Una moda passeggera che presto sarà scavalcata da qualche nuova tendenza anglofila? Oppure la tangibile manifestazione di una nuova era, di un nuovo spirito, di un nuovo essere? Temporary shop. Temporary store. Pop-up store. Guerrilla store. Shop-in-shop. Shop on wheel. Road show. Concept store. Flagship store... Considerati le nuove frontiere del retail, questi neologismi da scioglilingua - che tanto creano suspance e aspettativa - sono uniti da un comun denominatore che li ha resi tanto popolari: il fattore tempo. Spalleggiati da una società del consumo avanzato, dove per definizione tutto è passeggero, queste (quasi) nuove forme di negozio sembrano essere la risposta più spontanea ad una nuova era di consumo, nella quale non è più la marca a proporsi insistentemente al consumatore ma è proprio quest’ultimo che incuriosito da quell’oggetto tanto sfuggevole, lo desidera, lo insegue, lo compra. Una moda passeggera che presto sarà scavalcata da qualche nuova tendenza anglofila? Oppure la tangibile manifestazione di una nuova era, di un nuovo spirito, di un nuovo essere? Inizia così una riflessione sul contesto socio-economico dell’ultimo decennio che mette presto in luce una notevole alterazione di quei valori che, fino a quel momento, erano considerati i cardini della società. La crisi economico-finanziaria, una sovrabbondanza dell’offerta, una pressione concorrenziale, la comparsa di nuove tecnologie, la sovrapposizione camaleontica di beni a servizi hanno contribuito a variare la scala delle priorità e dei valori. Per approfondire questa fase di mutazione, è stato d’obbligo partire da quelli che possono essere considerati per eccellenza i tre “soli” del sistema retail: l’atto del consumo, il consumatore e il luogo del consumo, analizzati prendendo in considerazione i due assi dello spazio e del tempo. Il sistema retail, considerando uno degli specchi più fedeli della società, è stato infatti testimone e al contempo oggetto di un lento, ma continuo, processo di trasformazione. Una riflessione che diventa analisi e raccolta di casi studio del passato e del presente per trovare infine concretezza in un’ipotesi progettuale che risponda a quella voce tanto insistente che sussurra, al di là della vetrina, “Comprami perché domani non ci sono più”.

It is time for time. Retail 2025. Tempo e temporaneo nel punto vendita : una risposta alla fluida metamorfosi del consum-autore

TADDIA, CLAUDIA
2013/2014

Abstract

Una moda passeggera che presto sarà scavalcata da qualche nuova tendenza anglofila? Oppure la tangibile manifestazione di una nuova era, di un nuovo spirito, di un nuovo essere? Temporary shop. Temporary store. Pop-up store. Guerrilla store. Shop-in-shop. Shop on wheel. Road show. Concept store. Flagship store... Considerati le nuove frontiere del retail, questi neologismi da scioglilingua - che tanto creano suspance e aspettativa - sono uniti da un comun denominatore che li ha resi tanto popolari: il fattore tempo. Spalleggiati da una società del consumo avanzato, dove per definizione tutto è passeggero, queste (quasi) nuove forme di negozio sembrano essere la risposta più spontanea ad una nuova era di consumo, nella quale non è più la marca a proporsi insistentemente al consumatore ma è proprio quest’ultimo che incuriosito da quell’oggetto tanto sfuggevole, lo desidera, lo insegue, lo compra. Una moda passeggera che presto sarà scavalcata da qualche nuova tendenza anglofila? Oppure la tangibile manifestazione di una nuova era, di un nuovo spirito, di un nuovo essere? Inizia così una riflessione sul contesto socio-economico dell’ultimo decennio che mette presto in luce una notevole alterazione di quei valori che, fino a quel momento, erano considerati i cardini della società. La crisi economico-finanziaria, una sovrabbondanza dell’offerta, una pressione concorrenziale, la comparsa di nuove tecnologie, la sovrapposizione camaleontica di beni a servizi hanno contribuito a variare la scala delle priorità e dei valori. Per approfondire questa fase di mutazione, è stato d’obbligo partire da quelli che possono essere considerati per eccellenza i tre “soli” del sistema retail: l’atto del consumo, il consumatore e il luogo del consumo, analizzati prendendo in considerazione i due assi dello spazio e del tempo. Il sistema retail, considerando uno degli specchi più fedeli della società, è stato infatti testimone e al contempo oggetto di un lento, ma continuo, processo di trasformazione. Una riflessione che diventa analisi e raccolta di casi studio del passato e del presente per trovare infine concretezza in un’ipotesi progettuale che risponda a quella voce tanto insistente che sussurra, al di là della vetrina, “Comprami perché domani non ci sono più”.
ARC III - Scuola del Design
25-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/94062