Il lavoro svolto verte sulla progettazione di un villaggio rurale ecologico in Portogallo nella regione dell'Alentejo, secondo tre temi principali: il paesaggio, l'agricoltura e l'architettura con tecniche costruttive in terra cruda. Il lavoro ha mosso i primi passi dagli incontri con i proprietari del terreno, committenti del progetto. Da loro è venuta l'idea del progetto di sviluppo del villaggio e la necessità per quanto concerne le funzioni da inserire nel progetto architettonico. Dalle idee emerse e dal nome scelto per il luogo, Recanto sarà un ecovillaggio che segue i principi guida di questa tipologia di insediamento, la sostenibilità, l'autoproduzione, l'agricoltura biologica, la bioedilizia e l'uso di energie rinnovabili, con la forte volontà di aprirsi al contesto circostante Il Portogallo offre vari esempi di ecovillaggi rintracciabili prevalentemente nei numerosi ambienti rurali del paese, è in uno di questi vasti spazi agricoli dell'Alentejo che nasce il progetto, territorio perlopiù disabitato e abbandonato ma con forti peculiarità tradizionali ancora visibili nel costruito esistente e negli stili di vita della popolazione. Interpretando gli aspetti problematici e le ricchezze del territorio, il nuovo insediamento cerca di porsi come motore di sviluppo di nuove possibilità, agendo in modo alternativo nei settori turistico e produttivo, aprendosi come un luogo di riferimento e di socialità. Il progetto si occupa di organizzare l'ecovillaggio da una scala di masterplan (1:500), fino al dettaglio di due edifici (1:10), partendo da un'analisi paesaggistica, che vuole ricercare e reinterpretare nel contesto paesaggistico locale quella complessità latente, a un primo sguardo non percepibile. Per la comprensione del paesaggio sono stati utilizzati come punti saldi la casa tradizionale alentejana presente sul terreno e la traccia di una mulattiera ormai quasi scomparsa. Da quest'ultima sono stati fatti i primi ragionamenti per il progetto paesaggistico; sono stati individuati su essa i punti dall'identità più interessante, che sono stati poi sviluppati a scala minuta in fase progettuale, creando luoghi d'intimità e spazi di connessione visiva, di modo da trasformare la mulattiera in un asse fondamentale del masterplan di progetto. L'elemento verde diventa fondamento della strategia progettuale, reinterpretando il principio della permacultura che vuole una crescita nel rispetto dei cicli di vita della natura. Seguendo il tempo di crescita della natura si agisce sul terreno in modo che l'elemento verde si trasformi poco alla volta in un edificio. In questo modo gli spazi identificati come più interessanti verranno lavorati secondo un approccio tripartito: il riconoscimento del luogo, (con l'analisi del paesaggio e l'individuazione dei punti notevoli), l'abitazione del luogo (tramite il processo di addomesticamento e l'introduzione di attrezzature e installazioni verdi), l'introduzione di un'attività (con la nascita dell'edificio). Il progetto strategico cerca di rispondere alle necessità dei commettenti e alla peculiarità di Recanto di essere una realtà dinamica e in trasformazione, suddividendo gli interventi in fasi, che corrispondono alle fasi di lavorazione del terreno dettate dalla permacultura. Il progetto diventa una linea guida da seguire per la crescita di un luogo le cui esigenze si trasformeranno costantemente senza fossilizzarsi su una proposta rigida e poco flessibile. La progettazione degli edifici scaturisce dallo studio dell'architettura tradizionale in taipa (tecnica costruttiva in terra cruda che corrisponde alla terra battuta), di cui troviamo un esemplare sul sito. La casa alentejana tradizionale sarà il fulcro del progetto, il primo luogo recuperato e abitato; a seguire ci saranno le case private, l'ostello con i laboratori di trasformazione dei prodotti, il padiglione yoga e l'hammam e le residenze temporanee. Mentre il recupero della casa alentejana è già in sviluppo, in questa fase ci si è concentrati sulla progettazione di due tipologie, la casa con il laboratorio di falegnameria e l'hammam, molto diverse per funzioni e carattere (pubblico e privato) e legate personalmente all'attività dei due committenti. I progetti sono stati progettati secondo i temi della bioclimatica e poi approfonditi alla scala dell'1:10, utile a studiare sistemi innovativi di utilizzo del materiale tradizionale, la terra. E' stata riutilizzata la taipa per gli elementi architettonici che caratterizzano gli edifici e i blocchi compressi in terra (una nuova tecnologia prefabbricata) per gli elementi secondari.

Una terra chiamata Alentejo

MALVOLTI, GABRIELE;BUONO, ELEONORA
2013/2014

Abstract

Il lavoro svolto verte sulla progettazione di un villaggio rurale ecologico in Portogallo nella regione dell'Alentejo, secondo tre temi principali: il paesaggio, l'agricoltura e l'architettura con tecniche costruttive in terra cruda. Il lavoro ha mosso i primi passi dagli incontri con i proprietari del terreno, committenti del progetto. Da loro è venuta l'idea del progetto di sviluppo del villaggio e la necessità per quanto concerne le funzioni da inserire nel progetto architettonico. Dalle idee emerse e dal nome scelto per il luogo, Recanto sarà un ecovillaggio che segue i principi guida di questa tipologia di insediamento, la sostenibilità, l'autoproduzione, l'agricoltura biologica, la bioedilizia e l'uso di energie rinnovabili, con la forte volontà di aprirsi al contesto circostante Il Portogallo offre vari esempi di ecovillaggi rintracciabili prevalentemente nei numerosi ambienti rurali del paese, è in uno di questi vasti spazi agricoli dell'Alentejo che nasce il progetto, territorio perlopiù disabitato e abbandonato ma con forti peculiarità tradizionali ancora visibili nel costruito esistente e negli stili di vita della popolazione. Interpretando gli aspetti problematici e le ricchezze del territorio, il nuovo insediamento cerca di porsi come motore di sviluppo di nuove possibilità, agendo in modo alternativo nei settori turistico e produttivo, aprendosi come un luogo di riferimento e di socialità. Il progetto si occupa di organizzare l'ecovillaggio da una scala di masterplan (1:500), fino al dettaglio di due edifici (1:10), partendo da un'analisi paesaggistica, che vuole ricercare e reinterpretare nel contesto paesaggistico locale quella complessità latente, a un primo sguardo non percepibile. Per la comprensione del paesaggio sono stati utilizzati come punti saldi la casa tradizionale alentejana presente sul terreno e la traccia di una mulattiera ormai quasi scomparsa. Da quest'ultima sono stati fatti i primi ragionamenti per il progetto paesaggistico; sono stati individuati su essa i punti dall'identità più interessante, che sono stati poi sviluppati a scala minuta in fase progettuale, creando luoghi d'intimità e spazi di connessione visiva, di modo da trasformare la mulattiera in un asse fondamentale del masterplan di progetto. L'elemento verde diventa fondamento della strategia progettuale, reinterpretando il principio della permacultura che vuole una crescita nel rispetto dei cicli di vita della natura. Seguendo il tempo di crescita della natura si agisce sul terreno in modo che l'elemento verde si trasformi poco alla volta in un edificio. In questo modo gli spazi identificati come più interessanti verranno lavorati secondo un approccio tripartito: il riconoscimento del luogo, (con l'analisi del paesaggio e l'individuazione dei punti notevoli), l'abitazione del luogo (tramite il processo di addomesticamento e l'introduzione di attrezzature e installazioni verdi), l'introduzione di un'attività (con la nascita dell'edificio). Il progetto strategico cerca di rispondere alle necessità dei commettenti e alla peculiarità di Recanto di essere una realtà dinamica e in trasformazione, suddividendo gli interventi in fasi, che corrispondono alle fasi di lavorazione del terreno dettate dalla permacultura. Il progetto diventa una linea guida da seguire per la crescita di un luogo le cui esigenze si trasformeranno costantemente senza fossilizzarsi su una proposta rigida e poco flessibile. La progettazione degli edifici scaturisce dallo studio dell'architettura tradizionale in taipa (tecnica costruttiva in terra cruda che corrisponde alla terra battuta), di cui troviamo un esemplare sul sito. La casa alentejana tradizionale sarà il fulcro del progetto, il primo luogo recuperato e abitato; a seguire ci saranno le case private, l'ostello con i laboratori di trasformazione dei prodotti, il padiglione yoga e l'hammam e le residenze temporanee. Mentre il recupero della casa alentejana è già in sviluppo, in questa fase ci si è concentrati sulla progettazione di due tipologie, la casa con il laboratorio di falegnameria e l'hammam, molto diverse per funzioni e carattere (pubblico e privato) e legate personalmente all'attività dei due committenti. I progetti sono stati progettati secondo i temi della bioclimatica e poi approfonditi alla scala dell'1:10, utile a studiare sistemi innovativi di utilizzo del materiale tradizionale, la terra. E' stata riutilizzata la taipa per gli elementi architettonici che caratterizzano gli edifici e i blocchi compressi in terra (una nuova tecnologia prefabbricata) per gli elementi secondari.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/96801