As a complex whole, the urban space is an interactive system that goas more over the simple group of single elements, on the lines of the principles established by the Gestaltpsychologie. Cities are more and more fragmented scenarios, split into specific areas and districts (city center, residential zones, industrial areas, for examples), with different activities and aims. In a current pervasive globalized context, grows the new need of a sense of consciousness, the awareness of a strong and involving entity. Cities ask for their own collettive identities, able to express and improve all the local values and assents, clearly and distinctly. A structured re-evaluation process can restore the required feeling of unity and visibility. In this regard, the light - foundamental factor in the visual system and in all human biological cycles - stands as the crucial actor, answering to this contemporary need. Light componentes find therefore a new, performative and challenging role in urban identy innovation, as powerful communication tools and project resources, mixing natural and technological issues. Hence rises the Urban Lighting Visual Identity Systems website, a digital archive created to find, cata­logue and share the best place identity solutions based on light action. It’s a virtual “open space” designed to development and re­search, busi­ness and turism, local heritage and people wellness, where users can explore projects and inspirations through a poper skilled navigation and be part of an international network, connnecting between academic research, professional world of designers and enterprises, public administrations and all citizens interested in urban light.

Uno dei principi fondamentali della Gestaltpsychologie sostiene che il tutto non equivalga alla somma delle singole parti, ma che gli elementi si influenzino con più complesse interazioni; questo concetto è verificabile in qualsiasi tipo d’insieme complesso, che si tratti di un quadro, di un macchinario, quanto di un’azienda o di un ambiente urbano. Le città, in particolare, risultano sempre più frammentate in quartieri e settori (centro storico, zone residenziali, zone industriali, ad esempio): sottogruppi intersecati con differenti attività e obiettivi. Nella segmentazione organizzativa e nella diffusa adesione alla globalizzazione, va perdendosi il senso di appartenenza ad un intero, un’entità forte nella quale tutti sono costantemente immersi e possono riconoscersi. Si delinea, dunque, il bisogno di riappropriarsi della propria identità collettiva e di valorizzare l’ambiente in maniera chiara e coinvolgente. Il tema dell’identità è delicato e può spaziare in svariati dettagli: essa nasce dall’articolazione di elementi complementari, ma efficaci nella loro individualità, elementi da valorizzare piuttosto che soffocare. Regolato mediante un accurato sistema di controllo, il processo di rivalutazione può restituire l’unità e la visibilità ricercate. Se, da una parte, il problema dell’unità trova risposta nella determinazione di un’identità rafforzata, dall’altra, il raggiungimento di una maggiore visibilità – in tutti i sensi – può essere risolto grazie alle componenti luminose. La luce è la prima responsabile del processo visivo, veicola gran parte delle informazioni riguardanti spazi ed oggetti, inoltre interviene nella vita dell’uomo per regolarne i cicli biologici e vitali. Tuttavia, come Loredana Benincasa riconosce in “Luminarie di città”, alla luce è attribuita anche la capacità di modificare la percezione dell’ambiente e di definirne l’identità. Il segno luminoso si rivela, allora, quale strumento stimolante e performativo in grado di agire sulla rigenerazione delle identità urbane. I progettisti sono chiamati a confrontarsi con un materiale tanto complesso quanto familiare, pur senza trascurare gli aspetti tecnologici e scientifici che interessano la produzione innovativa di sistemi d’illuminazione a basso impatto ambientale, reinterpretando quella componente attrattiva e fascinante delle manifestazioni d’arte, sperimentali e d’impatto. La luce diventa uno strumento di progetto determinante per la percezione e per la valorizzazione di un territorio, un potente mezzo di comunicazione riqualificante dello spazio urbano e della sua identità, e un nuovo oggetto di lavoro per i comunicatori visivi. In tale ambito si inserisce il concetto di Urban Lighting Visual Identity Systems, un progetto per lo sviluppo di sistemi urbani basato sul patrimonio comune locale di identità e memoria, in un processo combinato di tutela, gestione e fruizione, che richiede competenze pratiche e conoscenze professionali specifiche del design in grado di generare strategie, paradigmi e strumenti di progetto che concorrano allo sviluppo, alla promozione e alla valorizzazione del proprio valore indentitario e culturale, pur considerando le crescenti aspettative di sostenibilità ambientale ormai sommate ai classici requisiti prestazionali estetici e comunicativi. La ricerca mira alla definizione chiara del fenomeno individuato e di studiarne le tipologie, quindi le differenze emerse dai vari casi rintracciati, al fine di identificare univocamente l’intervento e collocarlo nell’insieme delle evoluzioni relazionali tra sistemi di progetto e scenari competitivi globali attraverso gli aspetti progettuali specifici (attori, risorse, competenze, metodi, pratiche, innovazioni e tecnologie della comunicazione e dell’informazione), le possibili sinergie cognitive e performative, e le integrazioni di tutti gli ambiti di ricerca del design territoriale. Le schedature proposte racchiudono esperienze, tematiche, contesti, proprietà, funzioni e finalità differenti, operati a livello locale e internazionale, utili per delineare un mosaico sintetico – ma certamente non esaustivo – delle diffuse pratiche progettuali di luce, nel tentativo di restituire una fotografia generalizzata delle tendenze e degli esempi realizzati fino ad oggi, e per suggerire una metodologia d’indagine aperta e continuativa che sfocia in un’inedita piattaforma digitale di connessione e conoscenza.

Urban lighting visual identity systems. Potenzialità comunicative della luce nella definizione di identità visive urbane. Un percorso dai fondamenti teorici alle soluzioni realizzative : approcci, esperienze, ispirazioni

FRISICARO, VERONICA
2013/2014

Abstract

As a complex whole, the urban space is an interactive system that goas more over the simple group of single elements, on the lines of the principles established by the Gestaltpsychologie. Cities are more and more fragmented scenarios, split into specific areas and districts (city center, residential zones, industrial areas, for examples), with different activities and aims. In a current pervasive globalized context, grows the new need of a sense of consciousness, the awareness of a strong and involving entity. Cities ask for their own collettive identities, able to express and improve all the local values and assents, clearly and distinctly. A structured re-evaluation process can restore the required feeling of unity and visibility. In this regard, the light - foundamental factor in the visual system and in all human biological cycles - stands as the crucial actor, answering to this contemporary need. Light componentes find therefore a new, performative and challenging role in urban identy innovation, as powerful communication tools and project resources, mixing natural and technological issues. Hence rises the Urban Lighting Visual Identity Systems website, a digital archive created to find, cata­logue and share the best place identity solutions based on light action. It’s a virtual “open space” designed to development and re­search, busi­ness and turism, local heritage and people wellness, where users can explore projects and inspirations through a poper skilled navigation and be part of an international network, connnecting between academic research, professional world of designers and enterprises, public administrations and all citizens interested in urban light.
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2015
2013/2014
Uno dei principi fondamentali della Gestaltpsychologie sostiene che il tutto non equivalga alla somma delle singole parti, ma che gli elementi si influenzino con più complesse interazioni; questo concetto è verificabile in qualsiasi tipo d’insieme complesso, che si tratti di un quadro, di un macchinario, quanto di un’azienda o di un ambiente urbano. Le città, in particolare, risultano sempre più frammentate in quartieri e settori (centro storico, zone residenziali, zone industriali, ad esempio): sottogruppi intersecati con differenti attività e obiettivi. Nella segmentazione organizzativa e nella diffusa adesione alla globalizzazione, va perdendosi il senso di appartenenza ad un intero, un’entità forte nella quale tutti sono costantemente immersi e possono riconoscersi. Si delinea, dunque, il bisogno di riappropriarsi della propria identità collettiva e di valorizzare l’ambiente in maniera chiara e coinvolgente. Il tema dell’identità è delicato e può spaziare in svariati dettagli: essa nasce dall’articolazione di elementi complementari, ma efficaci nella loro individualità, elementi da valorizzare piuttosto che soffocare. Regolato mediante un accurato sistema di controllo, il processo di rivalutazione può restituire l’unità e la visibilità ricercate. Se, da una parte, il problema dell’unità trova risposta nella determinazione di un’identità rafforzata, dall’altra, il raggiungimento di una maggiore visibilità – in tutti i sensi – può essere risolto grazie alle componenti luminose. La luce è la prima responsabile del processo visivo, veicola gran parte delle informazioni riguardanti spazi ed oggetti, inoltre interviene nella vita dell’uomo per regolarne i cicli biologici e vitali. Tuttavia, come Loredana Benincasa riconosce in “Luminarie di città”, alla luce è attribuita anche la capacità di modificare la percezione dell’ambiente e di definirne l’identità. Il segno luminoso si rivela, allora, quale strumento stimolante e performativo in grado di agire sulla rigenerazione delle identità urbane. I progettisti sono chiamati a confrontarsi con un materiale tanto complesso quanto familiare, pur senza trascurare gli aspetti tecnologici e scientifici che interessano la produzione innovativa di sistemi d’illuminazione a basso impatto ambientale, reinterpretando quella componente attrattiva e fascinante delle manifestazioni d’arte, sperimentali e d’impatto. La luce diventa uno strumento di progetto determinante per la percezione e per la valorizzazione di un territorio, un potente mezzo di comunicazione riqualificante dello spazio urbano e della sua identità, e un nuovo oggetto di lavoro per i comunicatori visivi. In tale ambito si inserisce il concetto di Urban Lighting Visual Identity Systems, un progetto per lo sviluppo di sistemi urbani basato sul patrimonio comune locale di identità e memoria, in un processo combinato di tutela, gestione e fruizione, che richiede competenze pratiche e conoscenze professionali specifiche del design in grado di generare strategie, paradigmi e strumenti di progetto che concorrano allo sviluppo, alla promozione e alla valorizzazione del proprio valore indentitario e culturale, pur considerando le crescenti aspettative di sostenibilità ambientale ormai sommate ai classici requisiti prestazionali estetici e comunicativi. La ricerca mira alla definizione chiara del fenomeno individuato e di studiarne le tipologie, quindi le differenze emerse dai vari casi rintracciati, al fine di identificare univocamente l’intervento e collocarlo nell’insieme delle evoluzioni relazionali tra sistemi di progetto e scenari competitivi globali attraverso gli aspetti progettuali specifici (attori, risorse, competenze, metodi, pratiche, innovazioni e tecnologie della comunicazione e dell’informazione), le possibili sinergie cognitive e performative, e le integrazioni di tutti gli ambiti di ricerca del design territoriale. Le schedature proposte racchiudono esperienze, tematiche, contesti, proprietà, funzioni e finalità differenti, operati a livello locale e internazionale, utili per delineare un mosaico sintetico – ma certamente non esaustivo – delle diffuse pratiche progettuali di luce, nel tentativo di restituire una fotografia generalizzata delle tendenze e degli esempi realizzati fino ad oggi, e per suggerire una metodologia d’indagine aperta e continuativa che sfocia in un’inedita piattaforma digitale di connessione e conoscenza.
Tesi di laurea Magistrale
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