La recente estensione applicativa dei processi di Additive Manufacturing, che inizialmente interessavano solo il campo del Rapid Prototyping, del Rapid Tooling e delle preserie, oggi ha coinvolto anche la categoria dei prodotti “reali”, alcune volte prodotti unici ma che hanno oltrepassato lo stato di prototipo. Siamo giunti al Rapid Manufacturing. Ciò significa un pubblico più vasto. E significa nuove esigenze. Da questi prodotti ci si aspetta quindi un funzionamento efficiente, duraturo, un’aspetto che soddisfi l’utente nell’usarlo e nel mostrarlo, come succede con un prodotto industriale di buona fattura o ancora più evidentemente con un prodotto di ottimo artigianato. Cosa sta frenando l’esplosione della stampa 3D tra il pubblico e soprattutto perché osserviamo ancora un limitazione applicativa nel settore prototipale? Lo sviluppo di un questionario quantitativo e l’integrazione dei risultati raggiunti con quelli di altri report pubblicati nel corso del 2013, mi ha portato all’individuazione dei principali punti di strozzatura attuali del 3D printing. Tra questi, il problema della finitura superficiale sembra essere il più caldo e coinvolge sia una dimensione espressivo sensoriale, sia caratteristiche tecniche e funzionali di un oggetto. Su queste fondamenta si poggia l’obiettivo della mia tesi e il metodo con il quale ottenere i risultati: un metodo che ha classificato inizialmente i processi di finitura superficiale, ha proposto alcuni parametri di valutazione con i quali poter comprendere quali siano le finiture più domestiche, quelle industriali, i processi più lenti e quelli più veloci, quelli più sicuri e quelli più economici. L’output sarà un atlante delle finiture offerto al designer, al maker o al tecnico, che comprende una gamma di soluzioni superficiali a cui inspirarsi durante la progettazione. Si amplieranno le possibilità di finitura superficiale anche in ambienti come i Fab-lab e potranno essere proposte anche dai service di stampa 3D o suggerite dai produttori stessi delle stampanti FDM.

Superficie inAttesa. Processi di finitura superficiale per stampa 3D FDM

RIVA, FEDERICO
2012/2013

Abstract

La recente estensione applicativa dei processi di Additive Manufacturing, che inizialmente interessavano solo il campo del Rapid Prototyping, del Rapid Tooling e delle preserie, oggi ha coinvolto anche la categoria dei prodotti “reali”, alcune volte prodotti unici ma che hanno oltrepassato lo stato di prototipo. Siamo giunti al Rapid Manufacturing. Ciò significa un pubblico più vasto. E significa nuove esigenze. Da questi prodotti ci si aspetta quindi un funzionamento efficiente, duraturo, un’aspetto che soddisfi l’utente nell’usarlo e nel mostrarlo, come succede con un prodotto industriale di buona fattura o ancora più evidentemente con un prodotto di ottimo artigianato. Cosa sta frenando l’esplosione della stampa 3D tra il pubblico e soprattutto perché osserviamo ancora un limitazione applicativa nel settore prototipale? Lo sviluppo di un questionario quantitativo e l’integrazione dei risultati raggiunti con quelli di altri report pubblicati nel corso del 2013, mi ha portato all’individuazione dei principali punti di strozzatura attuali del 3D printing. Tra questi, il problema della finitura superficiale sembra essere il più caldo e coinvolge sia una dimensione espressivo sensoriale, sia caratteristiche tecniche e funzionali di un oggetto. Su queste fondamenta si poggia l’obiettivo della mia tesi e il metodo con il quale ottenere i risultati: un metodo che ha classificato inizialmente i processi di finitura superficiale, ha proposto alcuni parametri di valutazione con i quali poter comprendere quali siano le finiture più domestiche, quelle industriali, i processi più lenti e quelli più veloci, quelli più sicuri e quelli più economici. L’output sarà un atlante delle finiture offerto al designer, al maker o al tecnico, che comprende una gamma di soluzioni superficiali a cui inspirarsi durante la progettazione. Si amplieranno le possibilità di finitura superficiale anche in ambienti come i Fab-lab e potranno essere proposte anche dai service di stampa 3D o suggerite dai produttori stessi delle stampanti FDM.
ROGNOLI, VALENTINA
OSTUZZI, FRANCESCA
ARC III - Scuola del Design
29-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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