A partire dal secondo dopoguerra la città di Pesaro ha subito un notevole cambiamento dovuto alla progressiva industrializzazione delle attività artigianali e allo sviluppo del turismo: oggi si è estesa arrivando ad occupare in maniera incongrua anche l’entroterra. La bassa valle del Foglia è caratterizzata da una serie di impianti urbani ed industriali che si sono attestati incastonando l’edificato anche nelle anse fluviali senza lasciare zone filtro con l’area di sedime: dunque anche in questi luoghi le dinamiche di trasformazione territoriale hanno portato alla nascita di grandi piastre industriali. Il litorale è ormai completamente privo di tratti che non abbiano subito interventi di antropizzazione, senza però presentare una vera soluzione di continuità. Questo sistema insediativo è il risultato di una mancanza di pianificazione urbanistica integrata. Nonostante ciò sono ancora presenti delle aree dove si sono preservate delle caratteristiche territoriali che riescono ancora ad emergere e a lasciare un segno sul paesaggio. Sono state riscontrate delle vie alternative per uno sviluppo più coerente con il territorio. Un cambio di paradigma della costruzione della città è stato decisivo per la scelta dell’area d’intervento: non ha più senso concentrare lo sviluppo della città lungo la fascia litoranea, ma è altrettanto importante contenere e razionalizzare il consumo di suolo. Da queste ragioni è emersa la scelta di intervenire su un’area di particolare interesse territoriale e ambientale, che negli anni è stata messa in secondo piano e sfruttata a soli scopi funzionali ed economici che ricade in una nelle zona limitrofa all’asta fluviale, attualmente occupata da un distretto industriale. Pertanto risulta necessario consentire un uso più responsabile di uno spazio di straordinario fascino come quello lungo l’asta fluviale e negli immediati dintorni, l’accesso al quale è di fatto impedito dalle condizioni di abbandono e di degrado in cui verte: in questo modo è possibile cogliere le potenzialità intrinseche a questo luogo, creando nuove opportunità di sviluppo. La realtà pesarese si poggia principalmente sul settore secondario, basandosi su un modello economico costituito da piccole e medie imprese autoctone a conduzione familiare, diffuse sul territorio e organizzate in sistemi integrati, chiamati distretti. Per questa ragione il settore terziario risulta meno sviluppato rispetto ad altre realtà nazionali. Per indirizzare le scelte future verso un miglioramento dell’equilibrio tra i diversi settori economici, il progetto propone di insediare un nuovo centro direzionale nella città, creando un mix funzionale più organico con un’elevata quota di terziario. A differenza delle città limitrofe che si concentrano su un unico tipo di turismo (Rimini/Riccione/Cattolica a livello balneare, Urbino e dintorni a livello culturale), Pesaro si colloca in una posizione strategica che offre attrattive di diversa qualità: risulta dunque fondamentale valorizzare il rapporto con il suo centro storico, la città di Urbino e i borghi limitrofi, il Monte San Bartolo, oltre che con la costa. In questo modo un obiettivo di progetto è quello di integrare le differenti tipologie di turismo che accoglie il contesto dando luogo a una nuova centralità. La presenza dei molteplici distretti industriali legati a realtà di rilevanza internazionale e la scelta di insediarvi nuovi edifici direzionali, attribuiscono alla città un elevato potenziale anche dal punto di vista del turismo d’affari.
Economia del territorio e trasformazioni urbane : una nuova centralità per lo sviluppo di Pesaro
PICONE, ALESSANDRO;GIACOMAZZI, SARA
2013/2014
Abstract
A partire dal secondo dopoguerra la città di Pesaro ha subito un notevole cambiamento dovuto alla progressiva industrializzazione delle attività artigianali e allo sviluppo del turismo: oggi si è estesa arrivando ad occupare in maniera incongrua anche l’entroterra. La bassa valle del Foglia è caratterizzata da una serie di impianti urbani ed industriali che si sono attestati incastonando l’edificato anche nelle anse fluviali senza lasciare zone filtro con l’area di sedime: dunque anche in questi luoghi le dinamiche di trasformazione territoriale hanno portato alla nascita di grandi piastre industriali. Il litorale è ormai completamente privo di tratti che non abbiano subito interventi di antropizzazione, senza però presentare una vera soluzione di continuità. Questo sistema insediativo è il risultato di una mancanza di pianificazione urbanistica integrata. Nonostante ciò sono ancora presenti delle aree dove si sono preservate delle caratteristiche territoriali che riescono ancora ad emergere e a lasciare un segno sul paesaggio. Sono state riscontrate delle vie alternative per uno sviluppo più coerente con il territorio. Un cambio di paradigma della costruzione della città è stato decisivo per la scelta dell’area d’intervento: non ha più senso concentrare lo sviluppo della città lungo la fascia litoranea, ma è altrettanto importante contenere e razionalizzare il consumo di suolo. Da queste ragioni è emersa la scelta di intervenire su un’area di particolare interesse territoriale e ambientale, che negli anni è stata messa in secondo piano e sfruttata a soli scopi funzionali ed economici che ricade in una nelle zona limitrofa all’asta fluviale, attualmente occupata da un distretto industriale. Pertanto risulta necessario consentire un uso più responsabile di uno spazio di straordinario fascino come quello lungo l’asta fluviale e negli immediati dintorni, l’accesso al quale è di fatto impedito dalle condizioni di abbandono e di degrado in cui verte: in questo modo è possibile cogliere le potenzialità intrinseche a questo luogo, creando nuove opportunità di sviluppo. La realtà pesarese si poggia principalmente sul settore secondario, basandosi su un modello economico costituito da piccole e medie imprese autoctone a conduzione familiare, diffuse sul territorio e organizzate in sistemi integrati, chiamati distretti. Per questa ragione il settore terziario risulta meno sviluppato rispetto ad altre realtà nazionali. Per indirizzare le scelte future verso un miglioramento dell’equilibrio tra i diversi settori economici, il progetto propone di insediare un nuovo centro direzionale nella città, creando un mix funzionale più organico con un’elevata quota di terziario. A differenza delle città limitrofe che si concentrano su un unico tipo di turismo (Rimini/Riccione/Cattolica a livello balneare, Urbino e dintorni a livello culturale), Pesaro si colloca in una posizione strategica che offre attrattive di diversa qualità: risulta dunque fondamentale valorizzare il rapporto con il suo centro storico, la città di Urbino e i borghi limitrofi, il Monte San Bartolo, oltre che con la costa. In questo modo un obiettivo di progetto è quello di integrare le differenti tipologie di turismo che accoglie il contesto dando luogo a una nuova centralità. La presenza dei molteplici distretti industriali legati a realtà di rilevanza internazionale e la scelta di insediarvi nuovi edifici direzionali, attribuiscono alla città un elevato potenziale anche dal punto di vista del turismo d’affari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/94105