Nato dalle considerazioni sul ruolo dell’architettura nella città contemporanea e mosso dalla volontà di rispondere in modo alternativo alle recenti realizzazioni che stanno inevitabilmente trasformando un tessuto storico e denso di storia, diaLOGOS si inserisce in uno dei punti più critici della città. Le tendenze dell’architettura contemporanea, mosse da motivazioni di scala economica e di forte impatto visivo e formale, sembrano aver perso la volontà di relazionarsi con l’ambiente costruito circostante e di formare con esso un tutto coerente in grado di continuare la costruzione dei quartieri come un susseguirsi di progetti legati a ragioni storiche e territoriali.Prendendo in analisi riflessioni di terzi su una possibile riapertura del Naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia e movimenti sociali e culturali che contrastano la terziarizzazione dell’area in favore di attività umane di aggregazione, il progetto cerca una mediazione formale con l’architettura tradizionale del quartiere e raccoglie la sfida di un’integrazione tra le attività scolastiche e culturali presenti nel contesto. L’obiettivo è quello di ricreare e completare la “cittadella” che, iniziata con la costruzione del complesso dei Salesiani, ha dato carattere al quartiere sin dalla fine dell’800. Risulta così chiaro che il dialogo e la ricerca di un nuovo ordine diventino le parole d’ordine per la costruzione del progetto.Il progetto si colloca principalmente all’interno dell’isolato in cui sorge l’istituto S. Vincenzo, trovandosi quindi a far parte di quella “cittadella” della cultura e dell’istruzione che ha contribuito a conferire uno specifico carattere all’area fin dal tardo Ottocento. La scelta della posizione deriva dall’attuale presenza di un vuoto urbano, che rende l’isolato non concluso e rappresenta l’occasione per stabilire una gerarchia attraverso la forma architettonica ristabilendo la compattezza della cortina edilizia. Presupposto fondamentale è la riapertura del Naviglio Martesana nel tratto interno all’area cittadina, ossia dai Bastioni di Porta Nuova a Cassina de’ Pomm, in quanto elemento di qualità urbana e occasione per nuovi percorsi e spazi pubblici. In linea generale il progetto prevede una serie di edifici che ricreano la cortina edilizia completando volumetricamente l’isolato. Peculiarità dell’intervento è la volontà di creare un legame fondamentale tra le nuove architetture e quelle preesistenti attraverso la creazione di un percorso sopraelevato che collega al progetto l’istituto dei Salesiani, l’istituto Maria Consolatrice, la Torre Galfa e l’sitituto scolastico di Via Galvani. In questo senso tale percorso assume i caratteri di uno spazio pubblico che scardina la concezione classica del livello stradale come spazio di aggregazione privilegiato e ambisce a portare la quota della socialità ad un livello elevato ed integrato nella Cittadella. Altro elemento fondamentale nella definizione del progetto è la creazione di un percorso a doppia quota lungo il Naviglio Martesana, la prima delle quali a livello stradale, mentre la seconda è quella propria della banchina del naviglio. Quest’ultima termina in una piazza a livello ipogeo, spazio pubblico dello stare, dal quale è anche possibile ricollegarsi alla via Copernico.

DiaLOGOS. Nuovi scenari per una città possibile

CINELLI, MARTINA;CEVENINI, GRETA
2012/2013

Abstract

Nato dalle considerazioni sul ruolo dell’architettura nella città contemporanea e mosso dalla volontà di rispondere in modo alternativo alle recenti realizzazioni che stanno inevitabilmente trasformando un tessuto storico e denso di storia, diaLOGOS si inserisce in uno dei punti più critici della città. Le tendenze dell’architettura contemporanea, mosse da motivazioni di scala economica e di forte impatto visivo e formale, sembrano aver perso la volontà di relazionarsi con l’ambiente costruito circostante e di formare con esso un tutto coerente in grado di continuare la costruzione dei quartieri come un susseguirsi di progetti legati a ragioni storiche e territoriali.Prendendo in analisi riflessioni di terzi su una possibile riapertura del Naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia e movimenti sociali e culturali che contrastano la terziarizzazione dell’area in favore di attività umane di aggregazione, il progetto cerca una mediazione formale con l’architettura tradizionale del quartiere e raccoglie la sfida di un’integrazione tra le attività scolastiche e culturali presenti nel contesto. L’obiettivo è quello di ricreare e completare la “cittadella” che, iniziata con la costruzione del complesso dei Salesiani, ha dato carattere al quartiere sin dalla fine dell’800. Risulta così chiaro che il dialogo e la ricerca di un nuovo ordine diventino le parole d’ordine per la costruzione del progetto.Il progetto si colloca principalmente all’interno dell’isolato in cui sorge l’istituto S. Vincenzo, trovandosi quindi a far parte di quella “cittadella” della cultura e dell’istruzione che ha contribuito a conferire uno specifico carattere all’area fin dal tardo Ottocento. La scelta della posizione deriva dall’attuale presenza di un vuoto urbano, che rende l’isolato non concluso e rappresenta l’occasione per stabilire una gerarchia attraverso la forma architettonica ristabilendo la compattezza della cortina edilizia. Presupposto fondamentale è la riapertura del Naviglio Martesana nel tratto interno all’area cittadina, ossia dai Bastioni di Porta Nuova a Cassina de’ Pomm, in quanto elemento di qualità urbana e occasione per nuovi percorsi e spazi pubblici. In linea generale il progetto prevede una serie di edifici che ricreano la cortina edilizia completando volumetricamente l’isolato. Peculiarità dell’intervento è la volontà di creare un legame fondamentale tra le nuove architetture e quelle preesistenti attraverso la creazione di un percorso sopraelevato che collega al progetto l’istituto dei Salesiani, l’istituto Maria Consolatrice, la Torre Galfa e l’sitituto scolastico di Via Galvani. In questo senso tale percorso assume i caratteri di uno spazio pubblico che scardina la concezione classica del livello stradale come spazio di aggregazione privilegiato e ambisce a portare la quota della socialità ad un livello elevato ed integrato nella Cittadella. Altro elemento fondamentale nella definizione del progetto è la creazione di un percorso a doppia quota lungo il Naviglio Martesana, la prima delle quali a livello stradale, mentre la seconda è quella propria della banchina del naviglio. Quest’ultima termina in una piazza a livello ipogeo, spazio pubblico dello stare, dal quale è anche possibile ricollegarsi alla via Copernico.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
Tesi di Laurea_Cevenini-Cinelli.pdf

accessibile in internet per tutti

Descrizione: Testo della Tesi
Dimensione 4.71 MB
Formato Adobe PDF
4.71 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
tavole tesi.pdf

accessibile in internet per tutti

Descrizione: Tavole tesi
Dimensione 71.65 MB
Formato Adobe PDF
71.65 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93329