Barriere e driver all'implementazione di interventi di efficienza energetica nel comparto manifatturiero lombardo

Le problematiche ambientali sono entrate nell’agenda di tutti i governi a fronte delle preoccupazioni per l’aumento dei consumi energetici e i rischi ad esso correlati, ma le politiche in atto difficilmente raggiungeranno l’obbiettivo di aumentare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020. Il settore industriale, allocando oltre il 52% dei consumi mondiali di energia, gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo obbiettivo. Da trent’anni gli studiosi indagano quello che è stato definito il gap di efficienza, ossia il divario tra il tasso effettivo di adozione delle tecnologie energeticamente efficienti e il tasso ottimale, e la causa della sua esistenza è la presenza di ostacoli di molteplice natura, abbondantemente analizzati dalla letteratura. A questi ostacoli, che chiameremo barriere, i decisori (aziendali o politici che siano) devono contrapporre delle azioni atte ad abbatterne l’effetto inibitorio, ossia degli strumenti (i driver) che, elimanando le barriere, consentano il raggiungimento dell’efficienza energetica. Questo lavoro, mediante un’indagine sul campo, vuole indagare quali sono, come e quanto agiscono le barriere ed i driver all’efficienza energetica nel comparto manifatturiero lombardo. Dopo un excursus bibliografico per comprendere lo stato dell’arte delle tassonomie di barriere e driver viene presentato il modello concettuale che lega le barriere e i driver al processo decisionale che porta l’azienda all’implementazione delle misure di efficienza energetica, ed in seguito vengono presentati e commentati i risultati dell’indagine, al fine di comprendere quali siano le barriere più rilevanti secondo la percezione dell’azienda e come porvi rimedio.