Nowadays manufacturers are being forced to pay more and more attention to environmental sustainability. This is due in part to the introduction of stricter legislation and partly to growing consumer awareness about the need to change lifestyles and consequently favouring greener products. At the same time, another important trend which represents a new frontier in business competition deserves to be mentioned: mass customization. This is a paradigm based on the production of goods and services to meet individual customer needs with the low unit costs associated with mass production. Therefore, a new business model based on a network of distributed mini-factories and operating in the furniture industry tries to respond to these trends by manufacturing green personalized products delivered in a few days and offered at a price which is affordable to the wider public. In particular, the aim of this thesis consists in the evaluation of the mini-factory model environmental impact through the application of a quantitative methodology, the carbon footprint. Moreover in order to verify that this model is sustainable also from an economic perspective its potential success has been evaluated by implementing a qualitative framework. Quantitative values deduced from the analysis of the carbon footprint firstly allow the identification of possible areas of intervention to reduce the environmental impact of the mini-factory network, then they are used to make a comparison with IKEA Group, which is an example of a large company operating in the same industry but based on a centralized production system. This thesis, in spite of the limits affecting data analysis, shows that the mini-factory model causes lower carbon dioxide equivalent emissions when compared with IKEA’s and also that these are mainly determined in the raw material production phase. Finally, possible solutions aimed at reducing the mini-factory’s impact on the environment are identified and discussed.

Il settore manifatturiero presta sempre maggiore attenzione alla tematica della sostenibilità ambientale e questo si deve in parte all’introduzione di normative più stringenti e in parte alla presa di coscienza da parte del consumatore della necessità di cambiare il proprio stile di vita e il proprio comportamento d’acquisto in favore di prodotti caratterizzati da un minore impatto ambientale. Allo stesso tempo un’altra importante tendenza caratterizza l’attuale contesto competitivo: la mass customization. Questo paradigma si basa sulla produzione di beni e servizi che mirano a soddisfare le esigenze di ciascun cliente pur mantenendo allo stesso tempo l’efficienza che caratterizza la produzione di massa. Perciò questa tesi si focalizza su un nuovo modello di business basato su una rete di mini-factory, piccole unità produttive geograficamente distribuite in diversi paesi europei e attive nel settore dell’arredamento. In particolare questo modello cerca di rispondere alle nuove sfide che caratterizzano il mercato proponendo prodotti “green” altamente personalizzati, disponibili in pochi giorni ad un prezzo contenuto e rivolti quindi al pubblico di massa. In particolare, l’obiettivo di questa tesi consiste nel valutare l’impatto ambientale del modello mini-factory mediante l’applicazione di una metodologia di carattere quantitativo, la carbon footprint. Inoltre, per verificare che il modello mini-factory sia sostenibile anche da un punto di vista economico ne sono state valutate le potenzialità di successo attraverso l’implementazione di un framework qualitativo. I dati quantitativi dedotti dall’analisi della carbon footprint hanno consentito di identificare le possibili aree di intervento su cui agire per ridurre l’impatto ambientale della rete di mini-factory, ma anche di realizzare un confronto con il Gruppo IKEA, un’azienda di grandi dimensioni operante nello stesso settore ma basata su un sistema produttivo di tipo centralizzato. Questa tesi, nonostante i limiti che caratterizzano la fase di analisi dei dati, mette in luce come il modello mini-factory causi minori emissioni di anidride carbonica rispetto al Gruppo IKEA. In particolare, la ricerca ha individuato che la fase di produzione delle materie prime è quella più critica in termini di emissioni di CO2 equivalente, così sono state individuate e discusse alcune iniziative volte a ridurne l’impatto ambientale.

Environmental sustainability assessment of a mini-factory network in the furniture industry

GIUDICI, VALERIA PAOLA;GIALLONGO, GIULIA
2013/2014

Abstract

Nowadays manufacturers are being forced to pay more and more attention to environmental sustainability. This is due in part to the introduction of stricter legislation and partly to growing consumer awareness about the need to change lifestyles and consequently favouring greener products. At the same time, another important trend which represents a new frontier in business competition deserves to be mentioned: mass customization. This is a paradigm based on the production of goods and services to meet individual customer needs with the low unit costs associated with mass production. Therefore, a new business model based on a network of distributed mini-factories and operating in the furniture industry tries to respond to these trends by manufacturing green personalized products delivered in a few days and offered at a price which is affordable to the wider public. In particular, the aim of this thesis consists in the evaluation of the mini-factory model environmental impact through the application of a quantitative methodology, the carbon footprint. Moreover in order to verify that this model is sustainable also from an economic perspective its potential success has been evaluated by implementing a qualitative framework. Quantitative values deduced from the analysis of the carbon footprint firstly allow the identification of possible areas of intervention to reduce the environmental impact of the mini-factory network, then they are used to make a comparison with IKEA Group, which is an example of a large company operating in the same industry but based on a centralized production system. This thesis, in spite of the limits affecting data analysis, shows that the mini-factory model causes lower carbon dioxide equivalent emissions when compared with IKEA’s and also that these are mainly determined in the raw material production phase. Finally, possible solutions aimed at reducing the mini-factory’s impact on the environment are identified and discussed.
ZANETTI, CHRISTIAN
SEREGNI, MARCO
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
18-dic-2014
2013/2014
Il settore manifatturiero presta sempre maggiore attenzione alla tematica della sostenibilità ambientale e questo si deve in parte all’introduzione di normative più stringenti e in parte alla presa di coscienza da parte del consumatore della necessità di cambiare il proprio stile di vita e il proprio comportamento d’acquisto in favore di prodotti caratterizzati da un minore impatto ambientale. Allo stesso tempo un’altra importante tendenza caratterizza l’attuale contesto competitivo: la mass customization. Questo paradigma si basa sulla produzione di beni e servizi che mirano a soddisfare le esigenze di ciascun cliente pur mantenendo allo stesso tempo l’efficienza che caratterizza la produzione di massa. Perciò questa tesi si focalizza su un nuovo modello di business basato su una rete di mini-factory, piccole unità produttive geograficamente distribuite in diversi paesi europei e attive nel settore dell’arredamento. In particolare questo modello cerca di rispondere alle nuove sfide che caratterizzano il mercato proponendo prodotti “green” altamente personalizzati, disponibili in pochi giorni ad un prezzo contenuto e rivolti quindi al pubblico di massa. In particolare, l’obiettivo di questa tesi consiste nel valutare l’impatto ambientale del modello mini-factory mediante l’applicazione di una metodologia di carattere quantitativo, la carbon footprint. Inoltre, per verificare che il modello mini-factory sia sostenibile anche da un punto di vista economico ne sono state valutate le potenzialità di successo attraverso l’implementazione di un framework qualitativo. I dati quantitativi dedotti dall’analisi della carbon footprint hanno consentito di identificare le possibili aree di intervento su cui agire per ridurre l’impatto ambientale della rete di mini-factory, ma anche di realizzare un confronto con il Gruppo IKEA, un’azienda di grandi dimensioni operante nello stesso settore ma basata su un sistema produttivo di tipo centralizzato. Questa tesi, nonostante i limiti che caratterizzano la fase di analisi dei dati, mette in luce come il modello mini-factory causi minori emissioni di anidride carbonica rispetto al Gruppo IKEA. In particolare, la ricerca ha individuato che la fase di produzione delle materie prime è quella più critica in termini di emissioni di CO2 equivalente, così sono state individuate e discusse alcune iniziative volte a ridurne l’impatto ambientale.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/99554