L’obiettivo di questa tesi è verificare che è possibile rendere concorrenziali i materiali cementizi ad elevate prestazioni, in particolare le malte HPC, rispetto a quelli ceramici, in particolare le maioliche, in un contesto di produzione industriale nel mercato delle stoviglie. Le malte HPC (High Performance Concrete), oltre ad avere le classiche proprietà del calcestruzzo tradizionale, ovvero elevata resistenza a compressione e durabilità, presentano anche un’elevata prestazione a flessione, un’elevata lavorabilità e la possibilità di replicare perfettamente la finitura dello stampo in cui vengono gettate. Considerando questi aspetti si è valutata la possibilità di utilizzo delle malte HPC in un nuovo contesto a livello di progettazione, ovvero la produzione di stoviglie. Lo studio è diviso in tre fasi, la prima di ricerca iniziale dove sono state analizzate le somiglianze e le differenze che intercorrono tra materiali cementizi e materiali ceramici a livello di composizione, lavorazione e uso. La seconda fase ha affrontato la possibilità di rendere compatibili al contatto alimentare i materiali cementizi attraverso l’applicazione su tutta la superficie del manufatto di uno strato micrometrico di resina (PMMA) fotopolimerizzabile, creando un guscio isolante e resistente che lo rende, oltre che alimentarmente compatibile, anche impermeabile, resistente a detergenti aggressivi, resistente al graffio e all’usura, ricreando l’equivalente della vetrina per la maiolica. Una tale finitura inoltre non andrebbe ad intaccare in nessun modo le proprietà del materiale cementizio, che anzi può sfruttare a fondo tutte le sue potenzialità. Infine nella terza parte dello studio si è dimostrato a livello teorico, attraverso un’analisi di confronto del Life Cycle Assesment (LCA), che l’intero processo di produzione di un piatto in materiale cementizio, trattato con la resina fotopolimerizzabile e avente le stesse prestazioni di un piatto tradizionale, presenta un impatto ambientale minore rispetto alla produzione di un piatto in ceramica. In particolare l’attenzione dello studio è stata posta sulle prime fasi del ciclo di vita: quella di produzione del premiscelato - dall’estrazione al confezionamento - e quella del manufatto finito (il piatto), per ognuno dei due materiali.
Mangiare sul cemento. Le malte HPC come alternativa alle maioliche per la produzione di stoviglie
RHO, FRANCESCA
2013/2014
Abstract
L’obiettivo di questa tesi è verificare che è possibile rendere concorrenziali i materiali cementizi ad elevate prestazioni, in particolare le malte HPC, rispetto a quelli ceramici, in particolare le maioliche, in un contesto di produzione industriale nel mercato delle stoviglie. Le malte HPC (High Performance Concrete), oltre ad avere le classiche proprietà del calcestruzzo tradizionale, ovvero elevata resistenza a compressione e durabilità, presentano anche un’elevata prestazione a flessione, un’elevata lavorabilità e la possibilità di replicare perfettamente la finitura dello stampo in cui vengono gettate. Considerando questi aspetti si è valutata la possibilità di utilizzo delle malte HPC in un nuovo contesto a livello di progettazione, ovvero la produzione di stoviglie. Lo studio è diviso in tre fasi, la prima di ricerca iniziale dove sono state analizzate le somiglianze e le differenze che intercorrono tra materiali cementizi e materiali ceramici a livello di composizione, lavorazione e uso. La seconda fase ha affrontato la possibilità di rendere compatibili al contatto alimentare i materiali cementizi attraverso l’applicazione su tutta la superficie del manufatto di uno strato micrometrico di resina (PMMA) fotopolimerizzabile, creando un guscio isolante e resistente che lo rende, oltre che alimentarmente compatibile, anche impermeabile, resistente a detergenti aggressivi, resistente al graffio e all’usura, ricreando l’equivalente della vetrina per la maiolica. Una tale finitura inoltre non andrebbe ad intaccare in nessun modo le proprietà del materiale cementizio, che anzi può sfruttare a fondo tutte le sue potenzialità. Infine nella terza parte dello studio si è dimostrato a livello teorico, attraverso un’analisi di confronto del Life Cycle Assesment (LCA), che l’intero processo di produzione di un piatto in materiale cementizio, trattato con la resina fotopolimerizzabile e avente le stesse prestazioni di un piatto tradizionale, presenta un impatto ambientale minore rispetto alla produzione di un piatto in ceramica. In particolare l’attenzione dello studio è stata posta sulle prime fasi del ciclo di vita: quella di produzione del premiscelato - dall’estrazione al confezionamento - e quella del manufatto finito (il piatto), per ognuno dei due materiali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/95321