Il fenomeno della dismissione di edifici e di parti di città non rappresenta un argomento di recente introduzione nel dibattito architettonico-urbanistico. La sua comparsa sulla scena Europea risale alla metà degli anni Settanta a seguito della chiusura di grandi complessi di carattere industriale, e alla conseguente opportunità generata dai vuoti “liberati” nelle città (Gregotti 1990). Il fenomeno oggi, letto nel quadro economico attuale, mostra una geografia più complessa e articolata suscitando nuovi interrogativi. Come rapportarsi a queste aree? Quali strategie mettere in campo? Cosa fare nell’immediato se le forme tradizionali di riqualificazione non si prospettano come scenari plausibili nel tempo breve? La tesi cerca di rispondere a queste domande indagando il fenomeno nel caso milanese, utilizzando la modalità operativa della mappatura e dell’analisi di casi-studio specifici. L’indagine riserva uno sguardo privilegiato a quelle aree che si distinguono per grandi dimensioni e prende coscienza del loro essere “aree in attesa” che faticano a rientrare in logiche di valorizzazione immobiliare volte a prefigurarne un assetto spaziale unitario. Nella volontà di sovvertire l’immaginario negativo implicato dalla definizione “area dismessa”, la tesi propone una sperimentazione progettuale sul sito della Piazza d’Armi di Baggio. L’area collocata nel quadrante ovest della città, si presenta come un sito di grandi dimensioni, attualmente inaccessibile, per gran parte spontaneamente rinaturalizzato, il cui stato di “attesa” si protrae da molti anni. La tesi, progettando a partire dallo spazio aperto e dal suo ruolo nel settore urbano, sceglie di mettere in campo un progetto di suolo le cui prime azioni a basso costo, attuabili nel tempo breve, perseguono la riattivazione del sito. Le prime mosse d’immediata realizzazione vanno a definire l’ossatura portante del progetto ponendosi alla base di processi di più lunga durata che perseguano la riqualificazione completa del sito. La sperimentazione progettuale ammette la presenza di scenari futuri, di carattere volumetrico e riorganizzativo, che a fronte di un cambio della situazione al contorno, potrebbero avere luogo nella Piazza d’Armi. In ultimo, va ricordata la congiuntura che costituisce lo sfondo del lavoro di tesi, ovvero una crisi economica del mercato urbano che da un lato tende a favorire la dismissione e l’abbandono, e dall’altro riduce le possibilità di riqualificazione per molte aree, prolungando il “tempo di mezzo” tra la vecchia e la nuova destinazione. Questo contribuisce a incrementare la presenza di suoli dismessi per tempi lunghi, e inevitabilmente pone interrogativi su come garantire una sostenibile convivenza tra questi e la città circostante.
Progetto di suolo a servizio di scenari possibili. Sperimentazioni sull'area dismessa della Piazza d'Armi a Milano
PROSERPIO, FULVIA
2014/2015
Abstract
Il fenomeno della dismissione di edifici e di parti di città non rappresenta un argomento di recente introduzione nel dibattito architettonico-urbanistico. La sua comparsa sulla scena Europea risale alla metà degli anni Settanta a seguito della chiusura di grandi complessi di carattere industriale, e alla conseguente opportunità generata dai vuoti “liberati” nelle città (Gregotti 1990). Il fenomeno oggi, letto nel quadro economico attuale, mostra una geografia più complessa e articolata suscitando nuovi interrogativi. Come rapportarsi a queste aree? Quali strategie mettere in campo? Cosa fare nell’immediato se le forme tradizionali di riqualificazione non si prospettano come scenari plausibili nel tempo breve? La tesi cerca di rispondere a queste domande indagando il fenomeno nel caso milanese, utilizzando la modalità operativa della mappatura e dell’analisi di casi-studio specifici. L’indagine riserva uno sguardo privilegiato a quelle aree che si distinguono per grandi dimensioni e prende coscienza del loro essere “aree in attesa” che faticano a rientrare in logiche di valorizzazione immobiliare volte a prefigurarne un assetto spaziale unitario. Nella volontà di sovvertire l’immaginario negativo implicato dalla definizione “area dismessa”, la tesi propone una sperimentazione progettuale sul sito della Piazza d’Armi di Baggio. L’area collocata nel quadrante ovest della città, si presenta come un sito di grandi dimensioni, attualmente inaccessibile, per gran parte spontaneamente rinaturalizzato, il cui stato di “attesa” si protrae da molti anni. La tesi, progettando a partire dallo spazio aperto e dal suo ruolo nel settore urbano, sceglie di mettere in campo un progetto di suolo le cui prime azioni a basso costo, attuabili nel tempo breve, perseguono la riattivazione del sito. Le prime mosse d’immediata realizzazione vanno a definire l’ossatura portante del progetto ponendosi alla base di processi di più lunga durata che perseguano la riqualificazione completa del sito. La sperimentazione progettuale ammette la presenza di scenari futuri, di carattere volumetrico e riorganizzativo, che a fronte di un cambio della situazione al contorno, potrebbero avere luogo nella Piazza d’Armi. In ultimo, va ricordata la congiuntura che costituisce lo sfondo del lavoro di tesi, ovvero una crisi economica del mercato urbano che da un lato tende a favorire la dismissione e l’abbandono, e dall’altro riduce le possibilità di riqualificazione per molte aree, prolungando il “tempo di mezzo” tra la vecchia e la nuova destinazione. Questo contribuisce a incrementare la presenza di suoli dismessi per tempi lunghi, e inevitabilmente pone interrogativi su come garantire una sostenibile convivenza tra questi e la città circostante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/116389