Lo studio, l’analisi e la progettazione sul territorio lariano nascono da un interesse sviluppatosi a partire da un semplice viaggio in battello. Osservando il prospetto continuo e frastagliato della sponda occidentale del lago, da Como a Menaggio, la natura paesaggistica e la poeticità proprie del luogo (numerosi e celebri gli scrittori che vi soggiornarono, da Mark Twain a Stendhal) si sono rivelate importanti ai fini di scegliere, e stabilire, uno scenario geografico per il lavoro di tesi. Tra le tante località della provincia di Como, Brienno è stata presa in considerazione alla luce anche dell’alluvione che, nel luglio 2011, ha colpito il paese provocando allagamenti e distruzioni (di case ed elementi architettonici storici). L’intervento sul luogo appariva doveroso e, infine, si è allargato definendo un apparato progettuale che coinvolge una porzione più ampia di comune, che si estende in altitudine e che incorpora quel sistema di percorsi escursionistici e sentieri storici (nella maggior parte dei casi, coincidenti) il cui recupero culturale, e territoriale, è stato promosso dalla Regione Lombardia con la collaborazione del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano. La nostra indagine segue le orme delle ricerche condotte a questo proposito e del lavoro redatto dal notaio Guido Roveda intitolato “Ricerca e documentazione per la storia di Brienno” (e anticipato da un ulteriore studio del 1986 “Filande e filandieri a Brienno”), con la consapevolezza crescente di un patrimonio culturale diffuso in tutta la provincia che fa tesoro di una delle tradizioni proprie del luogo: la gelsibachicoltura. Un patrimonio composto di dati, fatti e persone che costituiscono la memoria collettiva del paese e sui quali si potrebbe ulteriormente indagare. Uno dei tanti aspetti che rendono il Lago di Como una meta turistica unica, oltre ai paesaggi ameni, è la presenza e la solidità di un’azienda turistica che promuove ed esalta la conoscenza del territorio locale e della sua storia. Nella fattispecie, a Brienno opera, a partire dal 1988, l’Associazione degli Amici della Filanda il cui scopo principale è quello di favorire l’organizzazione di mostre o altre iniziative di alto livello culturale che possano trovare nel salone dell’ex filanda alla Röla la loro naturale sede. Attraverso gli studi condotti, la nostra attenzione si è soffermata su determinati elementi che caratterizzano Brienno: una fitta rete di percorsi escursionistici che collegano il paese alle zone montane circostanti; la presenza di agglomerati rurali caduti quasi completamente in disuso; la mancanza di un reale polo attrattivo nel centro del paese. I piccoli borghi di Generese, Carpino, Somaina e Palaina sono accomunati tra loro per tipologia edilizia e nascono dall’insieme di pochi edifici, principalmente monolocali, costruiti in pietra lasciata a vista, solai lignei e coperture in piode (con struttura portante in legno). Tutti e quattro gli agglomerati sorgono lungo sentieri, alcuni dei quali corrono paralleli al lago e alla via Regina, altri ascensionali (come il Percorso Botanico, che da Brienno giunge a Pian d’erba attraversando le tre fasce climatiche, lungo il quale è possibile osservare il mutamento della vegetazione ad ogni passo), tutti riconosciuti in ambito regionale. L’approccio progettuale proposto parte dalla riqualificazione e dal riallestimento dei percorsi escursionistici che collegano i borghi, ai quali sarà data nuova vita attraverso un metodo gestionale che, dagli anni ’80 del Novecento, si sta sviluppando sul territorio italiano: l’Albergo Diffuso. Il progetto si concentra sulla frazione di Carpino da intendersi come modello architettonico e gestionale per lo sviluppo degli altri agglomerati. Come pied à terre nel centro di Brienno è stata individuata un’ex filanda, ora proprietà della famiglia Mantero, ideale per la posizione in riva al lago, accanto all’attracco della Röla e alla chiesa parrocchiale. L’edificio è frutto dell’unione di una palazzina contente appartamenti, un tempo destinati a dormitori per le operaie della filanda, e la filanda vera e propria. Il grande spazio ad aula, in origine occupato dai macchinari per filare i bozzoli di seta, si presta ad ospitare eventi, mostre e tutte quelle attività difficilmente svolgibili presso i borghi.

Brienno : un nuovo approccio per il recupero di un borgo rurale dismesso

GRIGOLETTI, SIMONE;FUMAGALLI, GIULIA;CAPUTO, VALENTINA
2013/2014

Abstract

Lo studio, l’analisi e la progettazione sul territorio lariano nascono da un interesse sviluppatosi a partire da un semplice viaggio in battello. Osservando il prospetto continuo e frastagliato della sponda occidentale del lago, da Como a Menaggio, la natura paesaggistica e la poeticità proprie del luogo (numerosi e celebri gli scrittori che vi soggiornarono, da Mark Twain a Stendhal) si sono rivelate importanti ai fini di scegliere, e stabilire, uno scenario geografico per il lavoro di tesi. Tra le tante località della provincia di Como, Brienno è stata presa in considerazione alla luce anche dell’alluvione che, nel luglio 2011, ha colpito il paese provocando allagamenti e distruzioni (di case ed elementi architettonici storici). L’intervento sul luogo appariva doveroso e, infine, si è allargato definendo un apparato progettuale che coinvolge una porzione più ampia di comune, che si estende in altitudine e che incorpora quel sistema di percorsi escursionistici e sentieri storici (nella maggior parte dei casi, coincidenti) il cui recupero culturale, e territoriale, è stato promosso dalla Regione Lombardia con la collaborazione del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano. La nostra indagine segue le orme delle ricerche condotte a questo proposito e del lavoro redatto dal notaio Guido Roveda intitolato “Ricerca e documentazione per la storia di Brienno” (e anticipato da un ulteriore studio del 1986 “Filande e filandieri a Brienno”), con la consapevolezza crescente di un patrimonio culturale diffuso in tutta la provincia che fa tesoro di una delle tradizioni proprie del luogo: la gelsibachicoltura. Un patrimonio composto di dati, fatti e persone che costituiscono la memoria collettiva del paese e sui quali si potrebbe ulteriormente indagare. Uno dei tanti aspetti che rendono il Lago di Como una meta turistica unica, oltre ai paesaggi ameni, è la presenza e la solidità di un’azienda turistica che promuove ed esalta la conoscenza del territorio locale e della sua storia. Nella fattispecie, a Brienno opera, a partire dal 1988, l’Associazione degli Amici della Filanda il cui scopo principale è quello di favorire l’organizzazione di mostre o altre iniziative di alto livello culturale che possano trovare nel salone dell’ex filanda alla Röla la loro naturale sede. Attraverso gli studi condotti, la nostra attenzione si è soffermata su determinati elementi che caratterizzano Brienno: una fitta rete di percorsi escursionistici che collegano il paese alle zone montane circostanti; la presenza di agglomerati rurali caduti quasi completamente in disuso; la mancanza di un reale polo attrattivo nel centro del paese. I piccoli borghi di Generese, Carpino, Somaina e Palaina sono accomunati tra loro per tipologia edilizia e nascono dall’insieme di pochi edifici, principalmente monolocali, costruiti in pietra lasciata a vista, solai lignei e coperture in piode (con struttura portante in legno). Tutti e quattro gli agglomerati sorgono lungo sentieri, alcuni dei quali corrono paralleli al lago e alla via Regina, altri ascensionali (come il Percorso Botanico, che da Brienno giunge a Pian d’erba attraversando le tre fasce climatiche, lungo il quale è possibile osservare il mutamento della vegetazione ad ogni passo), tutti riconosciuti in ambito regionale. L’approccio progettuale proposto parte dalla riqualificazione e dal riallestimento dei percorsi escursionistici che collegano i borghi, ai quali sarà data nuova vita attraverso un metodo gestionale che, dagli anni ’80 del Novecento, si sta sviluppando sul territorio italiano: l’Albergo Diffuso. Il progetto si concentra sulla frazione di Carpino da intendersi come modello architettonico e gestionale per lo sviluppo degli altri agglomerati. Come pied à terre nel centro di Brienno è stata individuata un’ex filanda, ora proprietà della famiglia Mantero, ideale per la posizione in riva al lago, accanto all’attracco della Röla e alla chiesa parrocchiale. L’edificio è frutto dell’unione di una palazzina contente appartamenti, un tempo destinati a dormitori per le operaie della filanda, e la filanda vera e propria. Il grande spazio ad aula, in origine occupato dai macchinari per filare i bozzoli di seta, si presta ad ospitare eventi, mostre e tutte quelle attività difficilmente svolgibili presso i borghi.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
23-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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