Verona. Estensione del museo di Castelvecchio

Il progetto di intervento sull’area di piazzetta Castelvecchio nasce dalla necessità di ridare importanza e valore a due elementi di rilevante carattere storico per la città e non solo, quali l’Arco dei Gavi, antica porta di accesso alla città, e i resti di una domus romana ad esso sottostante che è testimonizana dei molteplici passaggi storici e culturali avvenuti nei secoli nella città scaligera. L’intervento affronta il tema della relazione tra il progetto e le preesistenze storico-ambientali, tra invenzione e memoria, giungendo alla ricerca di quell’equilibrio che sottende l’anima romana della città. L’obiettivo prinicpale è dare un volto nuovo a quell’area così ricca di testimonianze storiche ma sempre considerata zona marginale rispetto al centro cittadino. Inglobando l’Arco e l’annesso scavo all’interno di una grande teca di vetro, permettendo così la vista di tutto il complesso antico anche dall’esterno, si è cercato di ridare un immagine all’area, progettando frontestante a tale volume una piazza che non fungesse solamente da area di sosta dei fruitori di servizi pubblici ma che invitasse i visitatori ad entrare all’interno dello spazio museale. Data l’impossibilità di riposizionare l’Arco nella sua posizione originaria, cioè a lato della Torre dell’oroglogio di Castelvecchio nel mezzo di quello che in epoca romana era la via Postumia oggi C.so Cavour, si è optato per lasciare la porta nell’attuale posizione, rendendo lo scavo archeologico accessibile e racchiudere tutti questi elementi all’interno di un unico volume. Fondamentale è risultato essere il forte rapporto con Castelvecchio, sfruttando sia i collegamenti esistenti che la minuziosità nei dettagli di origine scarpiana rirpoposti e rivisitati all’interno del nuovo spazio museale. Il nuovo complesso oltre ad ospitare questi reperti storici che raccontano l’antica origine romana della città veneta, racchiude altri due spazi espostivi, adibiti rispettivamente al racconto della storia di Castelvecchio e all’intervento ultimo dell’Architetto veneziano Carlo Scarpa sul castello stesso.