L’elaborato di tesi affronta il tema del museo delle eredità immateriali a Siracusa. Partendo dal reperimento del documento del Registro delle Eredità Immateriali della regione Sicilia (REI), nato con Decreto Assessoriale (D.A. del 26/07/2005 dell’Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione della Regione Sicilia) il cui obbiettivo è quello di identificare, classificare, salvaguardare e promuovere le Eredità Immateriali della Sicilia, si è cercato di definire un tema museale, attuale e necessario nello scenario contemporaneo, che affrontasse il problema della trasmissione della memoria intangibile. La definizione del progetto architettonico è quindi incentrata sull’ idea di esporre ciò che di fatto è intangibile e per far ciò si è cercato di reinterpretare il concetto di museo più convenzionale, da luogo chiuso e contenitore di un insieme di oggetti statici a nucleo vitale e pulsante in cui il visitatore possa vivere un esperienza completa sia dal punto di vista conoscitivo che del coinvolgimento emotivo. L’aspetto urbano che è stato evidenziato con maggior forza durante il momento di analisi iniziale è quello di una città che si è generata e si genera grazie ad un processo di stratificazione, traducibile dal punto di vista fisico attraverso il riconoscimento di un livello superficiale, “costruito” dall’agire umano in risposta alle necessità insediative, e di un articolato sistema ipogeo costituito da cavità naturali ed artificiali. Il medesimo processo di sedimentazione è riscontrabile parallelamente anche nel patrimonio culturale della città e della sua popolazione, la cui identità è stata definita nel corso del tempo attraverso l’assimilazione di influenze eterogenee. Significativo per l’interpretazione architettonica del tema è quindi la concezione di una cultura umana sedimentatasi nel tempo che pone le sue radici nella profondità più remota del terreno e che può essere riscoperta e valorizzata solo attraverso un accurato lavoro di scavo dalla quota superficiale, sede della vita antropologica, verso il basso. E proprio l’opera di scavo e di carotaggio, ha suggerito il riferimento ad un vasta gamma di tipologie architettoniche che in tale azione riconoscono la propria ragione di esistenza. Il caso maggiormente esemplificativo a tale proposito è quello del pozzo, opera che nasce in risposta all’esigenza strettamente funzionale del reperimento di risorse idriche e che assume le più varie e articolate declinazioni formali e costruttive a seconda delle caratteristiche orografiche dei luoghi e delle tradizioni architettoniche locali. Da tali riflessioni si è giunti alla convinzione che la più convincente tra le molteplici vie possibili per lo sviluppo del progetto fosse proprio quella di concepire il museo dell’antropologia immateriale come uno scavo il cui percorso espositivo si articoli nei momenti di discesa e risalita verso la superficie. Facendo riferimento alla divisione in libri(Celebrazioni, Espressioni, Saperi e Tesori Umani Viventi) indicata nel REI si è deciso di non concepire l’intervento in senso unitario ma di creare un sistema museale diffuso sul territorio e articolato in tre interventi puntuali a cui si aggiunge il coinvolgimento del complesso ipogeo di piazza Duomo. La dislocazione degli interventi all’interno dell’isola di Ortigia, in area attualmente prive di pregio dal punto di vista artistico architettonico, mira a definire un percorso conoscitivo della città trasversale ai canonici itinerari turistici. Ogni architettura assume caratteristiche formali e compositive specifiche differenti a seconda della collocazione urbana e del tema di cui si fa contenitore, rispondendo a logiche espositive eterogenee. Tuttavia sono riscontrabili nel progetto complessivo una tipologia e delle caratteristiche comuni, come per esempio la differenziazione del percorso di discesa da quello di risalita, che mirano all’uniformità del linguaggio adottato nei quattro interventi.

Progetto per il museo delle eredità immateriali a Siracusa

CIMINO, MARTINA;CORTI, FRANCESCA
2012/2013

Abstract

L’elaborato di tesi affronta il tema del museo delle eredità immateriali a Siracusa. Partendo dal reperimento del documento del Registro delle Eredità Immateriali della regione Sicilia (REI), nato con Decreto Assessoriale (D.A. del 26/07/2005 dell’Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione della Regione Sicilia) il cui obbiettivo è quello di identificare, classificare, salvaguardare e promuovere le Eredità Immateriali della Sicilia, si è cercato di definire un tema museale, attuale e necessario nello scenario contemporaneo, che affrontasse il problema della trasmissione della memoria intangibile. La definizione del progetto architettonico è quindi incentrata sull’ idea di esporre ciò che di fatto è intangibile e per far ciò si è cercato di reinterpretare il concetto di museo più convenzionale, da luogo chiuso e contenitore di un insieme di oggetti statici a nucleo vitale e pulsante in cui il visitatore possa vivere un esperienza completa sia dal punto di vista conoscitivo che del coinvolgimento emotivo. L’aspetto urbano che è stato evidenziato con maggior forza durante il momento di analisi iniziale è quello di una città che si è generata e si genera grazie ad un processo di stratificazione, traducibile dal punto di vista fisico attraverso il riconoscimento di un livello superficiale, “costruito” dall’agire umano in risposta alle necessità insediative, e di un articolato sistema ipogeo costituito da cavità naturali ed artificiali. Il medesimo processo di sedimentazione è riscontrabile parallelamente anche nel patrimonio culturale della città e della sua popolazione, la cui identità è stata definita nel corso del tempo attraverso l’assimilazione di influenze eterogenee. Significativo per l’interpretazione architettonica del tema è quindi la concezione di una cultura umana sedimentatasi nel tempo che pone le sue radici nella profondità più remota del terreno e che può essere riscoperta e valorizzata solo attraverso un accurato lavoro di scavo dalla quota superficiale, sede della vita antropologica, verso il basso. E proprio l’opera di scavo e di carotaggio, ha suggerito il riferimento ad un vasta gamma di tipologie architettoniche che in tale azione riconoscono la propria ragione di esistenza. Il caso maggiormente esemplificativo a tale proposito è quello del pozzo, opera che nasce in risposta all’esigenza strettamente funzionale del reperimento di risorse idriche e che assume le più varie e articolate declinazioni formali e costruttive a seconda delle caratteristiche orografiche dei luoghi e delle tradizioni architettoniche locali. Da tali riflessioni si è giunti alla convinzione che la più convincente tra le molteplici vie possibili per lo sviluppo del progetto fosse proprio quella di concepire il museo dell’antropologia immateriale come uno scavo il cui percorso espositivo si articoli nei momenti di discesa e risalita verso la superficie. Facendo riferimento alla divisione in libri(Celebrazioni, Espressioni, Saperi e Tesori Umani Viventi) indicata nel REI si è deciso di non concepire l’intervento in senso unitario ma di creare un sistema museale diffuso sul territorio e articolato in tre interventi puntuali a cui si aggiunge il coinvolgimento del complesso ipogeo di piazza Duomo. La dislocazione degli interventi all’interno dell’isola di Ortigia, in area attualmente prive di pregio dal punto di vista artistico architettonico, mira a definire un percorso conoscitivo della città trasversale ai canonici itinerari turistici. Ogni architettura assume caratteristiche formali e compositive specifiche differenti a seconda della collocazione urbana e del tema di cui si fa contenitore, rispondendo a logiche espositive eterogenee. Tuttavia sono riscontrabili nel progetto complessivo una tipologia e delle caratteristiche comuni, come per esempio la differenziazione del percorso di discesa da quello di risalita, che mirano all’uniformità del linguaggio adottato nei quattro interventi.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93300