Una strada per fare urbanità. Un progetto per l’asse di via Adamello, Condino, Ortles, Broni

La tesi che vado a sostenere nel progetto si pone come obiettivo la riqualificazione di una vasta porzione di città collocata in quella che è stata definita periferia industriale, per le precisione ubicata nel comparto sud-est di Milano. In essa sono presenti forti elementi di contraddizione, ma anche grandi valori e opportunità: tra i primi possiamo annoverare le aree dismesse in cui la destinazione originaria è decaduta lasciando grandi vuoti o piccole aree interstiziali, il tessuto sfaldato e privo di identità e caratteri spaziali riconoscibili; i secondi invece sono le consistenti presenze territoriali come il Parco Agricolo Sud e la roggia Vettabbia, ma anche funzioni di spicco quali le vicine strutture universitarie, gli istituti di ricerca medica e le fondazioni di moda. Il progetto, puntando sulla rivitalizzazione dello spazio aperto pubblico come generatore di qualità urbana, fa dei disvalori delle opportunità di riconnessione e uso del suolo e nei secondi vede degli importanti punti di forza da sfruttare. L’operazione viene effettuata a diverse scale: il progetto è quello di un lungo asse urbano composto dalle vie Adamello, Condino, Ortles e Broni, la trasformazione di quella che ora è una strada industriale in strada urbana; questo presenta motivo di interesse per la sua posizione baricentrica nell’area e caratterizzato dalla presenza di grandi aree dismesse che andranno poi sfruttate per l’insediamento di nuovi spazi e destinazioni. Il progetto va ad agire in prima istanza sullo spazio aperto pubblico con la progettazione di luoghi in grado di generare nuove relazioni sociali aiutandosi con un programma funzionale che calibri privato e collettivo e declinando in diversi modi il tema dell’abitare. La riqualificazione dell’asse prevede così nuove connessioni urbane in un’ottica di rigenerazione degli isolati presi in considerazione, ma anche di un intero comparto.