Memoires francais sur le Palatin. Restauration de l'unite du Palais de Domitien

“For ages I’ve been fascinated by the idea of landscape as a palimpsest in layers of signs, traces, memories and writings; and by the idea of a project as writing superimposed on that same palimpsest. An interpretative ‘writing over’ which is at the same time endowed with an internal logic of its own, and able to find relationships between objects and spaces which that palimpsest can reveal”. These words by Bacchi capture the fundamental concepts presented and developed in our project. The project is focused on one of the most important areas in the history of Rome, The Palatine Hill, original site of the first settlements of Romulus until the creation of the Forma Urbis Romae. Centuries of history, architectures and relationships are here stratified under a seemingly unified landscape. These layers are evidence of changes almost entirely brought about by human intervention. They have reached us in the shape of traces and signs which are difficult to read without the help of the hypothetical reconstructions in the drawings of the young architects of the Grand Tour, and the contributions of historians and architects of the 20th century, such as Giuseppe Gatteschi, Andrea Carandini e Rodolfo Lanciani. In a place seen as a palimpsest, our project has been thought as interpretative superimposition, with the view of recovering the complexity of existing signs, discovering possible interactions with them and producing solutions which do not renounce their present-day identity. Assuming the landscape to be the keeper of latent stories, we wish to offer a unified reading of the site, in particular of the southern front of the Palatine Hill, which looks out onto, and is in close connection with “Via dei Cerchi” and the “Circo Massimo”.

"Da tempo mi affascina il pensare il paesaggio come un palinsesto stratificato di segni, di tracce, di memorie, di scritture, e il pensare il progetto come sovrascrittura su quel palinsesto: una sovrascrittura interpretativa, ma a sua volta dotata di una propria logica interna, capace di dare una lettura relazionale delle cose e degli spazi fra le cose che quel palinsesto può rivelare", sono queste parole, enunciate da Bacchi, a esprimere i temi fondamentali presenti e affrontati nel progetto qui esposto. Il progetto si colloca in una delle aree più importanti della storia di Roma, il colle Palatino, luogo della nascita dei primi insediamenti di Romolo fino alla costruzione della Forma Urbis Romae. Secoli di storia, architetture e relazioni, stratificati sotto un apparente unico paesaggio. Queste stratificazioni sono testimonianza di cambiamenti voluti soprattutto per mano dell’uomo e ad oggi arrivati sotto forma di tracce e segni difficili da leggere, se non grazie a disegni di ipotetiche ricostruzioni dei giovani architetti del Grand Tour e storici e archeologi del ‘900 come Giuseppe Gatteschi, Andrea Carandini e Rodolfo Lanciani. All’interno di un luogo concepito come un palinsesto, il progetto è stato pensato come una sovrascrittura interpretativa, proponendosi di recuperare la complessità dei segni presenti, trovare possibili interazioni con essi e mostrarsi attraverso soluzioni che non rinunciano alla loro identità e contemporaneità. Assumendo il paesaggio quale custode di racconti latenti, si vuole restituire una lettura unitaria del sito, nello specifico del fronte Meridionale del colle Palatino, affacciato e messo strettamente in relazione con Via dei Cerchi e il Circo Massimo.