Recentemente la tutela e la conservazione del patrimonio culturale ha assunto in Italia una rilevanza sempre maggiore; il grande numero di testimonianze storiche che caratterizzano il territorio italiano ha portato infatti alla realizzazione di vari studi volti alla valutazione dei rischi di carattere geologico e idrogeologico a cui sono soggetti i siti archeologici. La presente tesi analizza il caso di studio del Parco Archeologico di Castelseprio (VA), facente parte di una rete di siti della Lombardia dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, con l’obiettivo di descrivere i processi idrogeologici che lo caratterizzano e di individuare le aree soggette a maggior pericolosità, al fine di stabilire degli interventi di messa in sicurezza. Tramite l’analisi dei dati geologici, geomorfologici e idrogeologici a disposizione è stato ricostruito il modello concettuale dell’area di studio, dalla quale è emersa una debolezza geologica intrinseca del materiali costituenti il sito; infatti, in superficie, è presente una litozona ghiaiosa e sabbiosa vulnerabile a fenomeni di erosione interna innescati dalla filtrazione dell’acqua (piping), fondamentale nel condizionare l’evoluzione della dinamica del versante. Sulla base del modello concettuale sono state implementate una serie di simulazione numeriche, utilizzando un modello agli elementi finiti in campo dapprima bidimensionale, con l’obiettivo di descrivere i processi in atto e l’influenza del piping sulla stabilità del versante. Si è poi passato alla ricostruzione di un modello tridimensionale per definire l’andamento areale della pericolosità all’interno del sito archeologico e nelle aree circostanti. Le analisi in campo 2D hanno messo in luce come lo sviluppo del piping porti ad un sensibile peggioramento delle condizioni di stabilità del pendio, indebolendo il materiale e dando luogo a superfici di rottura nello strato superficiale. Tramite l’implementazione di diverse condizioni idrauliche è stato possibile studiare l’influenza dell’acqua sull’evoluzione del fenomeno: i risultati hanno mostrato una chiara dipendenza dall’intensità delle precipitazioni, il cui aumento provoca l’espansione delle aree soggette a erosione aggravando ulteriormente le condizioni di stabilità dell’area in esame. Un’analisi di sensitività svolta sui parametri di coesione e angolo d’attrito ha mostrato che, per determinati valori, il versante in esame può raggiungere la condizione di collasso. Le simulazioni in campo tridimensionale, oltre a confermare i risultati ottenuti dal modello 2D, hanno consentito di individuare le aree del pianalto maggiormente soggette ad instabilità, che costituisce un’informazione di fondamentale importanza per la pianificazione delle strategie di conservazione e fruibilità futura del sito. In particolare, i risultati della modellazione 3D sono stati utili per valutare l’idoneità di diversi percorsi di collegamento e accesso agli scavi, indispensabili per garantire l’unitarietà del sito archeologico in esame. Per la messa in sicurezza di queste vie sono stati proposti, dove necessari, interventi strutturali e di manutenzione delle aree interessate.

Valutazione della pericolosità idrogeologica nel sito archeologico di Castelseprio (VA)

VALLETTA, ALESSANDRO
2015/2016

Abstract

Recentemente la tutela e la conservazione del patrimonio culturale ha assunto in Italia una rilevanza sempre maggiore; il grande numero di testimonianze storiche che caratterizzano il territorio italiano ha portato infatti alla realizzazione di vari studi volti alla valutazione dei rischi di carattere geologico e idrogeologico a cui sono soggetti i siti archeologici. La presente tesi analizza il caso di studio del Parco Archeologico di Castelseprio (VA), facente parte di una rete di siti della Lombardia dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, con l’obiettivo di descrivere i processi idrogeologici che lo caratterizzano e di individuare le aree soggette a maggior pericolosità, al fine di stabilire degli interventi di messa in sicurezza. Tramite l’analisi dei dati geologici, geomorfologici e idrogeologici a disposizione è stato ricostruito il modello concettuale dell’area di studio, dalla quale è emersa una debolezza geologica intrinseca del materiali costituenti il sito; infatti, in superficie, è presente una litozona ghiaiosa e sabbiosa vulnerabile a fenomeni di erosione interna innescati dalla filtrazione dell’acqua (piping), fondamentale nel condizionare l’evoluzione della dinamica del versante. Sulla base del modello concettuale sono state implementate una serie di simulazione numeriche, utilizzando un modello agli elementi finiti in campo dapprima bidimensionale, con l’obiettivo di descrivere i processi in atto e l’influenza del piping sulla stabilità del versante. Si è poi passato alla ricostruzione di un modello tridimensionale per definire l’andamento areale della pericolosità all’interno del sito archeologico e nelle aree circostanti. Le analisi in campo 2D hanno messo in luce come lo sviluppo del piping porti ad un sensibile peggioramento delle condizioni di stabilità del pendio, indebolendo il materiale e dando luogo a superfici di rottura nello strato superficiale. Tramite l’implementazione di diverse condizioni idrauliche è stato possibile studiare l’influenza dell’acqua sull’evoluzione del fenomeno: i risultati hanno mostrato una chiara dipendenza dall’intensità delle precipitazioni, il cui aumento provoca l’espansione delle aree soggette a erosione aggravando ulteriormente le condizioni di stabilità dell’area in esame. Un’analisi di sensitività svolta sui parametri di coesione e angolo d’attrito ha mostrato che, per determinati valori, il versante in esame può raggiungere la condizione di collasso. Le simulazioni in campo tridimensionale, oltre a confermare i risultati ottenuti dal modello 2D, hanno consentito di individuare le aree del pianalto maggiormente soggette ad instabilità, che costituisce un’informazione di fondamentale importanza per la pianificazione delle strategie di conservazione e fruibilità futura del sito. In particolare, i risultati della modellazione 3D sono stati utili per valutare l’idoneità di diversi percorsi di collegamento e accesso agli scavi, indispensabili per garantire l’unitarietà del sito archeologico in esame. Per la messa in sicurezza di queste vie sono stati proposti, dove necessari, interventi strutturali e di manutenzione delle aree interessate.
ING I - Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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