On Saturday, 9 November 2013, the Philippines woke up to an apocalyptic landscape brought about by typhoon Haiyan. It was the strongest typhoon to hit the country in recorded history, bringing with it maximum sustained winds of 235 kph and gusts of up to 315 kph, although it should be noted that this is the speed at which the instrumentation failed, and local estimates of wind speed are as high as 370 kph. The effect of this devastating force left the Philippines in a state of calamity. An estimated 14.4 million people have been affected by the typhoon, to be precise, according to government data, the current death toll as of April 2014 stands at 6,300, with another 1,061 people still missing, and 28,689 injured. The Department of Social Welfare and Development estimates that the number of displaced people peaked at around 3.62 million, of whom an estimated 224,177 were living in 1,104 evacuation centres. A total of 1,084,762 houses have been damaged, which is five times the number of houses damaged by the 2010 earthquake in Haiti. The total damage and loss from typhoon Yolanda has been initially estimated at PhP89.6 billion (€1.5b). As the victims of the typhoon start to regain their normal lives, the issue of resiliency has never been more relevant. Local architects, engineers and other design professionals are facing challenges in rebuilding the damaged environment brought about by Typhoon Haiyan. One of these challenges is rebuilding schools so that they respond better against future typhoons. In the Philippines, a school is an important infrastructure in a community, not only for educational purposes, but also because it is the main frontline of defence during a typhoon. Schools serve as shelters during typhoons, and refugee camps after typhoons. For this particular thesis, a damaged primary school was chosen to be redesigned in terms of spatial, social and ecological resiliency. Much emphasis were put on the proper configuration of spaces to minimize the effect of a typhoon. Moreover, spaces were articulated in such a way that the immediate community is involved in the mitigation and/or the reconstruction process in the event of typhoon distraction.

Sabato 9 novembre 2013 le Filippine furono svegliate dallo scenario apocalittico prodotto dal tifone Haiyan. Con venti di oltre 235 chilometri orari e raffiche che toccarono i 315 fu il più potente tifone che mai colpì il Paese in tutta la sua storia. Questi dati sono quelli registrati dalle strumentazioni finché poterono resistere alla forza del vento, che tuttavia si stima arrivò a toccare i 370 chilometri orari. La forza devastante del tifone lasciò le Filippine in uno stato di totale calamità. Si stima infatti che furono 14 milioni e 400mila le persone coinvolte dalla tragedia. In particolare, stando a fonti governative, il bollettino delle vittime ad aprile 2014 contava 6.300 persone, 1.061 dispersi e 28.689 feriti. Il Dipartimento delle politiche sociali e dello sviluppo stima che gli sfollati furono 3 milioni 620mila di cui 224.177 in centri di accoglienza. Un totale di 1.084.762 abitazioni furono danneggiate, in pratica cinque volte quelle devastate dal terremoto che nel 2010 colpì Haiti. Il danno economico prodotto dal tifone Haiyan fu inizialmente calcolato in 89 milioni e 600mila peso filippini, pari a un miliardo e mezzo di euro. La fase di ritorno alla vita quotidiana costituisce un cruciale momento di riflessione sul tema della resilienza. Architetti locali, ingegneri e altri professionisti della progettazione si trovano oggi a far fronte alle sfide della ricostruzione delle aree devastate dal tifone Haiyan. Una di queste sfide riguarda la ricostruzione delle scuole in modo da renderle adatte a resistere alla forza di nuovi tifoni. Nelle Filippine, inoltre, le scuole rappresentano una fondamentale infrastruttura per le comunità, non solo da un punto di vista formativo ma anche in quanto avamposto nella difesa da calamità naturali come questa. Durante un tifone rappresentano infatti un importante riparo, mentre possono essere trasformate in accampamenti per gli sfollati una volta terminata l’emergenza. Ai fini di questa tesi è stata individuata una scuola elementare con l’obiettivo di riprogettarla in un’ottica di resilienza spaziale, sociale ed ecologica. Particolare enfasi è stata rivolta all’individuazione di una configurazione degli spazi capace di minimizzare gli effetti di un eventuale tifone. Inoltre gli ambienti sono stati articolati in modo che, in caso di calamità naturali, la comunità locale possa essere coinvolta nelle operazioni di migrazione e/o ricostruzione.

Logon elementary school. A step towards typhoon resilience

BALDEMOR, DOMINIC
2013/2014

Abstract

On Saturday, 9 November 2013, the Philippines woke up to an apocalyptic landscape brought about by typhoon Haiyan. It was the strongest typhoon to hit the country in recorded history, bringing with it maximum sustained winds of 235 kph and gusts of up to 315 kph, although it should be noted that this is the speed at which the instrumentation failed, and local estimates of wind speed are as high as 370 kph. The effect of this devastating force left the Philippines in a state of calamity. An estimated 14.4 million people have been affected by the typhoon, to be precise, according to government data, the current death toll as of April 2014 stands at 6,300, with another 1,061 people still missing, and 28,689 injured. The Department of Social Welfare and Development estimates that the number of displaced people peaked at around 3.62 million, of whom an estimated 224,177 were living in 1,104 evacuation centres. A total of 1,084,762 houses have been damaged, which is five times the number of houses damaged by the 2010 earthquake in Haiti. The total damage and loss from typhoon Yolanda has been initially estimated at PhP89.6 billion (€1.5b). As the victims of the typhoon start to regain their normal lives, the issue of resiliency has never been more relevant. Local architects, engineers and other design professionals are facing challenges in rebuilding the damaged environment brought about by Typhoon Haiyan. One of these challenges is rebuilding schools so that they respond better against future typhoons. In the Philippines, a school is an important infrastructure in a community, not only for educational purposes, but also because it is the main frontline of defence during a typhoon. Schools serve as shelters during typhoons, and refugee camps after typhoons. For this particular thesis, a damaged primary school was chosen to be redesigned in terms of spatial, social and ecological resiliency. Much emphasis were put on the proper configuration of spaces to minimize the effect of a typhoon. Moreover, spaces were articulated in such a way that the immediate community is involved in the mitigation and/or the reconstruction process in the event of typhoon distraction.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Sabato 9 novembre 2013 le Filippine furono svegliate dallo scenario apocalittico prodotto dal tifone Haiyan. Con venti di oltre 235 chilometri orari e raffiche che toccarono i 315 fu il più potente tifone che mai colpì il Paese in tutta la sua storia. Questi dati sono quelli registrati dalle strumentazioni finché poterono resistere alla forza del vento, che tuttavia si stima arrivò a toccare i 370 chilometri orari. La forza devastante del tifone lasciò le Filippine in uno stato di totale calamità. Si stima infatti che furono 14 milioni e 400mila le persone coinvolte dalla tragedia. In particolare, stando a fonti governative, il bollettino delle vittime ad aprile 2014 contava 6.300 persone, 1.061 dispersi e 28.689 feriti. Il Dipartimento delle politiche sociali e dello sviluppo stima che gli sfollati furono 3 milioni 620mila di cui 224.177 in centri di accoglienza. Un totale di 1.084.762 abitazioni furono danneggiate, in pratica cinque volte quelle devastate dal terremoto che nel 2010 colpì Haiti. Il danno economico prodotto dal tifone Haiyan fu inizialmente calcolato in 89 milioni e 600mila peso filippini, pari a un miliardo e mezzo di euro. La fase di ritorno alla vita quotidiana costituisce un cruciale momento di riflessione sul tema della resilienza. Architetti locali, ingegneri e altri professionisti della progettazione si trovano oggi a far fronte alle sfide della ricostruzione delle aree devastate dal tifone Haiyan. Una di queste sfide riguarda la ricostruzione delle scuole in modo da renderle adatte a resistere alla forza di nuovi tifoni. Nelle Filippine, inoltre, le scuole rappresentano una fondamentale infrastruttura per le comunità, non solo da un punto di vista formativo ma anche in quanto avamposto nella difesa da calamità naturali come questa. Durante un tifone rappresentano infatti un importante riparo, mentre possono essere trasformate in accampamenti per gli sfollati una volta terminata l’emergenza. Ai fini di questa tesi è stata individuata una scuola elementare con l’obiettivo di riprogettarla in un’ottica di resilienza spaziale, sociale ed ecologica. Particolare enfasi è stata rivolta all’individuazione di una configurazione degli spazi capace di minimizzare gli effetti di un eventuale tifone. Inoltre gli ambienti sono stati articolati in modo che, in caso di calamità naturali, la comunità locale possa essere coinvolta nelle operazioni di migrazione e/o ricostruzione.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/97127