Questa tesi parte dallo studio di un materiale complesso come la porcellana e arriva alla progettazione e produzione di una linea di illuminazione da tavolo. L’intento è quello di esaminare il materiale e i suoi componenti, e modificare gli impasti per favorirne la translucidità, per poter sfruttare al meglio questa caratteristica nella progettazione di un paralume che crei giochi di ombre inaspettati. La relazione si può dividere in due parti: una prima parte di ricerca analizza la composizione e la lavorazione delle ceramiche e la loro storia, una seconda invece espone il progetto e le sperimentazioni sui materiali che ad esso hanno portato. Il processo di elaborazione del progetto è partito quindi dallo studio del materiale stesso e del suo manifestarsi nella nostra cultura fino ai giorni nostri; da questa ricerca sono stati estrapolati dei principi che hanno guidato l’ideazione del concept: si vuole dare nuova luce ad un materiale antico sfruttandone le caratteristiche peculiari in modo alternativo, e secondo tecniche di lavorazione sviluppate nel corso del progetto. Il fulcro del modello è costituito da un paralume in porcellana, la cui composizione è frutto delle sperimentazioni sugli impasti. Grazie ad una tecnica elaborata parallelamente, la translucidità della pasta è sfruttata per formare un decoro interno alle pareti del diffusore, invisibile a luce spenta ma chiaro e delicato se illuminato, in una rielaborazione del principio della litofania. La forma infine deriva dallo studio degli stili secondo cui nei secoli il materiale si è manifestato. Il secondo elemento è il portalampada, anch’esso in porcellana, contrapposto al paralume e sede delle sorgenti luminose. Questo componente, così come la base in COR-TEN, presenta una forma semplice e lineare, per idealmente bilanciare i richiami barocchi del pezzo antistante. L’effetto finale è un pregiato complemento d’arredo, in cui un elemento dai chiari riferimenti alla tradizione si oppone ad una struttura minimale, creando un senso di meraviglia nato proprio dalla decontestualizzarsi dei canoni classici e dalla rivelazione, con la luce, di un decoro nascosto.

Passaluce. Passa, tempo. Linea di illuminazione d'ambiente in porcellana

FRIGO, CHIARA
2012/2013

Abstract

Questa tesi parte dallo studio di un materiale complesso come la porcellana e arriva alla progettazione e produzione di una linea di illuminazione da tavolo. L’intento è quello di esaminare il materiale e i suoi componenti, e modificare gli impasti per favorirne la translucidità, per poter sfruttare al meglio questa caratteristica nella progettazione di un paralume che crei giochi di ombre inaspettati. La relazione si può dividere in due parti: una prima parte di ricerca analizza la composizione e la lavorazione delle ceramiche e la loro storia, una seconda invece espone il progetto e le sperimentazioni sui materiali che ad esso hanno portato. Il processo di elaborazione del progetto è partito quindi dallo studio del materiale stesso e del suo manifestarsi nella nostra cultura fino ai giorni nostri; da questa ricerca sono stati estrapolati dei principi che hanno guidato l’ideazione del concept: si vuole dare nuova luce ad un materiale antico sfruttandone le caratteristiche peculiari in modo alternativo, e secondo tecniche di lavorazione sviluppate nel corso del progetto. Il fulcro del modello è costituito da un paralume in porcellana, la cui composizione è frutto delle sperimentazioni sugli impasti. Grazie ad una tecnica elaborata parallelamente, la translucidità della pasta è sfruttata per formare un decoro interno alle pareti del diffusore, invisibile a luce spenta ma chiaro e delicato se illuminato, in una rielaborazione del principio della litofania. La forma infine deriva dallo studio degli stili secondo cui nei secoli il materiale si è manifestato. Il secondo elemento è il portalampada, anch’esso in porcellana, contrapposto al paralume e sede delle sorgenti luminose. Questo componente, così come la base in COR-TEN, presenta una forma semplice e lineare, per idealmente bilanciare i richiami barocchi del pezzo antistante. L’effetto finale è un pregiato complemento d’arredo, in cui un elemento dai chiari riferimenti alla tradizione si oppone ad una struttura minimale, creando un senso di meraviglia nato proprio dalla decontestualizzarsi dei canoni classici e dalla rivelazione, con la luce, di un decoro nascosto.
ARC III - Scuola del Design
29-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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