La crisi finanziaria ha messo in luce le carenze e le debolezze delle società finanziarie, nonché l’esigenza di nuove forme di capitale, quale il contingent capital, che consentano loro di raccogliere nuovi fondi e di poter contare su un meccanismo di conversione che possa alleggerire la loro esposizione in momenti di particolare stress. I titoli ibridi, ed in particolare i Contingent Convertible Bonds (CoCos), stanno diventando uno strumento sempre più accolto dalle istituzioni e il mercato dei Cocos è in progressiva crescita. In questo elaborato viene studiata la struttura ottima di capitale di una società che emette un nuovo tipo di CoCo: il Capital Access Bond, un titolo di debito che si converte in equity sotto certe condizioni. Viene presentato un modello a due periodi con bancarotta endogena per una società che possiede equity, straight debt e contingent capital. L’analisi dello strumento riguarda due diverse regole di conversione: una barriera scelta in maniera ottimale da parte dell’emittente e una barriera esogena, ottenuta fissando il livello del leverage ratio desiderato. Si mostra come la presenza di contingent capital nella struttura della società riduca lo spread dello straight debt e i costi di bancarotta, sebbene lo spread di questi titoli sia comunque elevato. Inoltre, nel caso della barriera esogena, se l’obiettivo di policy del regolatore è quello di ridurre i costi attesi di bancarotta, il coupon del contingent capital e il leverage trigger dovranno essere sufficientemente alti (banca ben capitalizzata al momento della conversione). Si è svolto un confronto con altri titoli convertibili con lo scopo di mostrare i vantaggi legati all’emissione dei CABs sia per la società emittente, sia per gli investitori e i regolatori. Si è da ultimo cercato il valore ottimo del write-down a cui andrebbero incontro i titolari di CABs: il risultato porta ad una conversione ottimale sotto la pari.
Capital access bonds
AROSIO, FRANCESCA
2012/2013
Abstract
La crisi finanziaria ha messo in luce le carenze e le debolezze delle società finanziarie, nonché l’esigenza di nuove forme di capitale, quale il contingent capital, che consentano loro di raccogliere nuovi fondi e di poter contare su un meccanismo di conversione che possa alleggerire la loro esposizione in momenti di particolare stress. I titoli ibridi, ed in particolare i Contingent Convertible Bonds (CoCos), stanno diventando uno strumento sempre più accolto dalle istituzioni e il mercato dei Cocos è in progressiva crescita. In questo elaborato viene studiata la struttura ottima di capitale di una società che emette un nuovo tipo di CoCo: il Capital Access Bond, un titolo di debito che si converte in equity sotto certe condizioni. Viene presentato un modello a due periodi con bancarotta endogena per una società che possiede equity, straight debt e contingent capital. L’analisi dello strumento riguarda due diverse regole di conversione: una barriera scelta in maniera ottimale da parte dell’emittente e una barriera esogena, ottenuta fissando il livello del leverage ratio desiderato. Si mostra come la presenza di contingent capital nella struttura della società riduca lo spread dello straight debt e i costi di bancarotta, sebbene lo spread di questi titoli sia comunque elevato. Inoltre, nel caso della barriera esogena, se l’obiettivo di policy del regolatore è quello di ridurre i costi attesi di bancarotta, il coupon del contingent capital e il leverage trigger dovranno essere sufficientemente alti (banca ben capitalizzata al momento della conversione). Si è svolto un confronto con altri titoli convertibili con lo scopo di mostrare i vantaggi legati all’emissione dei CABs sia per la società emittente, sia per gli investitori e i regolatori. Si è da ultimo cercato il valore ottimo del write-down a cui andrebbero incontro i titolari di CABs: il risultato porta ad una conversione ottimale sotto la pari.File | Dimensione | Formato | |
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