L’avvento dell’età della comunicazione, fondandosi sul principio di istantaneità e immediatezza, ha impoverito il linguaggio della società esasperando il concetto della dimensione di un eterno presente quotidiano all’insegna della precarietà, privo di memoria, di narrazione, di progettualità. Una alienazione che obnubila la condizione esistenziale della persona perché la temporaneità umana è testimoniata nel suo svolgimento, susseguirsi di eventi, da un atto di narrazione. L’uomo, gettato tra le cose, prende coscienza di sé relazionandosi allo spazio in termini di intenzionalità narrativa secondo un atto di trasformazione, verificando la relazione tra la temporalità del luogo e la temporaneità della vita. Progetto esistenziale e architettonico sono inscindibili: lo spazio del vissuto è il luogo progettato ed esperito in modo narrativo. L’esigenza d’intervento dell’uomo nello spazio è dunque identitaria. Per questo motivo attualmente l’architettura, in quanto narrazione inserita in un palinsesto, riscontra difficoltà progettuali derivanti dai principi di subitaneità della società, in cui all’esasperazione del valore dell’immagine consegue una perdita di immaginazione, di visionarietà, dedita pressoché alla rappresentazione di possibilità precondizionate più che alla trasformazione della realtà secondo un sunto delle potenzialità. Questa condizione abitativa equivoca di identità precaria comporta l’annichilimento di un fondamento della progettualità architettonica quale la trasgressione come violazione aspirazionale immaginativa di un ordine esistente per crearne un altro, utopia tesa alla temporalità. L’architettura fragile che si approccia timorosa e rinunciataria al palinsesto risulta vittima di temporaneità dimenticando che la grande responsabilità dell’architettura sta proprio nel consentire allo spirito e al tempo di esprimersi con nuova voce e nuova opportunità di volta in volta nell’ambito di una modificazione di palinsesto. Architettura è interprete della condizione temporanea dell’esserci nella temporalità. Architettura è Dasein.

Architettura e Dasein

TRUSSARDI, MARCO GIOVANNI
2013/2014

Abstract

L’avvento dell’età della comunicazione, fondandosi sul principio di istantaneità e immediatezza, ha impoverito il linguaggio della società esasperando il concetto della dimensione di un eterno presente quotidiano all’insegna della precarietà, privo di memoria, di narrazione, di progettualità. Una alienazione che obnubila la condizione esistenziale della persona perché la temporaneità umana è testimoniata nel suo svolgimento, susseguirsi di eventi, da un atto di narrazione. L’uomo, gettato tra le cose, prende coscienza di sé relazionandosi allo spazio in termini di intenzionalità narrativa secondo un atto di trasformazione, verificando la relazione tra la temporalità del luogo e la temporaneità della vita. Progetto esistenziale e architettonico sono inscindibili: lo spazio del vissuto è il luogo progettato ed esperito in modo narrativo. L’esigenza d’intervento dell’uomo nello spazio è dunque identitaria. Per questo motivo attualmente l’architettura, in quanto narrazione inserita in un palinsesto, riscontra difficoltà progettuali derivanti dai principi di subitaneità della società, in cui all’esasperazione del valore dell’immagine consegue una perdita di immaginazione, di visionarietà, dedita pressoché alla rappresentazione di possibilità precondizionate più che alla trasformazione della realtà secondo un sunto delle potenzialità. Questa condizione abitativa equivoca di identità precaria comporta l’annichilimento di un fondamento della progettualità architettonica quale la trasgressione come violazione aspirazionale immaginativa di un ordine esistente per crearne un altro, utopia tesa alla temporalità. L’architettura fragile che si approccia timorosa e rinunciataria al palinsesto risulta vittima di temporaneità dimenticando che la grande responsabilità dell’architettura sta proprio nel consentire allo spirito e al tempo di esprimersi con nuova voce e nuova opportunità di volta in volta nell’ambito di una modificazione di palinsesto. Architettura è interprete della condizione temporanea dell’esserci nella temporalità. Architettura è Dasein.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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