Rifugi urbani per city users, nella città di Milano. Il tessile architettonico, al servizio dell' abitare contemporaneo

Il lavoro di tesi analizza le possibili interconnessioni progettuali che si possono instaurare tra alcune parole chiave : Smart city, cityusers e tessile architettonico. Le stesse sono state, in un secondo momento le direttrici per la progettazione di residenze temporanee in due differenti contesti, nella città di Milano. Un excursus storico, su quella che è stata l’evoluzione dell’ idea urbana attraverso tutto il XX secolo, è stato il punto di partenza che ha permesso di fissare la definizione di Smart City, come attuale visione dello spazio urbano , e scenografia per qualsiasi proposta progettuale. Si è poi evidenziato il mutamento dello stesso spazio residenziale, modificato sia negli esiti formali che nelle modalità costruttive, dai congiunturali eventi dell’ ultimo secolo. Nuovi stili di vita, e nuove convenzioni sociali, hanno così decretato la necessità di progettare spazi minimi che si adattassero ai contemporanei modi di vivere in maniera nomade la città da parte del cittadino globale. Se da un lato il ricorso a modalità costruttive prefabbricate, è riconducibile alla necessità di ridurre la tempistica costruttiva e l’importo economico dei processi costruttivi, dall’ altro si lega anche con la possibilità di promuovere manufatti architettonici smontabili, affini ad visione ambientale e sostenibile della filiera costruttiva e del contesto urbano. Il tessile architettonico, è stato quindi utilizzato come materia per caratterizzare spazi residenziali temporanei, vicini ad un’ idea archetipa di rifugio nomade, ma attuale negli esiti formali e prestazionali.