I profondi e complessi cambiamenti di cui è stata oggetto l’università pubblica negli ultimi 50 anni hanno imposto un radicale cambio di orientamento nelle gestione di queste sempre più grandi istituzioni. L’università delle idee e della ricerca, che produsse pura avanguardia (ci riferiamo, per esempio, al Politecnico di Albini, Colombo, Ponti, ecc.), lascia oggi il passo all’università del numero, del margine, in cui sembra assente una didattica condivisa, una strategia intellettuale, in un ambiente sempre più condizionato da ranking internazionali e bilanci far quadrare. Il problema, complesso e multiforme, si pone in un più ampio contesto di crisi, non solo economica, e prospetta un avvenire incerto; ma sin da ora, come risultato tangibile, possiamo riscontrare un clima di stallo in cui, per prendere ad esempio l’università, il grande numero impedisce (o rende operativamente più complesso) il venire in luce delle specificità proprie del singolo e preclude il confronto e la critica. La giusta aspirazione al sapere democratico si è tradotta perversamente in un appiattimento e un livellamento verso il basso, in cui la logica della maggioranza si impone come logica dominante e legittimata. In buona sostanza, nella maggior parte dei casi la tendenza è ad abbassare il livello per evitare il collasso del sistema, e questo è tanto più evidente quanto più l’università è pubblica, con criteri di ammissione discutibili e, di conseguenza, numericamente congestionata. L’omologazione è espressione e concausa del sistema stesso: un circolo vizioso che condanna le nuove generazioni a uno stato di minorità intellettuale (in larga parte autoinflitto), relegandole nell’impotenza e nell’irrilevanza. A fronte di questa situazione proponiamo la costituzione di una piattaforma per la selezione e la diffusione di ciò che crediamo possa provenire di positivo dall’università e fuori dall’università, riattivando meccanismi di confronto e di riconoscimento all’interno di un terreno sicuramente ancora fertile. Il tentativo, lontano dal mero giudizio valore o disvalore di alcunché, è quello di opporsi alla logica del mercato e della maggioranza costituendo un dibattito in cui la nostra singola opinione di per sé non valga nulla, ma in cui a contare siano le argomentazioni, le competenze, i riferimenti storico-culturali, la credibilità di chi ha fatto un percorso di lavoro ed è in grado di esibirne la storia e le motivazioni. Uno sguardo critico sulla realtà che possa essere “banco di prova” (e allo stesso tempo vetrina) per idee e produzioni: uno spazio pubblico in cui ciascun lavoro sia vivificato dal dibattito e dalla critica e in cui sia possibile elaborare nuove direzioni e criteri condivisi. Il raumplan (letteralmente “piano dello spazio”, spesso tradotto in italiano con l’espressione “sfalsamento dei livelli”) è una pratica architettonica riconducibile ad Adolf Loos. L’architetto viennese introdusse la variazione tettonica come elemento caratterizzante delle sue architetture, dando origine a una percezione nuova e dinamica dell’abitare in cui gli ambienti comunicano a più livelli. Allo stesso modo vogliamo riaprire uno spazio per la varietà e la diversità in un contesto che tende all’omologazione e standardizzazione dei rapporti, spesso ridotti a chiacchiera sterile senza alcuna solida base. Crediamo che il confronto che costituisce dibattito reale, e quindi anche polemica e discussione (non sterile chiacchiera di cortesia), sia l’unico volano funzionale ad una proficua interazione tra esseri umani di buona volontà. Nella situazione attuale dell’editoria e dei new media vediamo scontrarsi due concezioni: una che si limita +a tentare di riprodurre lo stesso schema grafico e concettuale del giornale nei nuovi media, l’altra che vede il prodotto editoriale come un sistema complesso di aggregatori, lettori e social magazine che tende decostruire a poco a poco il classico formato della rivista, dando origine a percorsi semiotici potenzialmente infiniti. Questo panorama ibrido delineerà nuove prospettive e possibilità per l’interazione tra utente e contenuto e, attraverso la costituzione di sistemi complessi che veicolano i contenuti, la gestione delle informazioni può diventare in se stessa contenuto. Le proprietà semantiche attribuite al medium caratterizzano le proprietà del sistema. Per dare vita ad un sistema che abbia tali caratteristiche diversi strumenti lavoreranno parallelamente con l’obiettivo di confluire in un artefatto critico. Dapprima si avrà un blog con il compito di recuperare e archiviare diversi progetti e tematiche. In seguito si opererà una selezione e un’analisi critica di questi contenuti che verranno rielaborati secondo nuove chiavi di lettura, dando vita a un nuovo artefatto. Quest’ultimo, a sua volta, andrà ad influenzare lo stesso archivio dando la possibilità all’utente di esplorarlo secondo parametri “soggettivi”.

Raumplan. A space for critique and research

SCANDOLARA, GIACOMO;DONINI, GABRIELE
2013/2014

Abstract

I profondi e complessi cambiamenti di cui è stata oggetto l’università pubblica negli ultimi 50 anni hanno imposto un radicale cambio di orientamento nelle gestione di queste sempre più grandi istituzioni. L’università delle idee e della ricerca, che produsse pura avanguardia (ci riferiamo, per esempio, al Politecnico di Albini, Colombo, Ponti, ecc.), lascia oggi il passo all’università del numero, del margine, in cui sembra assente una didattica condivisa, una strategia intellettuale, in un ambiente sempre più condizionato da ranking internazionali e bilanci far quadrare. Il problema, complesso e multiforme, si pone in un più ampio contesto di crisi, non solo economica, e prospetta un avvenire incerto; ma sin da ora, come risultato tangibile, possiamo riscontrare un clima di stallo in cui, per prendere ad esempio l’università, il grande numero impedisce (o rende operativamente più complesso) il venire in luce delle specificità proprie del singolo e preclude il confronto e la critica. La giusta aspirazione al sapere democratico si è tradotta perversamente in un appiattimento e un livellamento verso il basso, in cui la logica della maggioranza si impone come logica dominante e legittimata. In buona sostanza, nella maggior parte dei casi la tendenza è ad abbassare il livello per evitare il collasso del sistema, e questo è tanto più evidente quanto più l’università è pubblica, con criteri di ammissione discutibili e, di conseguenza, numericamente congestionata. L’omologazione è espressione e concausa del sistema stesso: un circolo vizioso che condanna le nuove generazioni a uno stato di minorità intellettuale (in larga parte autoinflitto), relegandole nell’impotenza e nell’irrilevanza. A fronte di questa situazione proponiamo la costituzione di una piattaforma per la selezione e la diffusione di ciò che crediamo possa provenire di positivo dall’università e fuori dall’università, riattivando meccanismi di confronto e di riconoscimento all’interno di un terreno sicuramente ancora fertile. Il tentativo, lontano dal mero giudizio valore o disvalore di alcunché, è quello di opporsi alla logica del mercato e della maggioranza costituendo un dibattito in cui la nostra singola opinione di per sé non valga nulla, ma in cui a contare siano le argomentazioni, le competenze, i riferimenti storico-culturali, la credibilità di chi ha fatto un percorso di lavoro ed è in grado di esibirne la storia e le motivazioni. Uno sguardo critico sulla realtà che possa essere “banco di prova” (e allo stesso tempo vetrina) per idee e produzioni: uno spazio pubblico in cui ciascun lavoro sia vivificato dal dibattito e dalla critica e in cui sia possibile elaborare nuove direzioni e criteri condivisi. Il raumplan (letteralmente “piano dello spazio”, spesso tradotto in italiano con l’espressione “sfalsamento dei livelli”) è una pratica architettonica riconducibile ad Adolf Loos. L’architetto viennese introdusse la variazione tettonica come elemento caratterizzante delle sue architetture, dando origine a una percezione nuova e dinamica dell’abitare in cui gli ambienti comunicano a più livelli. Allo stesso modo vogliamo riaprire uno spazio per la varietà e la diversità in un contesto che tende all’omologazione e standardizzazione dei rapporti, spesso ridotti a chiacchiera sterile senza alcuna solida base. Crediamo che il confronto che costituisce dibattito reale, e quindi anche polemica e discussione (non sterile chiacchiera di cortesia), sia l’unico volano funzionale ad una proficua interazione tra esseri umani di buona volontà. Nella situazione attuale dell’editoria e dei new media vediamo scontrarsi due concezioni: una che si limita +a tentare di riprodurre lo stesso schema grafico e concettuale del giornale nei nuovi media, l’altra che vede il prodotto editoriale come un sistema complesso di aggregatori, lettori e social magazine che tende decostruire a poco a poco il classico formato della rivista, dando origine a percorsi semiotici potenzialmente infiniti. Questo panorama ibrido delineerà nuove prospettive e possibilità per l’interazione tra utente e contenuto e, attraverso la costituzione di sistemi complessi che veicolano i contenuti, la gestione delle informazioni può diventare in se stessa contenuto. Le proprietà semantiche attribuite al medium caratterizzano le proprietà del sistema. Per dare vita ad un sistema che abbia tali caratteristiche diversi strumenti lavoreranno parallelamente con l’obiettivo di confluire in un artefatto critico. Dapprima si avrà un blog con il compito di recuperare e archiviare diversi progetti e tematiche. In seguito si opererà una selezione e un’analisi critica di questi contenuti che verranno rielaborati secondo nuove chiavi di lettura, dando vita a un nuovo artefatto. Quest’ultimo, a sua volta, andrà ad influenzare lo stesso archivio dando la possibilità all’utente di esplorarlo secondo parametri “soggettivi”.
ARC III - Scuola del Design
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
Raumplan_Thesis-Text_Gabriele-Donini_Giacomo-Scandolara.pdf

Open Access dal 20/09/2015

Descrizione: Thesis Text
Dimensione 898.53 kB
Formato Adobe PDF
898.53 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/95265