Lo studio dei fenomeni di convergenza in contesti di emergenza riconosce che in momenti di crisi le persone, più che farsi cogliere dal panico, tendono a organizzare spontaneamente reti di solidarietà e collaborazione che possono essere considerevolmente favorite dallo spazio digitale offerto dai nuovi media di comunicazione. L’osservazione analitica dei commenti dei cittadini rivolti ai messaggi pubblicati sulla pagina Facebook della Protezione Civile del Comune di Genova, nel corso delle alluvioni del 9 ottobre e del 15 novembre 2014, rivelano un uso ancora improprio di strumenti che, invece, potrebbero rappresentare una svolta nel processo di self-preparedness e self-protection da parte della popolazione minacciata da un evento potenzialmente disastroso. Emergono, infatti, alcune rilevanti criticità nel processo di comunicazione digitale: la tendenziale unidirezionalità della comunicazione e l’uso di un linguaggio troppo tecnicistico da parte delle istituzioni e l’aggressiva sfiducia e la fisiologica tendenza a cadere nell’allarmismo da parte dei cittadini, riducendo significativamente il potenziale di resilienza che può essere offerto da questi strumenti di comunicazione. L’ipotesi progettuale proposta attinge ai principi del design della comunicazione e dell’interazione al fine di realizzare un artefatto social che metta in relazione il cittadino con il suo territorio, la sua comunità e le istituzioni, rendendolo partecipe e consapevole del rischio cui è esposto.
Convergenza digitale e comunicazione d’emergenza. Analisi e progettazione di un sistema di context awareness per la resilienza sociale durante gli eventi alluvionali
RAGUCCI, AGNESE
2015/2016
Abstract
Lo studio dei fenomeni di convergenza in contesti di emergenza riconosce che in momenti di crisi le persone, più che farsi cogliere dal panico, tendono a organizzare spontaneamente reti di solidarietà e collaborazione che possono essere considerevolmente favorite dallo spazio digitale offerto dai nuovi media di comunicazione. L’osservazione analitica dei commenti dei cittadini rivolti ai messaggi pubblicati sulla pagina Facebook della Protezione Civile del Comune di Genova, nel corso delle alluvioni del 9 ottobre e del 15 novembre 2014, rivelano un uso ancora improprio di strumenti che, invece, potrebbero rappresentare una svolta nel processo di self-preparedness e self-protection da parte della popolazione minacciata da un evento potenzialmente disastroso. Emergono, infatti, alcune rilevanti criticità nel processo di comunicazione digitale: la tendenziale unidirezionalità della comunicazione e l’uso di un linguaggio troppo tecnicistico da parte delle istituzioni e l’aggressiva sfiducia e la fisiologica tendenza a cadere nell’allarmismo da parte dei cittadini, riducendo significativamente il potenziale di resilienza che può essere offerto da questi strumenti di comunicazione. L’ipotesi progettuale proposta attinge ai principi del design della comunicazione e dell’interazione al fine di realizzare un artefatto social che metta in relazione il cittadino con il suo territorio, la sua comunità e le istituzioni, rendendolo partecipe e consapevole del rischio cui è esposto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/125643