Alfa Privativa implica innanzi tutto mancanza, privazione. Senza tuttavia denotare avversione o più aperto contrasto. Significa rinunciare ad un’idea di Città Centrica, ormai superata e smentita dall’evoluzione metropolitana, accogliendo le “eccentricità” di quella che a tutti gli effetti si manifesta al giorno d’oggi come una Città Acentrica: agglomerato urbano complesso, sviluppatosi a partire da organismi periferici che a loro volta hanno ottenuto l’autonomia dal cuore cittadino e conquistato il patrocinio sulle aree circostanti. Alfa Privativa non rinnega il Centro. Crea bensì nuove decentrate Occasioni a partire dalle potenzialità che è capace di intravvedere nel tessuto del costruito. Un tessuto che può apparire disconnesso, caotico e privo di pianificazione. Eppure incredibilmente vario, malleabile e rumoroso, come il rumore delle Idee. Alfa Privativa non impone un ordine. Accetta, accentua e codifica il disordine apparente. Progetta a partire dalle relazioni pre-esistenti dei Volumi e dal carattere degli spazi. Valorizza le Eccellenze già insite nel Reale. Pone le basi di una Rigenerazione Urbana che superi l’introversione dell’isolato ottocentesco tanto quanto l’utopia della città-giardino, nella quale il Progetto sia volto ad essere catalizzatore di socialità. Alfa Privativa cerca alternative ad una Città di luccicanti torri in vetro e acciaio. Concentra la propria ricerca nella riscoperta di una misura che riconquisti il territorio a partire dalla terra e dall’Uomo. Il Progetto che nasce da tali presupposti si propone come fattore accelerante di un mormorio in sottofondo, fatto di piccole realtà e di grandi imprese, che aspiri ad essere segnale di una rinascita corale e rivendichi a gran voce la propria condizione di esistenza spezzando il cupo silenzio della Periferia idealizzata. Musica, Maestro. Il Foro Culturale nato dal Progetto comprende un Teatro nel quale si possa suonare buona Musica ed una Scuola annessa ad esso nella quale la si possa imparare. Una grande Biblioteca, scrigno di Cultura. Un catalizzatore d’Arte, a completo usufrutto della socialità. Riapre l’isolato e riscopre il tragitto perduto della Vettabbia. Genera correnti del Divenire.

Alfa Privativa. Nuove eccentricità della città acentrica

RENAUD, PHILIPPE;CASTELLI, FEDERICO PAOLO
2012/2013

Abstract

Alfa Privativa implica innanzi tutto mancanza, privazione. Senza tuttavia denotare avversione o più aperto contrasto. Significa rinunciare ad un’idea di Città Centrica, ormai superata e smentita dall’evoluzione metropolitana, accogliendo le “eccentricità” di quella che a tutti gli effetti si manifesta al giorno d’oggi come una Città Acentrica: agglomerato urbano complesso, sviluppatosi a partire da organismi periferici che a loro volta hanno ottenuto l’autonomia dal cuore cittadino e conquistato il patrocinio sulle aree circostanti. Alfa Privativa non rinnega il Centro. Crea bensì nuove decentrate Occasioni a partire dalle potenzialità che è capace di intravvedere nel tessuto del costruito. Un tessuto che può apparire disconnesso, caotico e privo di pianificazione. Eppure incredibilmente vario, malleabile e rumoroso, come il rumore delle Idee. Alfa Privativa non impone un ordine. Accetta, accentua e codifica il disordine apparente. Progetta a partire dalle relazioni pre-esistenti dei Volumi e dal carattere degli spazi. Valorizza le Eccellenze già insite nel Reale. Pone le basi di una Rigenerazione Urbana che superi l’introversione dell’isolato ottocentesco tanto quanto l’utopia della città-giardino, nella quale il Progetto sia volto ad essere catalizzatore di socialità. Alfa Privativa cerca alternative ad una Città di luccicanti torri in vetro e acciaio. Concentra la propria ricerca nella riscoperta di una misura che riconquisti il territorio a partire dalla terra e dall’Uomo. Il Progetto che nasce da tali presupposti si propone come fattore accelerante di un mormorio in sottofondo, fatto di piccole realtà e di grandi imprese, che aspiri ad essere segnale di una rinascita corale e rivendichi a gran voce la propria condizione di esistenza spezzando il cupo silenzio della Periferia idealizzata. Musica, Maestro. Il Foro Culturale nato dal Progetto comprende un Teatro nel quale si possa suonare buona Musica ed una Scuola annessa ad esso nella quale la si possa imparare. Una grande Biblioteca, scrigno di Cultura. Un catalizzatore d’Arte, a completo usufrutto della socialità. Riapre l’isolato e riscopre il tragitto perduto della Vettabbia. Genera correnti del Divenire.
BELLONI, FRANCESCA
BRUNO, FRANCESCO
SCANSANI, SANDRO ATTILIO
MIELE, EZIO
PETRINI, VINCENZO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93250