Il progetto di recupero e conservazione del complesso della colonia marina Decima Legio, edificato nel 1932 secondo il progetto dell’Ing. Ildebrando Tabarroni, rappresenta un’opportunità, configurandosi come punto di partenza per la riqualificazione dell’intera area del Marano. Il tema dell’abbandono delle colonie marine comprese nell’area periferica tra le città di Rimini e Riccione è da anni il protagonista principale nella redazione dei piani urbanistici comunali, provinciali e regionali per la quale viene riconfermata la vocazione ricettiva del comparto, non trovando investitori disposti a riportare in vita un sistema dimostratosi fallimentare anche nelle sue applicazioni recenti; la riconversione della colonia Dalmine a hotel Le Conchiglie e il suo nuovo abbandono ne sono l’esempio emblematico. Obiettivo principe della presente tesi è la definizione di un programma strategico-funzionale, competitivo in ambito socio-economico, volto alla stesura del masterplan progettuale atto alla creazione di un nuovo polo all’interno del sistema lineare della Litoranea, con una funzione d’eccellenza. La determinazione delle nuovo funzioni d’uso nasce da un processo di analisi che si snoda partendo dalla scala territoriale locale, attraversando i nuovi sistemi economici sino alla scala globale accogliendone gli stimoli per poi confrontarsi nuovamente con le esigenze, nonché con le peculiarità della riviera romagnola. Riconoscendo come nuovo modello di sviluppo sostenibile lo Spin-Off (e le Joint Venture) la tesi mira alla interpolazione della realtà relativa alla ricerca e sviluppo, da sempre difficile da perseguire in Italia, con le possibilità offerte dalla compartecipazione ai singoli progetti. L’inserimento della funzione d’eccellenza viene utilizzata per la creazione di un nuovo polo tecnologico atto a densificare il sistema lineare Litoraneo, obiettivo raggiunto attraverso anche mediante la previsione di un sistema articolato di spazi pubblici, commerciali, ambienti destinati alla cura della persona, la previsione dell’inserimento di due fasce di edilizia residenziale e l’attuazione delle direttive regionali relative alla previsione di una nuova fermata della linea ferroviaria Bologna-Ancona sita ai margini dell’area di progetto. L’individuazione della nuova via commerciale mira a riconnettere il mare, l’arenile e la costa attraversando il corpo di fabbrica della Decima Legio, espediente che unitamente alla deviazione della viabilità della litoranea, garantisce il ribaltamento della dialettica lineare costiera creando un nuovo polo di densificazione. L’attenzione al patrimonio costruito esistente si delinea per la ferma volontà della preferenza all’aggiunte anziché alla sottrazione, interventi guidati dalla scelta progettuale della valorizzazione delle peculiarità dell’complesso attraverso l’equilibrato progetto del nuovo al fine della creazione di un nuovo ed equilibrato organismo architettonico. Il progetto mira a ribaltare la dialettica tra nuovo costruito e patrimonio esistente, utilizzando quest’ultimo non come fine, statico e sterile, ma come mezzo che, adattandosi alle nuove esigenze, acquista importanza in sinergia col progetto del nuovo, configurandosi non più come puro vincolo bensì come conditio sine qua non.
Second EarthBit : progetto di riconversione della colonia marina Decima Legio. Una nuova vita per l'area del Marano
MARELLA, ALESSANDRO;SCAVELLO, NICOLÒ
2014/2015
Abstract
Il progetto di recupero e conservazione del complesso della colonia marina Decima Legio, edificato nel 1932 secondo il progetto dell’Ing. Ildebrando Tabarroni, rappresenta un’opportunità, configurandosi come punto di partenza per la riqualificazione dell’intera area del Marano. Il tema dell’abbandono delle colonie marine comprese nell’area periferica tra le città di Rimini e Riccione è da anni il protagonista principale nella redazione dei piani urbanistici comunali, provinciali e regionali per la quale viene riconfermata la vocazione ricettiva del comparto, non trovando investitori disposti a riportare in vita un sistema dimostratosi fallimentare anche nelle sue applicazioni recenti; la riconversione della colonia Dalmine a hotel Le Conchiglie e il suo nuovo abbandono ne sono l’esempio emblematico. Obiettivo principe della presente tesi è la definizione di un programma strategico-funzionale, competitivo in ambito socio-economico, volto alla stesura del masterplan progettuale atto alla creazione di un nuovo polo all’interno del sistema lineare della Litoranea, con una funzione d’eccellenza. La determinazione delle nuovo funzioni d’uso nasce da un processo di analisi che si snoda partendo dalla scala territoriale locale, attraversando i nuovi sistemi economici sino alla scala globale accogliendone gli stimoli per poi confrontarsi nuovamente con le esigenze, nonché con le peculiarità della riviera romagnola. Riconoscendo come nuovo modello di sviluppo sostenibile lo Spin-Off (e le Joint Venture) la tesi mira alla interpolazione della realtà relativa alla ricerca e sviluppo, da sempre difficile da perseguire in Italia, con le possibilità offerte dalla compartecipazione ai singoli progetti. L’inserimento della funzione d’eccellenza viene utilizzata per la creazione di un nuovo polo tecnologico atto a densificare il sistema lineare Litoraneo, obiettivo raggiunto attraverso anche mediante la previsione di un sistema articolato di spazi pubblici, commerciali, ambienti destinati alla cura della persona, la previsione dell’inserimento di due fasce di edilizia residenziale e l’attuazione delle direttive regionali relative alla previsione di una nuova fermata della linea ferroviaria Bologna-Ancona sita ai margini dell’area di progetto. L’individuazione della nuova via commerciale mira a riconnettere il mare, l’arenile e la costa attraversando il corpo di fabbrica della Decima Legio, espediente che unitamente alla deviazione della viabilità della litoranea, garantisce il ribaltamento della dialettica lineare costiera creando un nuovo polo di densificazione. L’attenzione al patrimonio costruito esistente si delinea per la ferma volontà della preferenza all’aggiunte anziché alla sottrazione, interventi guidati dalla scelta progettuale della valorizzazione delle peculiarità dell’complesso attraverso l’equilibrato progetto del nuovo al fine della creazione di un nuovo ed equilibrato organismo architettonico. Il progetto mira a ribaltare la dialettica tra nuovo costruito e patrimonio esistente, utilizzando quest’ultimo non come fine, statico e sterile, ma come mezzo che, adattandosi alle nuove esigenze, acquista importanza in sinergia col progetto del nuovo, configurandosi non più come puro vincolo bensì come conditio sine qua non.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/119185