea di creare un giardino in cui la prospettiva del fruitore sia centrale nello sviluppo del progetto. La simultaneità della visione e le sequenze dei punti di vista, sono solo alcuni dei dispositive spaziali utilizzati per creare un climax narrativo. Il giardino, con i suoi elementi verdi e architettonici, è concepito come uno strumento ottico, che moltiplica e potenzia la possibilità dei visitatori di avere differenti visioni sul paesaggio. Il progetto si riferisce sempre al contesto, in continuo rapporto con le forme del paesaggio agricolo collinare, che diventano strumenti di progetto. Ispirato dalle opere di Pietro Porcinai, il progetto propone varie configurazioni: filari, gruppi o solitaires. Un prato con un filare di alberi lascia si contrappone ad un denso bosco, un frutteto, formazioni e cespugli, che reiterano le forme del paesaggio circostante. La topografia offre viste delle varie zone e del panorama. Il punto di vista dell’osservatore varia, a sarà aperto, condotto o incorniciato, sia all’interno dell’area che all’esterno. E’ un giardino che utilizza piante autoctone e pioniere, che non richiede di manutenzione, e che promuove la ripopolazione di specie protette, aspirando a ricreare un habitat spontaneo.

Beyond the garden. A landscape project of views and distances in Pigazzano, Val Trebbia

GIANNINI, FRANCESCA
2012/2013

Abstract

The thesis originates from the curiosity of understanding the human search of “a different point of view”. The research starts, for this reason, from analyzing the widest vision men can obtain: the panoramic one. The birth of the word "panorama" is recent, and was coined and patented in 1797 by Robert Barker, who used it to refer to a particular landscape painting that reproduced a 360° view. As Stephan Oetterman observed, "panorama" rapidly assumed the meaning of a pattern for organizing visual experience, and was soon linked to the concept of landscape too. Discovering the potentialities of a small plot below the panoramic terrace of S.Michele church in Pigazzano, a little town located on a hill overlooking the entire Trebbia valley (Piacenza), originates the idea of designing a garden in which the walker’s perspective is central. Simultaneity of vision and sequences of points of view, are some of the spatial devices used to create a narrative climax. The garden, with its green and architectural elements, is conceived as a sort of optical instrument, which multiplies and enhances the visitors’ possibility to have different views of the landscape. The design always refers to the surroundings, in strict relationship with the shapes and the features of the rural hill landscape, which become design tools. Inspired by the works of Pietro Porcinai, the project sets up various spatial arrangement: rows of trees, tree groups and solitary trees; a meadow with a row of trees interchange with dense woods, an orchard, formations and bushes, that reiterate the form of the surrounding landscape. The topography repeatedly provides vistas of the various zones and the panorama. The observer’s point of view varies, and will be open, framed or conducted, both from inside and outside the area. A garden which uses native plants and pioneer, that does not require high maintenance, and promotes the recovery of some species aiming to a recreate a wilderness habitat.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
La tesi nasce dalla curiosità di comprendere la ricerca dell’uomo di “un altro punto di vista”. La studio parte, per questo motivo, dall’analisi della più ampia visione umana: quella panoramica. La nascita della parola "panorama" è relativamente recente; fu coniata e registrata da Robert Barker nel 1797 per indicare una particolare forma di pittura paesaggistica che riproduceva visioni a 360°. Come osserva Stephan Oetterman, "panorama" assume rapidamente il significato di pattern per organizzare l’esperienza visiva, e si lega presto al campo semantico del paesaggio. Scoprendo le potenzialità di un piccolo appezzamento ai piedi della terrazza panoramica della chiesa di S.Michele a Pigazzano, collocata in cima ad una collina e in posizione dominante sulla Val Trebbia (Piacenza), nasce l’idea di creare un giardino in cui la prospettiva del fruitore sia centrale nello sviluppo del progetto. La simultaneità della visione e le sequenze dei punti di vista, sono solo alcuni dei dispositive spaziali utilizzati per creare un climax narrativo. Il giardino, con i suoi elementi verdi e architettonici, è concepito come uno strumento ottico, che moltiplica e potenzia la possibilità dei visitatori di avere differenti visioni sul paesaggio. Il progetto si riferisce sempre al contesto, in continuo rapporto con le forme del paesaggio agricolo collinare, che diventano strumenti di progetto. Ispirato dalle opere di Pietro Porcinai, il progetto propone varie configurazioni: filari, gruppi o solitaires. Un prato con un filare di alberi lascia si contrappone ad un denso bosco, un frutteto, formazioni e cespugli, che reiterano le forme del paesaggio circostante. La topografia offre viste delle varie zone e del panorama. Il punto di vista dell’osservatore varia, a sarà aperto, condotto o incorniciato, sia all’interno dell’area che all’esterno. E’ un giardino che utilizza piante autoctone e pioniere, che non richiede di manutenzione, e che promuove la ripopolazione di specie protette, aspirando a ricreare un habitat spontaneo.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/90761