La città contemporanea è soggetta a processi di globalizzazione e immigrazione che generano continui mutamenti nel tessuto sociale. Ne consegue una pluralità culturale che diventa inevitabile ma rappresenta al tempo stesso un’opportunità per la creazione di spazi d’incontro tra i diversi gruppi etnici presenti sul territorio locale, nazionale e europeo. Il progetto di tesi cerca di dare una risposta a questo bisogno di un luogo di partecipazione e formazione per la città di Milano. A questo scopo è stato scelto il sito della ex industria Carminati e Toselli,oggi già sede di varie attività culturali promosse dall’associazione Fabbrica del Vapore,che ha le potenzialità per diventare uno spazio chiave anche grazie alla sua collocazione in una zona di Milano in forte espansione e trasformazione. Un’analisi di casi studio ha fatto emergere la difficoltà di dare una precisa definizione della tipologia di centro interculturale a causa della diversità dei servizi offerti, delle tipologie architettonico-compositive e delle logiche operative e gestionali. All’interno di questa analisi, particolare attenzione è rivolta alla rete europea TransEuropeHalles, di cui anche la Fabbrica del Vapore fa parte, che collega centri culturali nati da progetti di riuso e riqualificazione di aree industriali dismesse in tutta Europa, a dimostrazione del fatto che questo tipo di aree sono una grande risorsa per la città. Un ulteriore approfondimento riguarda l’evoluzione degli spazi volti ad assecondare la trasformazione del teatro e delle arti performative. Il progetto propone una riqualificazione di tre edifici preesistenti e l’inserimento di un edificio di nuova progettazione con funzioni che possano integrare quelle esistenti, ad oggi diversificate ma prive di una connotazione pubblica. Lo spazio esterno delimitato dall’imponente edificio della Bticino e dalla preesistenza della Fabbrica, vuole creare un legame fra questi edifici attraverso un numero limitato di eventi plastici e di materiali. Due trame diverse, quella ortogonale della Fabbrica e quella diagonale allineata con l’edificio della Bticino, si intrecciano e creano un fulcro centrale che è lo spazio del teatro all’aperto e creano una piastra che si articola in spazi comuni attrezzati, zone ferme e zone mobili e ospita anche il nuovo edificio per la ristorazione che vuole essere una sorta di nuova testata e di chiusura del lato sinistro dell’area di progetto.

Nella città interetnica. Progetto per un centro interculturale per le arti e la formazione alla Fabbrica del Vapore

CIPRIANI, CAMILLA
2012/2013

Abstract

La città contemporanea è soggetta a processi di globalizzazione e immigrazione che generano continui mutamenti nel tessuto sociale. Ne consegue una pluralità culturale che diventa inevitabile ma rappresenta al tempo stesso un’opportunità per la creazione di spazi d’incontro tra i diversi gruppi etnici presenti sul territorio locale, nazionale e europeo. Il progetto di tesi cerca di dare una risposta a questo bisogno di un luogo di partecipazione e formazione per la città di Milano. A questo scopo è stato scelto il sito della ex industria Carminati e Toselli,oggi già sede di varie attività culturali promosse dall’associazione Fabbrica del Vapore,che ha le potenzialità per diventare uno spazio chiave anche grazie alla sua collocazione in una zona di Milano in forte espansione e trasformazione. Un’analisi di casi studio ha fatto emergere la difficoltà di dare una precisa definizione della tipologia di centro interculturale a causa della diversità dei servizi offerti, delle tipologie architettonico-compositive e delle logiche operative e gestionali. All’interno di questa analisi, particolare attenzione è rivolta alla rete europea TransEuropeHalles, di cui anche la Fabbrica del Vapore fa parte, che collega centri culturali nati da progetti di riuso e riqualificazione di aree industriali dismesse in tutta Europa, a dimostrazione del fatto che questo tipo di aree sono una grande risorsa per la città. Un ulteriore approfondimento riguarda l’evoluzione degli spazi volti ad assecondare la trasformazione del teatro e delle arti performative. Il progetto propone una riqualificazione di tre edifici preesistenti e l’inserimento di un edificio di nuova progettazione con funzioni che possano integrare quelle esistenti, ad oggi diversificate ma prive di una connotazione pubblica. Lo spazio esterno delimitato dall’imponente edificio della Bticino e dalla preesistenza della Fabbrica, vuole creare un legame fra questi edifici attraverso un numero limitato di eventi plastici e di materiali. Due trame diverse, quella ortogonale della Fabbrica e quella diagonale allineata con l’edificio della Bticino, si intrecciano e creano un fulcro centrale che è lo spazio del teatro all’aperto e creano una piastra che si articola in spazi comuni attrezzati, zone ferme e zone mobili e ospita anche il nuovo edificio per la ristorazione che vuole essere una sorta di nuova testata e di chiusura del lato sinistro dell’area di progetto.
AVERNA, MARTA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93245