Food design has became in a short time one of the main topic for theorist and designers, who have trying to understand and share thesis and ideas through editorial products about kitchen as a simple application to DIY or about other types of communication related to the food world. When the senses are involved on the project plan, the conversation is empowered and the interest takes on transversal values. Food is not only something that sustained us but it’s also a set of pleasure that driving the act, the conviviality, the sharing of knowledge and it can become a real mean of communication. There are many editorial project carried on this theme such as fanzines, magazines, born in the ‘80s as mean of communication and representation; they are independent publishing designed by single or a collectivity, all linked by the aim to reach a niche audience. Other publication are always about independent publishing, they start from the bottom suggesting research and alternative editorial. They are not just detailed editorial products, they are the image of a real mood fool of visual, content and sensorial quality. Many other transversal vision lead us on food: art, cinema and illustration according to food both actively and passively give us information and transmit sensation. However a critical issue emerges from the project analysis: when we talk about food and the practises related to its communication, we tend to involve only one sense: sight. It’s an evident limit of technology that allows an immediate fruition of the images but it can’t involve the other senses without a direct recall. In my project I’d like to overcome the limit involving all senses through a cross communication on paper and digital profit by materiality.

Il food design, in poco tempo è diventato argomento di studio per teorici e progettisti che hanno cercato di comprendere e condividere le loro tesi e idee attraverso pubblicazioni e progetti, dissertando le loro ipotesi, tramite prodotti editoriali relativi alla cucina come mera applicazione, al DIY fino ad arrivare ad altre tipologie di comunicazione tramite l’argomento cibo. Quando i sensi vengono coinvolti sul piano progettuale, il discorso si rafforza e l’interesse assume delle valenze trasversali. Il cibo infatti, non è solo qualcosa che ci sostenta ma diventa un insieme di piaceri che accompagnano l’atto, la convivialità, la condivisione del sapere, diventando un vero e proprio mezzo di comunicazione. Numerosi sono i progetti editoriali sviluppati a partire da questo tema come le fanzine, riviste nate negli anni Ottanta come mezzo di comunicazione e rappresentazione. Si tratta di riviste indipendenti progettate da una sola persona o da collettivi e rivolte a un pubblico di nicchia di interessati. Altre pubblicazioni ruotano sempre attorno al tema dell’editoria indipendente, che parte dal basso e che propone un’editoria di ricerca e alternativa. Non si tratta solo di prodotti editoriali curati e belli da vedere, ma riguarda un vero e proprio mood che ricerca qualità visiva, contenutistica e sensoriale. Numerose altre visioni trasversali ci portano a parlare di cibo: l’arte, il cinema e le illustrazioni poiché il cibo, sia in modo attivo che in modo passivo, da delle informazioni e trasmette delle sensazioni. Emerge però una criticità dall’ analisi svolta nell’elaborato. Quando parliamo di cibo e delle pratiche legate alla sua comunicazione, si tende a coinvolgere un solo senso: la vista. Risulta evidente il limite della tecnologia che permette un’immediata fruizione delle immagini ma non coinvolge gli altri sensi a volte anche impigrendoli e non richiamandoli direttamente. È mia intenzione con questo progetto superare tale limite mettendo in gioco tutti i sensi tramite una comunicazione trasversale, su carta e digitale sfruttando la matericità.

Feed. Food magazine. Percorso visivo a tema unico attraverso un piatto

VIRZÌ, MARINA
2017/2018

Abstract

Food design has became in a short time one of the main topic for theorist and designers, who have trying to understand and share thesis and ideas through editorial products about kitchen as a simple application to DIY or about other types of communication related to the food world. When the senses are involved on the project plan, the conversation is empowered and the interest takes on transversal values. Food is not only something that sustained us but it’s also a set of pleasure that driving the act, the conviviality, the sharing of knowledge and it can become a real mean of communication. There are many editorial project carried on this theme such as fanzines, magazines, born in the ‘80s as mean of communication and representation; they are independent publishing designed by single or a collectivity, all linked by the aim to reach a niche audience. Other publication are always about independent publishing, they start from the bottom suggesting research and alternative editorial. They are not just detailed editorial products, they are the image of a real mood fool of visual, content and sensorial quality. Many other transversal vision lead us on food: art, cinema and illustration according to food both actively and passively give us information and transmit sensation. However a critical issue emerges from the project analysis: when we talk about food and the practises related to its communication, we tend to involve only one sense: sight. It’s an evident limit of technology that allows an immediate fruition of the images but it can’t involve the other senses without a direct recall. In my project I’d like to overcome the limit involving all senses through a cross communication on paper and digital profit by materiality.
ARC III - Scuola del Design
20-apr-2018
2017/2018
Il food design, in poco tempo è diventato argomento di studio per teorici e progettisti che hanno cercato di comprendere e condividere le loro tesi e idee attraverso pubblicazioni e progetti, dissertando le loro ipotesi, tramite prodotti editoriali relativi alla cucina come mera applicazione, al DIY fino ad arrivare ad altre tipologie di comunicazione tramite l’argomento cibo. Quando i sensi vengono coinvolti sul piano progettuale, il discorso si rafforza e l’interesse assume delle valenze trasversali. Il cibo infatti, non è solo qualcosa che ci sostenta ma diventa un insieme di piaceri che accompagnano l’atto, la convivialità, la condivisione del sapere, diventando un vero e proprio mezzo di comunicazione. Numerosi sono i progetti editoriali sviluppati a partire da questo tema come le fanzine, riviste nate negli anni Ottanta come mezzo di comunicazione e rappresentazione. Si tratta di riviste indipendenti progettate da una sola persona o da collettivi e rivolte a un pubblico di nicchia di interessati. Altre pubblicazioni ruotano sempre attorno al tema dell’editoria indipendente, che parte dal basso e che propone un’editoria di ricerca e alternativa. Non si tratta solo di prodotti editoriali curati e belli da vedere, ma riguarda un vero e proprio mood che ricerca qualità visiva, contenutistica e sensoriale. Numerose altre visioni trasversali ci portano a parlare di cibo: l’arte, il cinema e le illustrazioni poiché il cibo, sia in modo attivo che in modo passivo, da delle informazioni e trasmette delle sensazioni. Emerge però una criticità dall’ analisi svolta nell’elaborato. Quando parliamo di cibo e delle pratiche legate alla sua comunicazione, si tende a coinvolgere un solo senso: la vista. Risulta evidente il limite della tecnologia che permette un’immediata fruizione delle immagini ma non coinvolge gli altri sensi a volte anche impigrendoli e non richiamandoli direttamente. È mia intenzione con questo progetto superare tale limite mettendo in gioco tutti i sensi tramite una comunicazione trasversale, su carta e digitale sfruttando la matericità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140854