Se pensiamo alla fotografia, ci vengono subito in mente i rullini da 24 o 36 che si compravano dai negozi di fotografia e che nello stesso negozio portavamo qualche tempo dopo a sviluppare per ottenere le stampe dei momenti che avevamo scelto di immortalare. Fino a quel momento non avremmo mai saputo come fosse venuta la nostra foto. E guai a far prendere luce al rullino quando era all’interno della macchina, avremmo rovinato o perso lo scatto. Questo discorso è valido però solo per i nati fino agli anni ’80. Coloro che almeno una volta nella vita hanno scattato una fotografia con un dispositivo analogico e hanno provato l’esperienza di montare e rimuovere un rullino. Chi invece è nato negli anni successivi, ha preso familiarità con il mondo della fotografia esclusivamente attraverso strumenti digitali. Probabilmente non ha mai visto o toccato un rullino, ma ha già scattato una quantità spropositata di fotografie. Ognuno di loro possiede uno smartphone che gli permette di scattare e memorizzare migliaia di fotografie senza il minimo sforzo. Se negli anni di rullino e negativi ci avessero detto che presto il nostro telefono (che per molti era ancora soltanto quello fisso di casa) avrebbe catturato immagini, forse non ci avremmo creduto. Ora invece ci sembra strano vedere un telefono che non possieda questa caratteristica. Ormai gli strumenti con cui si scattano più fotografie sono gli stessi che ci permettono di telefonare. Questo dato innegabile non ci consente di ignorare la rivoluzione introdotta dai fotofonini nel mondo della fotografia: l’iphoneografia.

Ricordati di scattare. Alla scoperta dell'iphoneografia e le sue influenze sulla memoria

LUISI, MICHELE
2012/2013

Abstract

Se pensiamo alla fotografia, ci vengono subito in mente i rullini da 24 o 36 che si compravano dai negozi di fotografia e che nello stesso negozio portavamo qualche tempo dopo a sviluppare per ottenere le stampe dei momenti che avevamo scelto di immortalare. Fino a quel momento non avremmo mai saputo come fosse venuta la nostra foto. E guai a far prendere luce al rullino quando era all’interno della macchina, avremmo rovinato o perso lo scatto. Questo discorso è valido però solo per i nati fino agli anni ’80. Coloro che almeno una volta nella vita hanno scattato una fotografia con un dispositivo analogico e hanno provato l’esperienza di montare e rimuovere un rullino. Chi invece è nato negli anni successivi, ha preso familiarità con il mondo della fotografia esclusivamente attraverso strumenti digitali. Probabilmente non ha mai visto o toccato un rullino, ma ha già scattato una quantità spropositata di fotografie. Ognuno di loro possiede uno smartphone che gli permette di scattare e memorizzare migliaia di fotografie senza il minimo sforzo. Se negli anni di rullino e negativi ci avessero detto che presto il nostro telefono (che per molti era ancora soltanto quello fisso di casa) avrebbe catturato immagini, forse non ci avremmo creduto. Ora invece ci sembra strano vedere un telefono che non possieda questa caratteristica. Ormai gli strumenti con cui si scattano più fotografie sono gli stessi che ci permettono di telefonare. Questo dato innegabile non ci consente di ignorare la rivoluzione introdotta dai fotofonini nel mondo della fotografia: l’iphoneografia.
ARC III - Scuola del Design
29-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2014_04-Luisi.pdf

accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati

Descrizione: Impaginato della tesi
Dimensione 5.78 MB
Formato Adobe PDF
5.78 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93006