Le rovine da sempre hanno affascinato l’animo degli uomini grazie al loro potere simbolico ed evocativo. La tesi, partendo dall’analisi di questo concetto, indaga sulla sua evoluzione contemporanea data la presenza sempre più evidente di una serie di “rovine” della modernità: archeologie della dismissione, porzioni di spazio in abbandono, paesaggi indecisi, cantieri che oggi, come sostiene Marc Augè, hanno per noi funzione di rovine. Sospese in una bolla temporale, come templi di riti sconosciuti, l’arte ha spesso messo in scena queste architetture interrotte, luoghi in attesa e luoghi di attesa, in cui il senso del tempo puro e della bellezza crea aspettative che determinano il desiderio di esplorazione. Così le aree Falck diventano soggetto privilegiato di questa indagine, svelando quella riserva urbana il cui recinto murario ne ha proibito l’accesso per quasi vent'anni. Emergono così le stratificazioni e l’accumulo di significati che la caratterizzano. Il racconto della memoria industriale, le interpretazioni di grandi artisti, le idee ed azioni legate al tempo di mezzo, i progetti per il futuro. Così questo fragile scenario temporaneo del territorio, che si carica di tracce e riletture, si rivela essere piuttosto un palinsesto. Appare infatti importante raccontare i molteplici passaggi di significato che si sono sedimentati e il paesaggio in transizione prima che queste fragili condizioni temporanee siano cancellate dalla riprogettazione, nonché rendere accessibile l’area per promuoverne la contemplazione. Lo spazio diventa una grande scenografia in cui vengono messi in scena 3 atti: l’abbandono, come un parco archeologico di una passata civiltà; la bonifica, come erbario di malerbe e del processo di medicazione; il cantiere, come sguardo sul paesaggio in transizione. Vengono così costruite delle strutture leggere che rimandano al tema del proteggere e del cantiere ma allo stesso tempo permettono di trasformare gli elementi, che vanno di volta in volta a sottolineare, in una sorta di allestimento esplorabile dai visitatori.
Ex Falck : rovina contemporanea in tre atti. La messa in scena di un paesaggio in transizione
PRAVATO, SONIA
2012/2013
Abstract
Le rovine da sempre hanno affascinato l’animo degli uomini grazie al loro potere simbolico ed evocativo. La tesi, partendo dall’analisi di questo concetto, indaga sulla sua evoluzione contemporanea data la presenza sempre più evidente di una serie di “rovine” della modernità: archeologie della dismissione, porzioni di spazio in abbandono, paesaggi indecisi, cantieri che oggi, come sostiene Marc Augè, hanno per noi funzione di rovine. Sospese in una bolla temporale, come templi di riti sconosciuti, l’arte ha spesso messo in scena queste architetture interrotte, luoghi in attesa e luoghi di attesa, in cui il senso del tempo puro e della bellezza crea aspettative che determinano il desiderio di esplorazione. Così le aree Falck diventano soggetto privilegiato di questa indagine, svelando quella riserva urbana il cui recinto murario ne ha proibito l’accesso per quasi vent'anni. Emergono così le stratificazioni e l’accumulo di significati che la caratterizzano. Il racconto della memoria industriale, le interpretazioni di grandi artisti, le idee ed azioni legate al tempo di mezzo, i progetti per il futuro. Così questo fragile scenario temporaneo del territorio, che si carica di tracce e riletture, si rivela essere piuttosto un palinsesto. Appare infatti importante raccontare i molteplici passaggi di significato che si sono sedimentati e il paesaggio in transizione prima che queste fragili condizioni temporanee siano cancellate dalla riprogettazione, nonché rendere accessibile l’area per promuoverne la contemplazione. Lo spazio diventa una grande scenografia in cui vengono messi in scena 3 atti: l’abbandono, come un parco archeologico di una passata civiltà; la bonifica, come erbario di malerbe e del processo di medicazione; il cantiere, come sguardo sul paesaggio in transizione. Vengono così costruite delle strutture leggere che rimandano al tema del proteggere e del cantiere ma allo stesso tempo permettono di trasformare gli elementi, che vanno di volta in volta a sottolineare, in una sorta di allestimento esplorabile dai visitatori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/93169