Il precedente lavoro sugli scali ferroviari Questo lavoro nasce dalle precedenti riflessioni sull’argomento della trasformazione dei vuoti urbani resi disponibili dalla dismissione di sette scali ferroviari a Milano. Dopo che, nel corso del workshop che si è concluso a ottobre 2009, sono stati elaborati progetti per i singoli siti, abbiamo ritenuto interessante proseguire il lavoro approfondendo alcune delle questioni che erano state soltanto accennate nella fase precedente, come quelle relative al metodo e al progetto degli spazi aperti. Un particolare punto di vista Si era allora affermata la necessità di adottare tre differenti letture progettuali: una a sistema, una puntiforme, una locale sull’intorno. Proseguendo l’indagine sulla lettura a sistema, abbiamo ritenuto interessante usare l’occasione data dalla disponibilità dei vuoti nelle divese parti della città per concepire un disegno generale che avesse due caratteristiche principali: in primo luogo, utilizzare il progetto del vuoto come unico strumento in grado di fornire uno scenario alla modificazione della città contemporanea; in secondo luogo, riconoscere la mutata dimensione dei fenomeni urbani contemporanei, comprensibili ormai soltanto alla scala territoriale. La tesi fondamentale Un vero progetto per Milano oggi non dovrebbe riguardare la città compresa all’interno dei confini comunali e, tantomeno, la città compresa all’interno della cintura ferroviaria. Il senso dei processi in atto anche in queste aree deve essere colto in relazione a quello che è diventata veramente Milano agli inizi del XXI secolo. Un vero piano per la nostra città dovrebbe occuparsi di dare struttura al territorio milanese nel suo complesso, definendo la struttura degli spazi aperti attraverso l’attribuzione di qualità formale alle diverse parti che compongono il tutto. La dotazione di una forma strutturante è infatti la prima tappa verso l’aggiudcazione di qualità. Un vero piano per Milano dovrebbe quindi appoggiarsi su strategie chiare ed efficaci per il sistema infrastrutturale quale elemento fondamentale per la definizione di gerarchie e rapporti, sia all’interno dell’area metropolitana sia verso l’esterno. Conclusioni Il progetto urbano non può ambire a innescare o frenare processi di trasformazione. Il suo obiettivo deve essere quello di comprenderli e indirizzarli, cercando di ottenere un risultato finale maggiore di quello che deriva dalla semplice sommatoria delle varie modificazioni. La nostra proposta consiste fondamentalmente in letture della forma urbana che cercano di sovrapporre strutture storiche, processi di trasformazione e una visione progettuale più ampia al fine di definire strutture in grado di contenere i tanti progetti in atto e di suggerne altri. A nostro avviso, solo in questo modo Milano può veramente sfruttare le occasioni date dagli interessi economici che insistono su quest’area del Paese, conquistando un’immagine in grado di riportarla a giocare un ruolo fondamentale nella competizione delle grandi aree urbane europee.

Perché pensare Milano attraverso un disegno? La ricerca di un metodo per sfruttare le occasioni offerte dalle trasformazioni della città

SANTOSUOSSO, LORENZO
2009/2010

Abstract

Il precedente lavoro sugli scali ferroviari Questo lavoro nasce dalle precedenti riflessioni sull’argomento della trasformazione dei vuoti urbani resi disponibili dalla dismissione di sette scali ferroviari a Milano. Dopo che, nel corso del workshop che si è concluso a ottobre 2009, sono stati elaborati progetti per i singoli siti, abbiamo ritenuto interessante proseguire il lavoro approfondendo alcune delle questioni che erano state soltanto accennate nella fase precedente, come quelle relative al metodo e al progetto degli spazi aperti. Un particolare punto di vista Si era allora affermata la necessità di adottare tre differenti letture progettuali: una a sistema, una puntiforme, una locale sull’intorno. Proseguendo l’indagine sulla lettura a sistema, abbiamo ritenuto interessante usare l’occasione data dalla disponibilità dei vuoti nelle divese parti della città per concepire un disegno generale che avesse due caratteristiche principali: in primo luogo, utilizzare il progetto del vuoto come unico strumento in grado di fornire uno scenario alla modificazione della città contemporanea; in secondo luogo, riconoscere la mutata dimensione dei fenomeni urbani contemporanei, comprensibili ormai soltanto alla scala territoriale. La tesi fondamentale Un vero progetto per Milano oggi non dovrebbe riguardare la città compresa all’interno dei confini comunali e, tantomeno, la città compresa all’interno della cintura ferroviaria. Il senso dei processi in atto anche in queste aree deve essere colto in relazione a quello che è diventata veramente Milano agli inizi del XXI secolo. Un vero piano per la nostra città dovrebbe occuparsi di dare struttura al territorio milanese nel suo complesso, definendo la struttura degli spazi aperti attraverso l’attribuzione di qualità formale alle diverse parti che compongono il tutto. La dotazione di una forma strutturante è infatti la prima tappa verso l’aggiudcazione di qualità. Un vero piano per Milano dovrebbe quindi appoggiarsi su strategie chiare ed efficaci per il sistema infrastrutturale quale elemento fondamentale per la definizione di gerarchie e rapporti, sia all’interno dell’area metropolitana sia verso l’esterno. Conclusioni Il progetto urbano non può ambire a innescare o frenare processi di trasformazione. Il suo obiettivo deve essere quello di comprenderli e indirizzarli, cercando di ottenere un risultato finale maggiore di quello che deriva dalla semplice sommatoria delle varie modificazioni. La nostra proposta consiste fondamentalmente in letture della forma urbana che cercano di sovrapporre strutture storiche, processi di trasformazione e una visione progettuale più ampia al fine di definire strutture in grado di contenere i tanti progetti in atto e di suggerne altri. A nostro avviso, solo in questo modo Milano può veramente sfruttare le occasioni date dagli interessi economici che insistono su quest’area del Paese, conquistando un’immagine in grado di riportarla a giocare un ruolo fondamentale nella competizione delle grandi aree urbane europee.
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
21-ott-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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