L’obiettivo principale di questo progetto è rendere di dominio pubblico argomenti che, per motivi culturali, religiosi e/o sociali, sono stati eliminati dalla nostra vita quotidiana ed implicitamente esclusi dai comuni dialoghi. Alla base della ricerca sta una personale curiosità nel voler capire perché le persone, in situazioni specifiche, si comportino seguendo particolari modalità, secondo definiti pattern comportamentali. Analizzando attentamente i comportamenti delle persone in diversi contesti ho capito che esistono tantissimi elementi e fattori che ne determinano la differenza. Dopo una prima fase di analisi, la mia curiosità è andata oltre: Un oggetto di design che al di là del suo ruolo classico di essere oggetto stimoli, sensibilizzi, solleciti da un punto di vista comportamentale l’utente e tutto l’intorno. E così mi sono venuti in mente i tabù, le proibizioni, fattori che in maggior parte dei casi non nascondono una reale giustificazione o un motivo preciso per esistere, ma debbano essere rispettati comunque. Essi entrano nella credenze e nelle abitudini di un individuo, di una famiglia, di una società, ma anche di un popolo e via via si stabilizzano e si diffondono tramandandosi e divenendo implicita legge - benché come anzi detto, in molto casi nessuno sappia perché esistano né da dove vengano! L'aspetto interessante è l’evoluzione sostanziale di questi “proibiti” nel tempo: dai tabù antichi a quelli moderni, dalla sacralità alla vergogna. I tabù sono sempre presenti, in e con noi, perché sono dentro di noi, ci accompagnano ovunque e respirano in noi diverse situazioni. In ambito domestico li troviamo presenti dalla cucina alla camera da letto (il cibo; il sesso), dal soggiorno al bagno (la morte; la defecazione). Pertanto l’esito del progetto dovrà essere un prodotto capace di “accompagnarci” in diversi momenti della vita, a prescindere dal luogo e dallo spazio. Tale “normalizzazione” viene svolta in ambito progettuale attraverso l’insinuarsi di una collezione di oggetti funzionali (5 Candelabri che rappresentano i 5 Tabù) in ambito domestico: sarà la loro muta presenza a creare una situazione di scomodità, dibattito e discussione degli scenari basati sui temi rappresentati.
Tabù, autoproduzione, quotidianità. Un set di candelieri per esplorare il rapporto tra oggetto e cultura del proibito
FARDI, NIMA
2012/2013
Abstract
L’obiettivo principale di questo progetto è rendere di dominio pubblico argomenti che, per motivi culturali, religiosi e/o sociali, sono stati eliminati dalla nostra vita quotidiana ed implicitamente esclusi dai comuni dialoghi. Alla base della ricerca sta una personale curiosità nel voler capire perché le persone, in situazioni specifiche, si comportino seguendo particolari modalità, secondo definiti pattern comportamentali. Analizzando attentamente i comportamenti delle persone in diversi contesti ho capito che esistono tantissimi elementi e fattori che ne determinano la differenza. Dopo una prima fase di analisi, la mia curiosità è andata oltre: Un oggetto di design che al di là del suo ruolo classico di essere oggetto stimoli, sensibilizzi, solleciti da un punto di vista comportamentale l’utente e tutto l’intorno. E così mi sono venuti in mente i tabù, le proibizioni, fattori che in maggior parte dei casi non nascondono una reale giustificazione o un motivo preciso per esistere, ma debbano essere rispettati comunque. Essi entrano nella credenze e nelle abitudini di un individuo, di una famiglia, di una società, ma anche di un popolo e via via si stabilizzano e si diffondono tramandandosi e divenendo implicita legge - benché come anzi detto, in molto casi nessuno sappia perché esistano né da dove vengano! L'aspetto interessante è l’evoluzione sostanziale di questi “proibiti” nel tempo: dai tabù antichi a quelli moderni, dalla sacralità alla vergogna. I tabù sono sempre presenti, in e con noi, perché sono dentro di noi, ci accompagnano ovunque e respirano in noi diverse situazioni. In ambito domestico li troviamo presenti dalla cucina alla camera da letto (il cibo; il sesso), dal soggiorno al bagno (la morte; la defecazione). Pertanto l’esito del progetto dovrà essere un prodotto capace di “accompagnarci” in diversi momenti della vita, a prescindere dal luogo e dallo spazio. Tale “normalizzazione” viene svolta in ambito progettuale attraverso l’insinuarsi di una collezione di oggetti funzionali (5 Candelabri che rappresentano i 5 Tabù) in ambito domestico: sarà la loro muta presenza a creare una situazione di scomodità, dibattito e discussione degli scenari basati sui temi rappresentati.File | Dimensione | Formato | |
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