Nella Milano del 1884 era possibile distinguere e definire il sistema dei Navigli nella sua integrità: il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese, il Naviglio Martesana e soprattutto il Naviglio interno o Cerchia interna. Proprio la Cerchia era l’elemento che metteva in connessione Milano, il vero centro del sistema, con tutto il resto del territorio. I Navigli hanno avuto un ruolo cruciale nella vita dei milanesi per oltre ottocento anni. La morfologia della città, l’assetto delle strade, dei palazzi, la nomenclatura, gli spostamenti, l’economia, i commerci, l’agricoltura, le grandi invenzioni, le invasioni, le guerre, le strategie, il grande sviluppo della città: tutto questo è stato, in parte o totalmente, legato in modo indissolubile alle vicende dei canali cittadini. Chiudendo i navigli, per motivi un tempo validi ma attualmente risolvibili (o già risolti) in modo facile e conveniente, Milano ha perso un tassello fondamentale della sua identità di città d’acqua; identità che, se trascurata ulteriormente, potrebbe scomparire e rimanere solo un vago ricordo immortalato in vecchi dipinti, una memoria nostalgica senza futuro. Riaprire i navigli milanesi è il primo gesto da compiere per non perdere questa memoria, ma anzi riportarla al presente più viva ed attuale che mai: una città in grado di far coesistere grattacieli e cascine, frenesia e mobilità dolce, che riscopre la sua storia e la sua modernità attraverso un segno d’acqua che le è sempre appartenuto. Questo intervento di recupero, già condiviso dalla maggioranza dei milanesi, è fattibile dal punto tecnico, urbanistico e finanziario ed è compatibile con un piano di riorganizzazione del traffico urbano. Ricollegare il sistema dei navigli extraurbani attraverso il capoluogo, inoltre, sarebbe probabilmente il gesto più significativo per una Città Metropolitana messa realmente in connessione con il suo hinterland. Ripristinare la navigabilità dell’intero sistema aprirebbe una serie di scenari regionali, nazionali ed internazionali, collegando le regioni del nord Italia sia tra di loro che con la Svizzera, fino allo sbocco sul mar Adriatico. Si possono immaginare facilmente gli effetti benefici per il settore turistico: dalla semplice gita culturale nel cuore della città via battello all’organizzazione di vere e proprie crociere fluviali che, attraversando parchi ed oasi naturalistiche, mettono in relazione alcune tra le città più interessanti d’Europa: Milano, Venezia, Locarno, Pavia, Padova. 8 Il progetto di riapertura dei navigli è quindi il primo gesto da compiere per dare il via ad un nuovo slancio per Milano, per la Lombardia, per la nazione intera. Il mio lavoro è stato quello di ripercorrere storicamente le vicende della navigazione storica da e verso Milano attraverso i navigli, per poi compiere un’analisi approfondita sulle condizioni nelle quali essi versano attualmente, individuando e mappando sul territorio le diverse categorie di problematiche e le possibili soluzioni per il ripristino della navigabilità del sistema extraurbano del Naviglio Grande, Pavese e Martesana. L’obiettivo del ripristino del sistema, inteso come infrastruttura, non può prescindere dalla presenza della Cerchia Interna: basandomi sullo studio di fattibilità più recente mi sono occupata dello studio più approfondito della navigazione in città sotto diversi aspetti: il superamento degli attraversamenti, lo studio dei livelli idrici necessari, le tempistiche di percorrenza ed il paesaggio. Il sistema inoltre si configura come una rete di potenzialità turistiche, economiche e paesaggistiche: obiettivo di questa tesi è il rilancio e la connessione delle diverse attività presenti sul territorio, un nuovo slancio economico per il territorio lombardo.

Navigare sui Navigli. Studio preliminare per la riconnessione dei Navigli lombardi come infrastruttura navigabile e per il rilancio del sistema idrico, ambientale, territoriale, economico e turistico

STANCATI, MARZIA
2013/2014

Abstract

Nella Milano del 1884 era possibile distinguere e definire il sistema dei Navigli nella sua integrità: il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese, il Naviglio Martesana e soprattutto il Naviglio interno o Cerchia interna. Proprio la Cerchia era l’elemento che metteva in connessione Milano, il vero centro del sistema, con tutto il resto del territorio. I Navigli hanno avuto un ruolo cruciale nella vita dei milanesi per oltre ottocento anni. La morfologia della città, l’assetto delle strade, dei palazzi, la nomenclatura, gli spostamenti, l’economia, i commerci, l’agricoltura, le grandi invenzioni, le invasioni, le guerre, le strategie, il grande sviluppo della città: tutto questo è stato, in parte o totalmente, legato in modo indissolubile alle vicende dei canali cittadini. Chiudendo i navigli, per motivi un tempo validi ma attualmente risolvibili (o già risolti) in modo facile e conveniente, Milano ha perso un tassello fondamentale della sua identità di città d’acqua; identità che, se trascurata ulteriormente, potrebbe scomparire e rimanere solo un vago ricordo immortalato in vecchi dipinti, una memoria nostalgica senza futuro. Riaprire i navigli milanesi è il primo gesto da compiere per non perdere questa memoria, ma anzi riportarla al presente più viva ed attuale che mai: una città in grado di far coesistere grattacieli e cascine, frenesia e mobilità dolce, che riscopre la sua storia e la sua modernità attraverso un segno d’acqua che le è sempre appartenuto. Questo intervento di recupero, già condiviso dalla maggioranza dei milanesi, è fattibile dal punto tecnico, urbanistico e finanziario ed è compatibile con un piano di riorganizzazione del traffico urbano. Ricollegare il sistema dei navigli extraurbani attraverso il capoluogo, inoltre, sarebbe probabilmente il gesto più significativo per una Città Metropolitana messa realmente in connessione con il suo hinterland. Ripristinare la navigabilità dell’intero sistema aprirebbe una serie di scenari regionali, nazionali ed internazionali, collegando le regioni del nord Italia sia tra di loro che con la Svizzera, fino allo sbocco sul mar Adriatico. Si possono immaginare facilmente gli effetti benefici per il settore turistico: dalla semplice gita culturale nel cuore della città via battello all’organizzazione di vere e proprie crociere fluviali che, attraversando parchi ed oasi naturalistiche, mettono in relazione alcune tra le città più interessanti d’Europa: Milano, Venezia, Locarno, Pavia, Padova. 8 Il progetto di riapertura dei navigli è quindi il primo gesto da compiere per dare il via ad un nuovo slancio per Milano, per la Lombardia, per la nazione intera. Il mio lavoro è stato quello di ripercorrere storicamente le vicende della navigazione storica da e verso Milano attraverso i navigli, per poi compiere un’analisi approfondita sulle condizioni nelle quali essi versano attualmente, individuando e mappando sul territorio le diverse categorie di problematiche e le possibili soluzioni per il ripristino della navigabilità del sistema extraurbano del Naviglio Grande, Pavese e Martesana. L’obiettivo del ripristino del sistema, inteso come infrastruttura, non può prescindere dalla presenza della Cerchia Interna: basandomi sullo studio di fattibilità più recente mi sono occupata dello studio più approfondito della navigazione in città sotto diversi aspetti: il superamento degli attraversamenti, lo studio dei livelli idrici necessari, le tempistiche di percorrenza ed il paesaggio. Il sistema inoltre si configura come una rete di potenzialità turistiche, economiche e paesaggistiche: obiettivo di questa tesi è il rilancio e la connessione delle diverse attività presenti sul territorio, un nuovo slancio economico per il territorio lombardo.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
1-ott-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/97170