La proposta di progetto si inserisce nel quadro della riqualificazione degli scali ferroviari milanesi e in particolare nell’ambito del vuoto urbano lasciato dall’ex scalo di Porta Genova. Si tratta di un’area complessa e strategica, limite e cerniera tra la città compatta e il tessuto post industriale, oggi centro di interesse e di attività culturali e sociali. Una strategia che governi questo ambito di trasformazione deve cogliere i mutamenti di questa porzione di città e del ruolo del sedime esistente lasciato dai binari, dalla traccia di un muro e dal corso dell’acqua. Un progetto aperto ma definito da precise regole che configurano un sistema ripetibile e flessibile che permetta il cambiamento e l’evoluzione nel tempo e nello spazio. Centrale è lo studio del quotidiano, che dà ritmo e forma all’architettura, così casa, scena urbana e città, diventano gli strumenti di lettura e interpretazione della qualità del costruito e del non costruito, sviluppando una modalità di appropriazione dello spazio ad una scala ulteriore, fisica e percettiva. Gli spazi aperti si sviluppano assumendo diverse configurazioni rispettando la densità-rarefazione del tessuto in cui si innestano. Il sistema dei percorsi e il disegno degli spazi aperti definiscono le linee di contorno del costruito, il quale si affaccia sul Naviglio costituendo il nuovo fronte verso la città. Il costruito a sua volta, si apre a un campo di potenzialità e si articola in un sistema complesso di relazioni dando vita a una sequenza (informale) di spazi. Flessibilità e temporaneità assumono un carattere determinante nella definizione del progetto, costituito da residenza per studenti e residenza libera, nel rispetto degli standard quantitativi espressi dalla città di Milano nei suoi piani. Come in una sorta di modello di crescita implementare, l’intervento trova un equilibrio tra le parti, che gli consente di espandersi o contrarsi qualora le condizioni al contorno lo consentano. Questo sistema insediativo aperto, crescendo, non perde di identità, ma guadagna di volta in volta un nuovo e diverso equilibrio.

Progetto di riqualificazione dell'ex scalo ferroviario di Porta Genova, Milano

TESTORE, YLENIA ROSE;DI SAVERIO, MICHELA;PRAVETTONI, AMOS
2013/2014

Abstract

La proposta di progetto si inserisce nel quadro della riqualificazione degli scali ferroviari milanesi e in particolare nell’ambito del vuoto urbano lasciato dall’ex scalo di Porta Genova. Si tratta di un’area complessa e strategica, limite e cerniera tra la città compatta e il tessuto post industriale, oggi centro di interesse e di attività culturali e sociali. Una strategia che governi questo ambito di trasformazione deve cogliere i mutamenti di questa porzione di città e del ruolo del sedime esistente lasciato dai binari, dalla traccia di un muro e dal corso dell’acqua. Un progetto aperto ma definito da precise regole che configurano un sistema ripetibile e flessibile che permetta il cambiamento e l’evoluzione nel tempo e nello spazio. Centrale è lo studio del quotidiano, che dà ritmo e forma all’architettura, così casa, scena urbana e città, diventano gli strumenti di lettura e interpretazione della qualità del costruito e del non costruito, sviluppando una modalità di appropriazione dello spazio ad una scala ulteriore, fisica e percettiva. Gli spazi aperti si sviluppano assumendo diverse configurazioni rispettando la densità-rarefazione del tessuto in cui si innestano. Il sistema dei percorsi e il disegno degli spazi aperti definiscono le linee di contorno del costruito, il quale si affaccia sul Naviglio costituendo il nuovo fronte verso la città. Il costruito a sua volta, si apre a un campo di potenzialità e si articola in un sistema complesso di relazioni dando vita a una sequenza (informale) di spazi. Flessibilità e temporaneità assumono un carattere determinante nella definizione del progetto, costituito da residenza per studenti e residenza libera, nel rispetto degli standard quantitativi espressi dalla città di Milano nei suoi piani. Come in una sorta di modello di crescita implementare, l’intervento trova un equilibrio tra le parti, che gli consente di espandersi o contrarsi qualora le condizioni al contorno lo consentano. Questo sistema insediativo aperto, crescendo, non perde di identità, ma guadagna di volta in volta un nuovo e diverso equilibrio.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93372