Il territorio è un deposito di segni, dove nel tempo le diverse generazioni hanno lasciato elementi distintivi e stratificazioni: per questo motivo è importante che venga osservato nella sua complessità in quanto portatore di valori culturali e socio-economici, manifestando la sua identità nella coscienza cittadina. In questo contesto la cartiera Vita Mayer si colloca nel complicato sistema territoriale della Valle Olona, che, durante il corso degli anni ha subito diverse trasformazioni imponendosi in Lombardia all’inizio del Novecento come una delle maggiori aree industrializzate. Lungo il corso del fiume sono presenti manifatture già dalla prima metà dell’Ottocento, ma i numerosi complessi industriali abbandonati costituiscono un desolante paesaggio, memoria della fiorente produttività della zona. La presenza di ex aree industriali, specie se di grandi dimensioni, comporta un forte impatto e condiziona profondamente l’ambito in cui si collocano. La Cartiera Vita&Mayer rappresenta una punto critico nel sistema territoriale, in quanto si pone come una grande area abbandonata tra due sistema urbani: Cairate e Lonate Ceppino. Quest’area va intesa come una zona limite, spazio di transizione che nella sua espressione emblematica “non è il punto in cui una cosa finisce, ma a partire dal quale una cosa inizia la sua essenza” Avvalendosi di questo pensiero si inserisce l’idea di progettare in quest’area abbandonata, una zona limite, di confine che può creare un collegamento sia a scala locale che a quella globale ricompattando i tessuti. Il progetto prevede di ridare significato ad un area dismessa, creando un polo d’incontro tra artisti, imprenditori e cittadini, capaci di innescare processi di cambiamento e sviluppo culturale, sociale tecnologico, economico e produttivo, creando significativi benefici alla comunità locale. L’innovazione è uno degli aspetti principali nella nostra società, la quale è strettamente legata alla creatività e a valori culturali, inoltre è dimostrato come il valore artistico e creativo in questo periodo di crisi sia uno dei maggiori fattori di influenza positiva di sviluppo e progresso. Il concetto di attrattore creativo include molteplici discipline tra cui quella economica, politica e sociale e si avvale di diverse piattaforme, tra cui una meno tangibile composta da siti internet, iniziative locali e strategie di mercato. In questa prospettiva lo spazio urbano può essere riconfigurato attraverso l’azione sinergetica tra architettura e iniziative locali, diventando un nuovo punto nevralgico di riferimento per i comuni limitrofi, la Provincia e la Regione.

Crea(c)tive places. Nuovi cicli di vita per i luoghi dell'abbandono : il caso della cartiera Vita & Mayer, Cairate

OLIVETTO, ALICE
2013/2014

Abstract

Il territorio è un deposito di segni, dove nel tempo le diverse generazioni hanno lasciato elementi distintivi e stratificazioni: per questo motivo è importante che venga osservato nella sua complessità in quanto portatore di valori culturali e socio-economici, manifestando la sua identità nella coscienza cittadina. In questo contesto la cartiera Vita Mayer si colloca nel complicato sistema territoriale della Valle Olona, che, durante il corso degli anni ha subito diverse trasformazioni imponendosi in Lombardia all’inizio del Novecento come una delle maggiori aree industrializzate. Lungo il corso del fiume sono presenti manifatture già dalla prima metà dell’Ottocento, ma i numerosi complessi industriali abbandonati costituiscono un desolante paesaggio, memoria della fiorente produttività della zona. La presenza di ex aree industriali, specie se di grandi dimensioni, comporta un forte impatto e condiziona profondamente l’ambito in cui si collocano. La Cartiera Vita&Mayer rappresenta una punto critico nel sistema territoriale, in quanto si pone come una grande area abbandonata tra due sistema urbani: Cairate e Lonate Ceppino. Quest’area va intesa come una zona limite, spazio di transizione che nella sua espressione emblematica “non è il punto in cui una cosa finisce, ma a partire dal quale una cosa inizia la sua essenza” Avvalendosi di questo pensiero si inserisce l’idea di progettare in quest’area abbandonata, una zona limite, di confine che può creare un collegamento sia a scala locale che a quella globale ricompattando i tessuti. Il progetto prevede di ridare significato ad un area dismessa, creando un polo d’incontro tra artisti, imprenditori e cittadini, capaci di innescare processi di cambiamento e sviluppo culturale, sociale tecnologico, economico e produttivo, creando significativi benefici alla comunità locale. L’innovazione è uno degli aspetti principali nella nostra società, la quale è strettamente legata alla creatività e a valori culturali, inoltre è dimostrato come il valore artistico e creativo in questo periodo di crisi sia uno dei maggiori fattori di influenza positiva di sviluppo e progresso. Il concetto di attrattore creativo include molteplici discipline tra cui quella economica, politica e sociale e si avvale di diverse piattaforme, tra cui una meno tangibile composta da siti internet, iniziative locali e strategie di mercato. In questa prospettiva lo spazio urbano può essere riconfigurato attraverso l’azione sinergetica tra architettura e iniziative locali, diventando un nuovo punto nevralgico di riferimento per i comuni limitrofi, la Provincia e la Regione.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Descrizione: FRONTESPIZIO; ABSTRACT; TAVOLE DI PROGETTO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93611