Nella società postmoderna a causa di profonde trasformazioni sociali e spazio/temporali, si sono creati sempre più “tempi e spazi vuoti”, che influenzano il nostro vissuto quotidiano. La condizione dell’essere in attesa rientra in questi “vuoti” e diviene elemento ricorrente all’interno della città contemporanea. Nell’elaborato, mi concentrerò sugli spazi dell’attesa di lunga durata, un tema di particolare interesse, che si confronta con un impatto psicologico molto più forte rispetto a quelle con durata inferiore. In particolare legato all’ambito del trasporto low-cost che, a causa di una spasmodica ottimizzazione spaziale, acquista un interesse a favore di questa problematica solo se in relazione ad un intrattenimento commerciale. Il proposito progettuale è quello d’insinuarsi all’interno di uno spazio residuale: le aree check-in, divenuti luoghi di scarto e avendo perso gran parte del loro scopo precipuo. L’utente si auto appropria di questi luoghi quando il proprio volo viene cancellato o rimandato per molte ore, egli che vive uno stato di forte tensione psicologica, si trova costretto a doversi confrontare con l’esigenza di auto allestire lo spazio. Creare un format allestitivo che possa liberare il viaggiatore da quest’emozione, poiché sono proprio le emozioni che influenzano la percezione del tempo ed essa influenza la percezione dello spazio, tutto in un perenne rapporto biunivoco. Utilizzare il modulo e la sua ritmicità come escamotage per poter materializzare il tempo, prestando però attenzione però di mantenere un legame più domestico e giocoso con lo spazio, per evitare d’incorrere nell’esasperazione del senso dispersivo/ossessivo dell’aeroporto. Tuttavia il primo fattore progettuale deve essere il benessere dei viaggiatori, tutti con un modo differente di percepire e relazionarsi con lo spazio, permettendogli quindi di poterlo vivere seconda della sue necessità.

Spazio per l'attesa low cost : un modulo per la percezione di spazio e tempo

BETTONI, ALESSIA
2013/2014

Abstract

Nella società postmoderna a causa di profonde trasformazioni sociali e spazio/temporali, si sono creati sempre più “tempi e spazi vuoti”, che influenzano il nostro vissuto quotidiano. La condizione dell’essere in attesa rientra in questi “vuoti” e diviene elemento ricorrente all’interno della città contemporanea. Nell’elaborato, mi concentrerò sugli spazi dell’attesa di lunga durata, un tema di particolare interesse, che si confronta con un impatto psicologico molto più forte rispetto a quelle con durata inferiore. In particolare legato all’ambito del trasporto low-cost che, a causa di una spasmodica ottimizzazione spaziale, acquista un interesse a favore di questa problematica solo se in relazione ad un intrattenimento commerciale. Il proposito progettuale è quello d’insinuarsi all’interno di uno spazio residuale: le aree check-in, divenuti luoghi di scarto e avendo perso gran parte del loro scopo precipuo. L’utente si auto appropria di questi luoghi quando il proprio volo viene cancellato o rimandato per molte ore, egli che vive uno stato di forte tensione psicologica, si trova costretto a doversi confrontare con l’esigenza di auto allestire lo spazio. Creare un format allestitivo che possa liberare il viaggiatore da quest’emozione, poiché sono proprio le emozioni che influenzano la percezione del tempo ed essa influenza la percezione dello spazio, tutto in un perenne rapporto biunivoco. Utilizzare il modulo e la sua ritmicità come escamotage per poter materializzare il tempo, prestando però attenzione però di mantenere un legame più domestico e giocoso con lo spazio, per evitare d’incorrere nell’esasperazione del senso dispersivo/ossessivo dell’aeroporto. Tuttavia il primo fattore progettuale deve essere il benessere dei viaggiatori, tutti con un modo differente di percepire e relazionarsi con lo spazio, permettendogli quindi di poterlo vivere seconda della sue necessità.
MURIALDO, FRANCESCA
ARC III - Scuola del Design
25-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93948