La tesi contiene una riflessione storica sull’arredo urbano visto nella sua evoluzione dall’esplosione, nella Parigi di Haussmann, alle esperienze italiane degli anni’80: la rivista Arredo Urbano, il Piano del colore di Torino. La storia è tracciata tessendone i legami con il dibattito intorno alla pianificazione della città, che oscilla, nell’arco di tempo considerato, tra una visione tecnica della pianificazione e l’emergere dei temi dell’estetica e della tecnica, con il contributo teorico di Charles Buls prima e Camillo Sitte poi. Arredo urbano, visto quindi, come parte del processo di costruzione della città moderna. La narrazione prosegue con gli avvenimenti del Dopoguerra e la valorizzazione negli anni ’70 dei centri storici nelle città europee che porta di nuovo l’attenzione sul tema dell’arredo urbano, protagonista nel disegno degli spazi aperti; fino ad influenzare il dibattito nelle città italiane, in particolare Torino, che mette in atto diverse sperimentazioni per il recupero dell’arredo storico della città. Il lavoro prosegue con lo studio dell’arredo urbano della città di Milano. In prima analisi sono state studiate le connessioni tra eventi e trasformazioni urbanistiche di ampia scala e interventi che hanno dato luogo alla collocazione di nuovi elementi di arredo urbano: l’Expo del 1906, il Piano del 1910, il Piano Albertini, etc. Individuate alcune categorie, come l’illuminazione, i trasporti, il verde pubblico, le fontane, i monumenti onorari, che hanno costituito l’arredo della città; se ne è tracciata l’evoluzione cronologica e topografica. Attraverso una ricerca iconografica e archivistica, è stato possibile, per ogni suddivisione temporale, un’area di Milano rappresentativa di tali interventi: Piazza Duomo, Via Dante e Piazzale Cordusio, Galleria Vittorio Emanuele, Piazza della Scala, Piazza V Giornate, Via Fiume, Corso del Littorio, Piazzale Bausan. Si sono, infine, ricostruiti gli interventi significativi di arredo urbano nel dopoguerra: la ricostruzione e il boom economico, la costruzione delle linee metropolitane viste come proseguimento dello spazio pubblico fuori terra, la pedonalizzazione del centro storico, ed infine il dibattito che si è sollevato sul tema in vista di Expo 2015 e che ci si augura possa proseguire oltre questa data. Obiettivo di questo lavoro, oltre ad una ricostruzione storica del tema e di ciò che è stato fatto a Milano, è quello di sollevare l’attenzione su un aspetto sempre di attualità nelle trasformazioni urbane e del quale la ricerca storica compiuta testimonia una ricca tradizione. Si auspica che da essa si parta per una riflessione sull'attualità dell’arredo urbano milanese e non.

La città moderna tra arte pubblica e arredo urbano : il caso di Milano tra 1906 e 2015

PELLEGATTA, LETIZIA
2013/2014

Abstract

La tesi contiene una riflessione storica sull’arredo urbano visto nella sua evoluzione dall’esplosione, nella Parigi di Haussmann, alle esperienze italiane degli anni’80: la rivista Arredo Urbano, il Piano del colore di Torino. La storia è tracciata tessendone i legami con il dibattito intorno alla pianificazione della città, che oscilla, nell’arco di tempo considerato, tra una visione tecnica della pianificazione e l’emergere dei temi dell’estetica e della tecnica, con il contributo teorico di Charles Buls prima e Camillo Sitte poi. Arredo urbano, visto quindi, come parte del processo di costruzione della città moderna. La narrazione prosegue con gli avvenimenti del Dopoguerra e la valorizzazione negli anni ’70 dei centri storici nelle città europee che porta di nuovo l’attenzione sul tema dell’arredo urbano, protagonista nel disegno degli spazi aperti; fino ad influenzare il dibattito nelle città italiane, in particolare Torino, che mette in atto diverse sperimentazioni per il recupero dell’arredo storico della città. Il lavoro prosegue con lo studio dell’arredo urbano della città di Milano. In prima analisi sono state studiate le connessioni tra eventi e trasformazioni urbanistiche di ampia scala e interventi che hanno dato luogo alla collocazione di nuovi elementi di arredo urbano: l’Expo del 1906, il Piano del 1910, il Piano Albertini, etc. Individuate alcune categorie, come l’illuminazione, i trasporti, il verde pubblico, le fontane, i monumenti onorari, che hanno costituito l’arredo della città; se ne è tracciata l’evoluzione cronologica e topografica. Attraverso una ricerca iconografica e archivistica, è stato possibile, per ogni suddivisione temporale, un’area di Milano rappresentativa di tali interventi: Piazza Duomo, Via Dante e Piazzale Cordusio, Galleria Vittorio Emanuele, Piazza della Scala, Piazza V Giornate, Via Fiume, Corso del Littorio, Piazzale Bausan. Si sono, infine, ricostruiti gli interventi significativi di arredo urbano nel dopoguerra: la ricostruzione e il boom economico, la costruzione delle linee metropolitane viste come proseguimento dello spazio pubblico fuori terra, la pedonalizzazione del centro storico, ed infine il dibattito che si è sollevato sul tema in vista di Expo 2015 e che ci si augura possa proseguire oltre questa data. Obiettivo di questo lavoro, oltre ad una ricostruzione storica del tema e di ciò che è stato fatto a Milano, è quello di sollevare l’attenzione su un aspetto sempre di attualità nelle trasformazioni urbane e del quale la ricerca storica compiuta testimonia una ricca tradizione. Si auspica che da essa si parta per una riflessione sull'attualità dell’arredo urbano milanese e non.
DE MAGISTRIS, ALESSANDRO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-lug-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/94165