Ispirata alla casa giapponese, la casa modulare è composta da una serie di ambienti che, affiancati secondo le necessità, andranno a configurare soluzioni abitative rispondenti ad esigenze di temporaneità e superficie diverse. Il volume dei singoli moduli non rappresenta un minimo dell’abitare ma deriva dall’organizzazione dell’arredo interno ed è tale da soddisfare soluzioni organizzative che variano dall’alloggio minimo ad architetture più tradizionali e articolate, dallo spazio privato a quello condiviso. Entro questo limite tridimensionale sono organizzati struttura e arredo, completati poi da elementi perimetrali rispondenti ad esigenze tecniche e relazionali tra due ambienti interni o con quello esterno. Il sistema della casa modulare è impiegato per la valorizzazione di quei luoghi inutilizzati della città che, in attesa di essere ripristinati, possono ospitare attività temporanee, ponendo cosi l’attenzione sullo sfruttamento del patrimonio urbanistico esistente; i cosiddetti “ecomostri” spesso sono grandi progetti interrotti sul nascere, che lasciano sul territorio il loro scheletro in uno stato sospeso tra l’abbandono e la possibilità di diventare parte attiva della città. La struttura portante, le connessioni verticali presenti o facilmente inseribili negli spazi a loro predisposti, la presenza sul sito degli allacciamenti tecnici necessari, e le superfici libere, forniscono un luogo ideale nel quale allestire residenze temporanee flessibili che, a seconda dei loro ospiti e della durata per la quale sono richieste, possono essere configurate rispettando l’unico vincolo della struttura portante dello scheletro urbano.

Riuso modulare : alloggi configurabili negli scheletri urbani

BONI, FRANCESCO
2013/2014

Abstract

Ispirata alla casa giapponese, la casa modulare è composta da una serie di ambienti che, affiancati secondo le necessità, andranno a configurare soluzioni abitative rispondenti ad esigenze di temporaneità e superficie diverse. Il volume dei singoli moduli non rappresenta un minimo dell’abitare ma deriva dall’organizzazione dell’arredo interno ed è tale da soddisfare soluzioni organizzative che variano dall’alloggio minimo ad architetture più tradizionali e articolate, dallo spazio privato a quello condiviso. Entro questo limite tridimensionale sono organizzati struttura e arredo, completati poi da elementi perimetrali rispondenti ad esigenze tecniche e relazionali tra due ambienti interni o con quello esterno. Il sistema della casa modulare è impiegato per la valorizzazione di quei luoghi inutilizzati della città che, in attesa di essere ripristinati, possono ospitare attività temporanee, ponendo cosi l’attenzione sullo sfruttamento del patrimonio urbanistico esistente; i cosiddetti “ecomostri” spesso sono grandi progetti interrotti sul nascere, che lasciano sul territorio il loro scheletro in uno stato sospeso tra l’abbandono e la possibilità di diventare parte attiva della città. La struttura portante, le connessioni verticali presenti o facilmente inseribili negli spazi a loro predisposti, la presenza sul sito degli allacciamenti tecnici necessari, e le superfici libere, forniscono un luogo ideale nel quale allestire residenze temporanee flessibili che, a seconda dei loro ospiti e della durata per la quale sono richieste, possono essere configurate rispettando l’unico vincolo della struttura portante dello scheletro urbano.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/94095