Le grandi cattedrali della produzione industriale si mostrano ai giorni nostri come enormi rovine la cui condizione non riesce a celare la forte contraddizione che le caratterizza, sospese tra romanticismo e aggressività; la piena consapevolezza della scala sovrumana che le contraddistingue diventa il punto di partenza per una nuova progettazione integrata al territorio, nella quale ci si possa poggiare per riscoprire gli spazi in una chiave congrua con la società contemporanea. Ed è gravitando attorno al costruito che si può tentare di proporre un nuovo racconto per il prezioso patrimonio industriale dei primi del ‘900 situato nella Valle Seriana in Provincia di Bergamo; un costruito monumento esso stesso di storia e sviluppo del lavoro, comunicazione del passato e opportunità d’uso per il presente. In particolare questa operazione viene rivolta a un grande edificio simbolo del lavoro e dello sviluppo industriale italiano nella produzione del cemento. Il lavoro di tesi si pone come obiettivo la restituzione in vita e la riscoperta degli spazi legati all’ex Cementificio Pesenti situato ad Alzano Lombardo, un grande monumento industriale attualmente sospeso tra il fossile e la rovina, destinato all’autodistruzione nelle odierne condizioni di totale abbandono. Affascinati dalle suggestioni e dalle esperienze sensoriali che fanno di questo edificio un tempio sacro della storia del lavoro e dell’esperienza che avveniva all’interno dello stesso, il progetto nasce nel momento in cui si accetta l’inadeguatezza della scala che lo rappresenta, la necessità di mantenere la rovina come testimonianza della storia dell’edificio e la possibilità di inserire nuovi pretesti d’uso per rendere vivi e fruibili gli spazi che l’architettura offre. Dal cuore pulsante che si presenta nella sua maestosità e decadimento, antico foro e nuova piazza centrale, attorno ad esso si inseriscono nuove attività ricreative e culturali che ne rivalorizzano gli spazi. Si è deciso di intervenire per fasi, in primo luogo riportando l’edificio al grado zero ed eliminandone le superfetazioni discordanti col linguaggio della struttura, in seguito sono state inserite le nuove funzioni nel rispetto della preesistenza; si è deciso di operare senza interferire direttamente sulla struttura, gravitando quasi sugli spazi, interpretando l’esistente e le qualità intrinseche dell’opera per restituire l’architettura alla collettività.

Il futuro del passato. Cementificio Pesenti : itinerari riscoperti all'interno del monumento addormentato

MANDAS, EMANUELA;BALDUZZI, GIULIA
2013/2014

Abstract

Le grandi cattedrali della produzione industriale si mostrano ai giorni nostri come enormi rovine la cui condizione non riesce a celare la forte contraddizione che le caratterizza, sospese tra romanticismo e aggressività; la piena consapevolezza della scala sovrumana che le contraddistingue diventa il punto di partenza per una nuova progettazione integrata al territorio, nella quale ci si possa poggiare per riscoprire gli spazi in una chiave congrua con la società contemporanea. Ed è gravitando attorno al costruito che si può tentare di proporre un nuovo racconto per il prezioso patrimonio industriale dei primi del ‘900 situato nella Valle Seriana in Provincia di Bergamo; un costruito monumento esso stesso di storia e sviluppo del lavoro, comunicazione del passato e opportunità d’uso per il presente. In particolare questa operazione viene rivolta a un grande edificio simbolo del lavoro e dello sviluppo industriale italiano nella produzione del cemento. Il lavoro di tesi si pone come obiettivo la restituzione in vita e la riscoperta degli spazi legati all’ex Cementificio Pesenti situato ad Alzano Lombardo, un grande monumento industriale attualmente sospeso tra il fossile e la rovina, destinato all’autodistruzione nelle odierne condizioni di totale abbandono. Affascinati dalle suggestioni e dalle esperienze sensoriali che fanno di questo edificio un tempio sacro della storia del lavoro e dell’esperienza che avveniva all’interno dello stesso, il progetto nasce nel momento in cui si accetta l’inadeguatezza della scala che lo rappresenta, la necessità di mantenere la rovina come testimonianza della storia dell’edificio e la possibilità di inserire nuovi pretesti d’uso per rendere vivi e fruibili gli spazi che l’architettura offre. Dal cuore pulsante che si presenta nella sua maestosità e decadimento, antico foro e nuova piazza centrale, attorno ad esso si inseriscono nuove attività ricreative e culturali che ne rivalorizzano gli spazi. Si è deciso di intervenire per fasi, in primo luogo riportando l’edificio al grado zero ed eliminandone le superfetazioni discordanti col linguaggio della struttura, in seguito sono state inserite le nuove funzioni nel rispetto della preesistenza; si è deciso di operare senza interferire direttamente sulla struttura, gravitando quasi sugli spazi, interpretando l’esistente e le qualità intrinseche dell’opera per restituire l’architettura alla collettività.
CORTI, DAVIDE
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/94152