Il presente lavoro di tesi nasce dall’occasione offerta da un bando di gara per la proposizione di residenze universitarie e la riqualificazione della relativa area lungo il fiume Spree a Berlino, in uno dei quartieri cardine della capitale: Kreuzberg. La ricerca entro la quale si colloca il progetto muove a partire dal tema avanzato dal concorso della residenza collettiva per trattare tuttavia anche temi quali la rigenerazione urbana e l’abitare in senso più ampio. La storia del sito, infatti, è caratterizzata da una serie di vicissitudini che coinvolgono aspetti chiave per una corretta lettura e comprensione della città e delle sue trasformazioni. Segnata da quasi un secolo di pressoché completo inutilizzo, sfondo della linea della morte durante la divisione delle due Germanie e motivo di contesa fra speculatori immobiliari che nell’ultimo decennio hanno avanzato progetti sordi (rispetto) alle direttive del Senato, l’area di Cuvrystraße è stata in ultima istanza occupata abusivamente da abitanti locali, artisti e senzatetto – sulla scia dei precedenti berlinesi di riappropriazione degli spazi in particolare dopo la caduta del muro - non senza scontri e dissidi interni alla comunità, per poi esser sgomberata e riconsegnata al suo status di vuoto urbano. Tali episodi, seppur ad una scala ridotta, da un lato denunciano come parte del tangibile malessere collettivo derivi da una domanda abitativa sempre più elevata ma sempre meno soddisfatta, dall’altro lato sottolineano invece quanto stridenti siano i punti di contatto con i mutamenti alla grande scala (particolarmente esemplificative sono quelle riunite sotto il cappello Mediaspree) sovente incapaci di dare risposta alle più pragmatiche necessità di un contesto fortemente eterogeneo e caratteristico quale quello di Kreuzberg - e nello specifico Wrangelkiez - dando luce piuttosto a veri e propri fenomeni di gentrificazione se non addirittura di turistificazione. Il tema dell’abitare, che con l’incalzare e il permanere di una situazione di crisi ha iniziato ad essere letto appunto sotto l’accezione negativa di disagio abitativo, deve interfacciarsi ora più che mai con i nuovi aspetti del vivere contemporaneo. L’affermazione di mutati stili di vita, differenti condizioni sociali, categorie di utenti o il concetto stesso di famiglia oggi evoluto, fanno si che si siano prodotte sia nuove forme aggregative che pratiche d’uso. Concetti già presenti nella Berlino anni Ottanta grazie alla diffusione delle Baugemeinschaft. Relazione tra pubblico e privato, fra interno ed esterno, labilità dei confini e sfruttamento degli spazi intermedi comportano pertanto una modifica al progetto architettonico che vuole essere qui inteso come processo capace di attivare dinamiche sociali e spaziali. L’obiettivo prepostosi è quindi di ri-generare una porzione di tessuto cittadino e di comunità attraverso: - la fornitura di servizi locali urbani (scuola materna, ciclo-officina, laboratori didattici, centro fisioterapico...); - la ri-collettivizzazione di funzioni proprie dell’abitare domestico grazie a spazi integrativi condivisi (cucina comune, lavanderia...); - uno studio tipologico delle unità abitative a seconda delle forme d’aggregazione; - un’idea innovativa di utilizzo degli spazi che permetta agli inquilini d’ essere non solo fruitori passivi ma anche figure attive nella loro gestione. Il progetto entra così a far parte della città, del quartiere e della comunità diventando una scenografia della vita degli abitanti e delle diverse sfaccettature quotidiane.
Ri-generare la collettività. Lo spazio condiviso tra aggregazione, innovazione e gestione. Un quartiere speirmentale a Berlino
ZOCCHE, RICCARDO;MEREGALLI, MILENA
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro di tesi nasce dall’occasione offerta da un bando di gara per la proposizione di residenze universitarie e la riqualificazione della relativa area lungo il fiume Spree a Berlino, in uno dei quartieri cardine della capitale: Kreuzberg. La ricerca entro la quale si colloca il progetto muove a partire dal tema avanzato dal concorso della residenza collettiva per trattare tuttavia anche temi quali la rigenerazione urbana e l’abitare in senso più ampio. La storia del sito, infatti, è caratterizzata da una serie di vicissitudini che coinvolgono aspetti chiave per una corretta lettura e comprensione della città e delle sue trasformazioni. Segnata da quasi un secolo di pressoché completo inutilizzo, sfondo della linea della morte durante la divisione delle due Germanie e motivo di contesa fra speculatori immobiliari che nell’ultimo decennio hanno avanzato progetti sordi (rispetto) alle direttive del Senato, l’area di Cuvrystraße è stata in ultima istanza occupata abusivamente da abitanti locali, artisti e senzatetto – sulla scia dei precedenti berlinesi di riappropriazione degli spazi in particolare dopo la caduta del muro - non senza scontri e dissidi interni alla comunità, per poi esser sgomberata e riconsegnata al suo status di vuoto urbano. Tali episodi, seppur ad una scala ridotta, da un lato denunciano come parte del tangibile malessere collettivo derivi da una domanda abitativa sempre più elevata ma sempre meno soddisfatta, dall’altro lato sottolineano invece quanto stridenti siano i punti di contatto con i mutamenti alla grande scala (particolarmente esemplificative sono quelle riunite sotto il cappello Mediaspree) sovente incapaci di dare risposta alle più pragmatiche necessità di un contesto fortemente eterogeneo e caratteristico quale quello di Kreuzberg - e nello specifico Wrangelkiez - dando luce piuttosto a veri e propri fenomeni di gentrificazione se non addirittura di turistificazione. Il tema dell’abitare, che con l’incalzare e il permanere di una situazione di crisi ha iniziato ad essere letto appunto sotto l’accezione negativa di disagio abitativo, deve interfacciarsi ora più che mai con i nuovi aspetti del vivere contemporaneo. L’affermazione di mutati stili di vita, differenti condizioni sociali, categorie di utenti o il concetto stesso di famiglia oggi evoluto, fanno si che si siano prodotte sia nuove forme aggregative che pratiche d’uso. Concetti già presenti nella Berlino anni Ottanta grazie alla diffusione delle Baugemeinschaft. Relazione tra pubblico e privato, fra interno ed esterno, labilità dei confini e sfruttamento degli spazi intermedi comportano pertanto una modifica al progetto architettonico che vuole essere qui inteso come processo capace di attivare dinamiche sociali e spaziali. L’obiettivo prepostosi è quindi di ri-generare una porzione di tessuto cittadino e di comunità attraverso: - la fornitura di servizi locali urbani (scuola materna, ciclo-officina, laboratori didattici, centro fisioterapico...); - la ri-collettivizzazione di funzioni proprie dell’abitare domestico grazie a spazi integrativi condivisi (cucina comune, lavanderia...); - uno studio tipologico delle unità abitative a seconda delle forme d’aggregazione; - un’idea innovativa di utilizzo degli spazi che permetta agli inquilini d’ essere non solo fruitori passivi ma anche figure attive nella loro gestione. Il progetto entra così a far parte della città, del quartiere e della comunità diventando una scenografia della vita degli abitanti e delle diverse sfaccettature quotidiane.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/126071