Linee d'ombra. Architetture sul mare

Architetture sul mare. Architetture pensate per il vento il sole e l'acqua. Architetture nude, in calcestruzzo a vista e legno naturale, composte da elementi semplici e chiari, votati all'essenzialità. Architetture che guardino ai luoghi, e che si lascino suggestionare; che reinterpretino quelle suggestioni e le traducano in qualcosa di sempre più fisico. Architetture che diventino portatrici di quella che Walter Benjamin definì “percezione distratta”, capace di creare mondi, di emozionare e accompagnare l’uomo nel suo percorso di vita. Architetture finalizzate a diventare catalizzatori di nuove condizioni collettive, fonti di sviluppo e di relazioni per i luoghi in cui si insinuano e per chi, soprattutto, quei luoghi li vive ogni giorno. Architetture capaci di conoscere i territori e riconoscerne le problematiche a cui cercare di dare soluzione attraverso l’opera progettuale integrata nel paesaggio. <<In prima linea dunque un'apparenza che fa parte del cielo e perciò mutevole. Tra le regole che segnano il passaggio dall'arbitrio alla necessità deve essere considerato questo dato di fatto, l'appartenenza della costruzione all'aria, dominio delle leggi del sole e delle stagioni. >> (P. Valéry <<Essais quasi politiques>>. In P.V. Oeuvres,tome I, Gallimard, Parigi, 1957, pp.1094)