“RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLA ZONA INDUSTRIALE DI OLBIA” La tesi propone come oggetto di studio la città di Olbia, che viene analizzata nel contesto territoriale dell’intera provincia Olbia-Tempio, e sotto molteplici chiavi di lettura: le attività produttive, l’ecologia, l’economia, le infrastrutture, la sostenibilità ambientale e il turismo. L’obiettivo è stato quello di definire il ruolo della città nell’ambito territoriale di intervento. Nel corso dell’analisi vengono identificati criticità e punti di forza di Olbia e le possibili strategie di intervento. Successivamente, tramite la comparazione incrociata con gli strumenti di pianificazione strategica regionale e della Città stessa, sono state verificate le rispondenze tra gli obiettivi della tesi e le esigenze della Città. L’attività di progetto inizia alla scala del paesaggio con lo studio della rete ecologica di Olbia e la possibile connessione della stessa con la rete demaniale delle foreste sarde al fine di garantire e favorire la biodiversità nella città. La rete ecologica, oltre a strumento per la biodiversità e la qualità dell’ ambiente, diventa infrastruttura verde della città pubblica con finalità di collegare i punti nevralgici di Olbia, dando luogo a due diverse dimensioni della città: quella veloce e rumorosa dei mezzi tradizionali di trasporto e quella lenta e sostenibile della mobilità ciclopedonale. Uno dei futuri tasselli della rete ecologica diventa la sponda nord del golfo di Olbia, area di grande rilevanza ambientale e strategica, per anni deturpata dalla presenza della zona industriale, la cui riconversione ad altri usi insediativi è da sempre fonte di grande dibattito . La tesi passa all’analisi dell’ area di intervento a scala del quartiere ed all’individuazione dei futuri principi insediativi. Applicando il concetto di “nuclei di identità locale” e di “luoghi antropologici”, quest’ultimo secondo la definizione di Mar Augè, e che io applico come strumenti “anti-sprawl”, viene delineato il modello insediativo di riferimento, da me individuato nel villaggio nuragico di Barumini, scelto perchè modello fortemente identitario ed esempio di comunità auto sostenibile. Il modello del nuraghe, tramite il processo progettuale, viene declinato alla specificità morfologica del luogo. Ne scaturisce un intervento alla ricerca del dialogo con il paesaggio, l’ambiente ed il contesto, ma che sappia anche soddisfare le esigenze attuali e future della città.

Riqualificazione urbana della zona industriale di Olbia

FENZI, MAURO
2009/2010

Abstract

“RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLA ZONA INDUSTRIALE DI OLBIA” La tesi propone come oggetto di studio la città di Olbia, che viene analizzata nel contesto territoriale dell’intera provincia Olbia-Tempio, e sotto molteplici chiavi di lettura: le attività produttive, l’ecologia, l’economia, le infrastrutture, la sostenibilità ambientale e il turismo. L’obiettivo è stato quello di definire il ruolo della città nell’ambito territoriale di intervento. Nel corso dell’analisi vengono identificati criticità e punti di forza di Olbia e le possibili strategie di intervento. Successivamente, tramite la comparazione incrociata con gli strumenti di pianificazione strategica regionale e della Città stessa, sono state verificate le rispondenze tra gli obiettivi della tesi e le esigenze della Città. L’attività di progetto inizia alla scala del paesaggio con lo studio della rete ecologica di Olbia e la possibile connessione della stessa con la rete demaniale delle foreste sarde al fine di garantire e favorire la biodiversità nella città. La rete ecologica, oltre a strumento per la biodiversità e la qualità dell’ ambiente, diventa infrastruttura verde della città pubblica con finalità di collegare i punti nevralgici di Olbia, dando luogo a due diverse dimensioni della città: quella veloce e rumorosa dei mezzi tradizionali di trasporto e quella lenta e sostenibile della mobilità ciclopedonale. Uno dei futuri tasselli della rete ecologica diventa la sponda nord del golfo di Olbia, area di grande rilevanza ambientale e strategica, per anni deturpata dalla presenza della zona industriale, la cui riconversione ad altri usi insediativi è da sempre fonte di grande dibattito . La tesi passa all’analisi dell’ area di intervento a scala del quartiere ed all’individuazione dei futuri principi insediativi. Applicando il concetto di “nuclei di identità locale” e di “luoghi antropologici”, quest’ultimo secondo la definizione di Mar Augè, e che io applico come strumenti “anti-sprawl”, viene delineato il modello insediativo di riferimento, da me individuato nel villaggio nuragico di Barumini, scelto perchè modello fortemente identitario ed esempio di comunità auto sostenibile. Il modello del nuraghe, tramite il processo progettuale, viene declinato alla specificità morfologica del luogo. Ne scaturisce un intervento alla ricerca del dialogo con il paesaggio, l’ambiente ed il contesto, ma che sappia anche soddisfare le esigenze attuali e future della città.
ANTONELLI, STEFANO
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
20-dic-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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