In senso moderno, consideriamo il paesaggio come l’insieme di segni antropici e naturali che formano un territorio, che rimandano alle relazioni interne delle società che li abitano, ai loro modi di usarlo, di incidervi l’impronta della loro storia e delle loro rappresentazioni. In altri termini, il paesaggio è lo specchio delle relazioni sociali, economiche e culturali di un luogo. In un contesto di rapido cambiamento culturale e storico, questo legame risulta a volte incoerente; altre volte vi è in un territorio una potenzialità, una possibilità di raccogliere una vocazione intrinseca che il progetto di paesaggio può correttamente raccogliere e riformulare imprimendo un impulso di positiva trasformazione. Per comprendere un paesaggio serve dunque capirne la geografia di riferimento, serve una lettura approfondita della sua logica di articolazione tra composizioni successive, fatte di riscritture sullo stesso spazio e di re-interpretazioni delle società che lo utilizzano. Necessità di chiavi di lettura che sappiano approfondirlo, per comporne un quadro organico del suo funzionamento. Il lavoro presentato propone altresì un efficace confronto col testo narrativo, perché in esso si riconosce un preciso scheletro strutturale, utile per scomporre anche la struttura di paesaggio, permettendo di coglierne non solo le suggestioni provenienti dalla lettura globale, ma anche le regole interne. Come nel testo abbiamo: lettere (fonemi), parole (semantica) e frasi (sintassi); nel paesaggio possiamo riconoscere rispettivamente: elementi, iconemi e quadri. L’osservazione dello stato attuale ha restituito un senso del luogo non più percepibile, e ha reso necessaria un’indagine storica, per comprenderne le logiche di sviluppo e le sue manifestazioni. Questo risponde all’intenzione di capire la grammatica di questo paesaggio, generata da una certa struttura spaziale, quindi da una società; per formularne una per il paesaggio di oggi, che ha perso il carattere discorsivo componendosi di sole parole libere. L’intento è quello di entrare nelle logiche di questi metabolismi, per un progetto che non aggiunga forme localizzate, ma prosegua le logiche esistenti, inserendosi alla scala dei meccanismi del proprio paesaggio e proponendo azioni che tentino di portare funzioni e relazioni attraverso il territorio stesso.

Il paesaggio come testo. Esplorazioni sui segni e sul paesaggio

RAVIZZA, ALICE
2013/2014

Abstract

In senso moderno, consideriamo il paesaggio come l’insieme di segni antropici e naturali che formano un territorio, che rimandano alle relazioni interne delle società che li abitano, ai loro modi di usarlo, di incidervi l’impronta della loro storia e delle loro rappresentazioni. In altri termini, il paesaggio è lo specchio delle relazioni sociali, economiche e culturali di un luogo. In un contesto di rapido cambiamento culturale e storico, questo legame risulta a volte incoerente; altre volte vi è in un territorio una potenzialità, una possibilità di raccogliere una vocazione intrinseca che il progetto di paesaggio può correttamente raccogliere e riformulare imprimendo un impulso di positiva trasformazione. Per comprendere un paesaggio serve dunque capirne la geografia di riferimento, serve una lettura approfondita della sua logica di articolazione tra composizioni successive, fatte di riscritture sullo stesso spazio e di re-interpretazioni delle società che lo utilizzano. Necessità di chiavi di lettura che sappiano approfondirlo, per comporne un quadro organico del suo funzionamento. Il lavoro presentato propone altresì un efficace confronto col testo narrativo, perché in esso si riconosce un preciso scheletro strutturale, utile per scomporre anche la struttura di paesaggio, permettendo di coglierne non solo le suggestioni provenienti dalla lettura globale, ma anche le regole interne. Come nel testo abbiamo: lettere (fonemi), parole (semantica) e frasi (sintassi); nel paesaggio possiamo riconoscere rispettivamente: elementi, iconemi e quadri. L’osservazione dello stato attuale ha restituito un senso del luogo non più percepibile, e ha reso necessaria un’indagine storica, per comprenderne le logiche di sviluppo e le sue manifestazioni. Questo risponde all’intenzione di capire la grammatica di questo paesaggio, generata da una certa struttura spaziale, quindi da una società; per formularne una per il paesaggio di oggi, che ha perso il carattere discorsivo componendosi di sole parole libere. L’intento è quello di entrare nelle logiche di questi metabolismi, per un progetto che non aggiunga forme localizzate, ma prosegua le logiche esistenti, inserendosi alla scala dei meccanismi del proprio paesaggio e proponendo azioni che tentino di portare funzioni e relazioni attraverso il territorio stesso.
GARRONE, GRAZIA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/97141