Il nostro progetto parte dall’individuazione all’interno dell’area presa in esame di giaciture e allineamenti derivanti dal disegno dei corsi d'acqua che scorrevano nell’area e dalla conseguente disposizione dei campi; questi segni sono ancora visibili grazie all’allineamento degli edifici esistenti , alcuni dei quali si dispongono parallelamente al Naviglio Grande mentre altri invece,riprendono la giacitura di un corso d’acqua, non più presente. L’operazione non è stata quella di una rigenerazione urbana o di un riuso, ma il tentativo di ricostruire un ordine possibile, partendo dai segni che si avevano e da esempi noti; il senso del progetto è stato quello di ricostruire il luogo, di ridare senso compiuto ad una parte della città, di ristabilire ruoli, relazioni e gerarchie fra le parti e gli edifici.Il progetto ha lo scopo di dare riconoscibilità ai luoghi e carattere agli edifici, senza rinunciare alle complessità dell’esistente ed evitando quindi di fare una tabula rasa, riportando alla luce un ordine implicito all’area, che si intravedeva solamente ma che con il progetto si rende evidente. Abbiamo quindi cercato di ricostruire un ordine possibile, partendo sia dai segni presenti, che da esempi e riferimenti noti, che sono stati la chiave analitica attraverso cui capire questa parte di città. A dimostrazione della necessità del nostro progetto all’interno dell’area di San Cristoforo, oltre a considerare le giaciture e i segni presenti nel tessuto edilizio esistente, abbiamo cercato di capire quale programma funzionale fosse maggiormente necessario; dall’analisi del luogo ci siamo quindi rese conto come la tendenza degli ultimi anni sia stata quella della riconversione delle industrie presenti e per lo più dismesse, in atelier di moda, fotografici, piccoli loft o appartamenti,una tendenza votata soprattutto al lato speculativo che non ha tenuto minimamente in considerazione la necessità di creare luoghi collettivi e per la socialità. Proprio a seguito di questa presa di coscienza, il nostro obbiettivo è stato invece quello di creare un complesso collettivo legato al settore della musica, tramite la presenza di un doppio auditorium e di una serie di funzioni inerenti questo tema.

Un auditorium per san Cristoforo

BARTELS COLE, HELEN AMA;BELLODI, FRANCESCA
2012/2013

Abstract

Il nostro progetto parte dall’individuazione all’interno dell’area presa in esame di giaciture e allineamenti derivanti dal disegno dei corsi d'acqua che scorrevano nell’area e dalla conseguente disposizione dei campi; questi segni sono ancora visibili grazie all’allineamento degli edifici esistenti , alcuni dei quali si dispongono parallelamente al Naviglio Grande mentre altri invece,riprendono la giacitura di un corso d’acqua, non più presente. L’operazione non è stata quella di una rigenerazione urbana o di un riuso, ma il tentativo di ricostruire un ordine possibile, partendo dai segni che si avevano e da esempi noti; il senso del progetto è stato quello di ricostruire il luogo, di ridare senso compiuto ad una parte della città, di ristabilire ruoli, relazioni e gerarchie fra le parti e gli edifici.Il progetto ha lo scopo di dare riconoscibilità ai luoghi e carattere agli edifici, senza rinunciare alle complessità dell’esistente ed evitando quindi di fare una tabula rasa, riportando alla luce un ordine implicito all’area, che si intravedeva solamente ma che con il progetto si rende evidente. Abbiamo quindi cercato di ricostruire un ordine possibile, partendo sia dai segni presenti, che da esempi e riferimenti noti, che sono stati la chiave analitica attraverso cui capire questa parte di città. A dimostrazione della necessità del nostro progetto all’interno dell’area di San Cristoforo, oltre a considerare le giaciture e i segni presenti nel tessuto edilizio esistente, abbiamo cercato di capire quale programma funzionale fosse maggiormente necessario; dall’analisi del luogo ci siamo quindi rese conto come la tendenza degli ultimi anni sia stata quella della riconversione delle industrie presenti e per lo più dismesse, in atelier di moda, fotografici, piccoli loft o appartamenti,una tendenza votata soprattutto al lato speculativo che non ha tenuto minimamente in considerazione la necessità di creare luoghi collettivi e per la socialità. Proprio a seguito di questa presa di coscienza, il nostro obbiettivo è stato invece quello di creare un complesso collettivo legato al settore della musica, tramite la presenza di un doppio auditorium e di una serie di funzioni inerenti questo tema.
BELLONI, FRANCESCA
MIELE, EZIO
PETRINI, VINCENZO
SCANSANI, SANDRO ATTILIO
PELLAVIO, MARCO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93255