Fabbrica di relazioni, incentrato sul riuso di una delle numerose archeologie industriali presenti lungo il fiume Olona, è la sintesi di analisi storiche e paesaggistiche all’interno di una porzione di territorio della provincia di Varese. Il progetto nasce dall’obbiettivo di far dialogare l’ambiente naturale e alcune preesistenze del remoto passato lombardo con un complesso industriale in disuso. Complesso che è testimonianza di un’epoca fiorente per la proliferazione di fabbriche ormai associabili ai reperti romani, longobardi e carolingi per la sua condizione di archeologia. L’attenzione per le archeologie industriali è molto viva negli ultimi decenni: presenze preponderanti nel territorio lombardo e spesso dimenticate, impongono la necessità di interventi mirati a salvaguardarne la memoria e cercare soluzioni per riportarle alla vita secondo esigenze contemporanee come la conoscenza del territorio e l’intreccio di relazioni tra diverse tipologie di utenza. Relazioni che rendono vivi gli spazi in cui si attuano e impongono il “risveglio” delle archeologie industriali. Fabbrica di relazioni prende in esame un’ex complesso per la lavorazione delle materie plastiche che sorge nel comune di Gornate Olona in località Torba. La peculiarità del luogo di intervento sta nel collocarsi nelle immediate vicinanze del monastero dell’omonima località e del sito archeologico di Castelseprio, importante per le rovine romane e longobarde. Inoltre, una serie di itinerari che si snodano nelle aree boschive limitrofe mettono in comunicazione il sito archeologico con il vicino comune di Castiglione Olona che spicca per le sue testimonianze architettoniche e pittoriche del XV secolo. Si ha quindi la compresenza di archeologie storiche e di un altro tipo di archeologia, quella industriale, che concorre a completare il mosaico del passato seppur facendo parte di una tipologia architettonica completamente avulsa da quella romana e longobarda. L’obbiettivo del progetto è quello di focalizzare i punti di interesse storico e i flussi legati ai percorsi naturalistici per poi metterli in relazione con il luogo di intervento. Alla luce dei reperti e dei percorsi naturalistici si ipotizzano differenti tipologie di utenza: dagli esperti di settore come archeologici, storici dell’arte e studenti; dai turisti fino ai comuni cittadini. Sono previste due linee guida: il progetto di spazi all’aperto e il progetto di addizioni architettoniche che si innestano nei padiglioni in disuso per evidenziare l’intervento e al tempo stesso lasciar percepire l’esistente in un connubio tra vecchio e nuovo. Gli spazi all’aperto prevedono attività ludiche e di svago mentre il progetto architettonico mira a epurare il lotto da elementi aggiunti nel tempo per necessità di produzione ma senza una coerenza compositiva e architettonica con i padiglioni di inizio secolo. Si vuole quindi ridisegnare il complesso e operare una sorta di ricucitura attraverso un segno comune che lo indentifichi come un unico organismo declinato in funzioni ben distinte e cooperanti tra loro con lo scopo di creare relazioni. Si prevedono: - residenze temporanee; - spazi per lo studio; - spazi espositivi; - spazi per l’attività fisica; - spazi di ristoro. Fabbrica di relazioni favorisce e incentiva appassionati ed esperti che vengono a esaminare gli scavi archeologici fornendo alloggi e, nel contempo, da la possibilità di usufruire del verde, degli spazi comuni e di ristoro. Ma anche i comuni cittadini o i turisti possono usufruirne con la possibilità di incontrare chi vi soggiorna per motivi di studio o di lavoro, intrecciando relazioni e favorendo lo scambio culturale e l’accrescimento reciproco.

Fabbrica di relazioni. Risveglio di una archeologia industriale

CERVINI, PAOLO
2013/2014

Abstract

Fabbrica di relazioni, incentrato sul riuso di una delle numerose archeologie industriali presenti lungo il fiume Olona, è la sintesi di analisi storiche e paesaggistiche all’interno di una porzione di territorio della provincia di Varese. Il progetto nasce dall’obbiettivo di far dialogare l’ambiente naturale e alcune preesistenze del remoto passato lombardo con un complesso industriale in disuso. Complesso che è testimonianza di un’epoca fiorente per la proliferazione di fabbriche ormai associabili ai reperti romani, longobardi e carolingi per la sua condizione di archeologia. L’attenzione per le archeologie industriali è molto viva negli ultimi decenni: presenze preponderanti nel territorio lombardo e spesso dimenticate, impongono la necessità di interventi mirati a salvaguardarne la memoria e cercare soluzioni per riportarle alla vita secondo esigenze contemporanee come la conoscenza del territorio e l’intreccio di relazioni tra diverse tipologie di utenza. Relazioni che rendono vivi gli spazi in cui si attuano e impongono il “risveglio” delle archeologie industriali. Fabbrica di relazioni prende in esame un’ex complesso per la lavorazione delle materie plastiche che sorge nel comune di Gornate Olona in località Torba. La peculiarità del luogo di intervento sta nel collocarsi nelle immediate vicinanze del monastero dell’omonima località e del sito archeologico di Castelseprio, importante per le rovine romane e longobarde. Inoltre, una serie di itinerari che si snodano nelle aree boschive limitrofe mettono in comunicazione il sito archeologico con il vicino comune di Castiglione Olona che spicca per le sue testimonianze architettoniche e pittoriche del XV secolo. Si ha quindi la compresenza di archeologie storiche e di un altro tipo di archeologia, quella industriale, che concorre a completare il mosaico del passato seppur facendo parte di una tipologia architettonica completamente avulsa da quella romana e longobarda. L’obbiettivo del progetto è quello di focalizzare i punti di interesse storico e i flussi legati ai percorsi naturalistici per poi metterli in relazione con il luogo di intervento. Alla luce dei reperti e dei percorsi naturalistici si ipotizzano differenti tipologie di utenza: dagli esperti di settore come archeologici, storici dell’arte e studenti; dai turisti fino ai comuni cittadini. Sono previste due linee guida: il progetto di spazi all’aperto e il progetto di addizioni architettoniche che si innestano nei padiglioni in disuso per evidenziare l’intervento e al tempo stesso lasciar percepire l’esistente in un connubio tra vecchio e nuovo. Gli spazi all’aperto prevedono attività ludiche e di svago mentre il progetto architettonico mira a epurare il lotto da elementi aggiunti nel tempo per necessità di produzione ma senza una coerenza compositiva e architettonica con i padiglioni di inizio secolo. Si vuole quindi ridisegnare il complesso e operare una sorta di ricucitura attraverso un segno comune che lo indentifichi come un unico organismo declinato in funzioni ben distinte e cooperanti tra loro con lo scopo di creare relazioni. Si prevedono: - residenze temporanee; - spazi per lo studio; - spazi espositivi; - spazi per l’attività fisica; - spazi di ristoro. Fabbrica di relazioni favorisce e incentiva appassionati ed esperti che vengono a esaminare gli scavi archeologici fornendo alloggi e, nel contempo, da la possibilità di usufruire del verde, degli spazi comuni e di ristoro. Ma anche i comuni cittadini o i turisti possono usufruirne con la possibilità di incontrare chi vi soggiorna per motivi di studio o di lavoro, intrecciando relazioni e favorendo lo scambio culturale e l’accrescimento reciproco.
CORTI, DAVIDE
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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