Digital transformation is revolutionizing the work environment as processes and methodologies are evolving. Activities that were previously relevant, are becoming increasingly obsolete and new roles and skills are replacing them. Companies which will not undertake a transformation process soon, risk to stuck to an outdated vision, to lose the chance to innovate their processes, services and products, and to become less competitive and attractive to the new professional figures. To cope with the new challenges and carry out the transformation process, companies need to be able to internalize people who has the right skill to implement it. That's why they are undertaking personnel reskilling and talent acquisition processes. To achieve their goals, companies must consider their workforce's needs and satisfy them, as they represent the both the subject and the object of change; furthermore, the workforce wants to understand the company’s business and be active drivers of change. Moreover, by acquiring new skills and/or strengthen their own ones to better face the challenges, people inside companies wants to perceive equity and transparency in the company’s activities and processes. However, the analysis conducted, shows that the assignment of the label "talent" to an employee, not only influences negatively the working environment by compromising the employees’ performance, it is able to decrease the perception of company’s transparency and equity in the processes. The label “talent” is able to influence negatively not only the ones whom the label is assigned, which end up suffering of performance anxiety, but it can influence the ones to whom the label is not given, who end up feeling demotivated. Deliberate practice offers a different perspective which support the idea that the innate talent doesn’t exist. Through the deliberate practice, which is proven to be a reliable tool, everyone can improve their performances and increase their expertise becoming expert in the desired field. Therefore, the deliberate practice could be one of the tool which companies can use to face the challenge previously mentioned. The thesis aims to provide a methodology for spreading the deliberate practice in the company. The idea is to provide companies with professional leading figures, who have the right skills for implementing this methodology.

La trasformazione digitale sta rivoluzionando il mondo del lavoro. I processi e le metodologie stanno evolvendo, le attività che un tempo sembravano fondamentali stanno diventando sempre più obsolete e di conseguenza stanno entrando in gioco nuovi ruoli e competenze atte a sostituirle. Il rischio per le aziende che non metteranno in atto un processo di trasformazione è quello di rimanere legate ad una visione superata e di perdere l’opportunità di innovare i propri processi e di conseguenza servizi e prodotti, rischiando di diventare meno competitive sul mercato e meno attrattive per le nuove professionalità. Quindi, per far fronte alle recenti sfide, le aziende necessitano di avere e trattenere al loro interno persone con le competenze necessarie per compiere il processo di trasformazione, motivo per il quale stanno attuando processi di reskilling del personale e di acquisizione di nuovi talenti. Ma per poter adempire alle proprie esigenze, le imprese devono tenere in considerazione e soddisfare le necessità della propria forza lavoro che è, al tempo stesso, soggetto e oggetto del cambiamento. Le persone presenti in azienda vogliono comprendere il business ed essere i motori attivi del cambiamento, acquisire nuove competenze e/o potenziare le proprie per affrontare al meglio le sfide e, allo stesso tempo, percepire equità e trasparenza dei processi aziendali. Dall'analisi è emerso, però, che l’attribuzione del termine “talento” non solo influenza negativamente il clima lavorativo, compromettendo l’equità percepita dalla forza lavoro nei confronti dei processi, ma pregiudica le prestazioni dei dipendenti: non solo di coloro ai quali viene attribuita l’etichetta, che finiscono con il soffrire d’ansia da prestazione, ma anche di coloro ai quali non viene data, che finiscono con il sentirsi demotivati. Tuttavia, durante la ricerca è affiorato uno strumento in grado di sfatare il mito del talento innato: la pratica intenzionale. La mentalità della pratica intenzionale offre uno scenario differente rispetto ad altri metodi, in quanto strumento comprovato per acquisire competenze e permettere a chiunque di migliorare le proprie prestazioni e diventare esperto nel proprio settore, dimostrandosi, di fatto, lo strumento potenzialmente adatto per rispondere alle necessità aziendali emerse. Questa tesi si propone di fornire una metodologia atta all'inserimento della pratica deliberata all'interno dell'ecosistema aziendale, grazie all'inserimento in quest'ultima di una figura professionale che possa assumere un ruolo di guida per l'applicazione e la diffusione di questo metodo.

Pratica intenzionale : competenze = co-design : designer. L'equivalenza per l'ottimizzazione del talento nei processi delle aziende in trasformazione

De LUCA, EMANUELLE
2018/2019

Abstract

Digital transformation is revolutionizing the work environment as processes and methodologies are evolving. Activities that were previously relevant, are becoming increasingly obsolete and new roles and skills are replacing them. Companies which will not undertake a transformation process soon, risk to stuck to an outdated vision, to lose the chance to innovate their processes, services and products, and to become less competitive and attractive to the new professional figures. To cope with the new challenges and carry out the transformation process, companies need to be able to internalize people who has the right skill to implement it. That's why they are undertaking personnel reskilling and talent acquisition processes. To achieve their goals, companies must consider their workforce's needs and satisfy them, as they represent the both the subject and the object of change; furthermore, the workforce wants to understand the company’s business and be active drivers of change. Moreover, by acquiring new skills and/or strengthen their own ones to better face the challenges, people inside companies wants to perceive equity and transparency in the company’s activities and processes. However, the analysis conducted, shows that the assignment of the label "talent" to an employee, not only influences negatively the working environment by compromising the employees’ performance, it is able to decrease the perception of company’s transparency and equity in the processes. The label “talent” is able to influence negatively not only the ones whom the label is assigned, which end up suffering of performance anxiety, but it can influence the ones to whom the label is not given, who end up feeling demotivated. Deliberate practice offers a different perspective which support the idea that the innate talent doesn’t exist. Through the deliberate practice, which is proven to be a reliable tool, everyone can improve their performances and increase their expertise becoming expert in the desired field. Therefore, the deliberate practice could be one of the tool which companies can use to face the challenge previously mentioned. The thesis aims to provide a methodology for spreading the deliberate practice in the company. The idea is to provide companies with professional leading figures, who have the right skills for implementing this methodology.
BROCCHI, NICCOLO'
ARC III - Scuola del Design
25-lug-2019
2018/2019
La trasformazione digitale sta rivoluzionando il mondo del lavoro. I processi e le metodologie stanno evolvendo, le attività che un tempo sembravano fondamentali stanno diventando sempre più obsolete e di conseguenza stanno entrando in gioco nuovi ruoli e competenze atte a sostituirle. Il rischio per le aziende che non metteranno in atto un processo di trasformazione è quello di rimanere legate ad una visione superata e di perdere l’opportunità di innovare i propri processi e di conseguenza servizi e prodotti, rischiando di diventare meno competitive sul mercato e meno attrattive per le nuove professionalità. Quindi, per far fronte alle recenti sfide, le aziende necessitano di avere e trattenere al loro interno persone con le competenze necessarie per compiere il processo di trasformazione, motivo per il quale stanno attuando processi di reskilling del personale e di acquisizione di nuovi talenti. Ma per poter adempire alle proprie esigenze, le imprese devono tenere in considerazione e soddisfare le necessità della propria forza lavoro che è, al tempo stesso, soggetto e oggetto del cambiamento. Le persone presenti in azienda vogliono comprendere il business ed essere i motori attivi del cambiamento, acquisire nuove competenze e/o potenziare le proprie per affrontare al meglio le sfide e, allo stesso tempo, percepire equità e trasparenza dei processi aziendali. Dall'analisi è emerso, però, che l’attribuzione del termine “talento” non solo influenza negativamente il clima lavorativo, compromettendo l’equità percepita dalla forza lavoro nei confronti dei processi, ma pregiudica le prestazioni dei dipendenti: non solo di coloro ai quali viene attribuita l’etichetta, che finiscono con il soffrire d’ansia da prestazione, ma anche di coloro ai quali non viene data, che finiscono con il sentirsi demotivati. Tuttavia, durante la ricerca è affiorato uno strumento in grado di sfatare il mito del talento innato: la pratica intenzionale. La mentalità della pratica intenzionale offre uno scenario differente rispetto ad altri metodi, in quanto strumento comprovato per acquisire competenze e permettere a chiunque di migliorare le proprie prestazioni e diventare esperto nel proprio settore, dimostrandosi, di fatto, lo strumento potenzialmente adatto per rispondere alle necessità aziendali emerse. Questa tesi si propone di fornire una metodologia atta all'inserimento della pratica deliberata all'interno dell'ecosistema aziendale, grazie all'inserimento in quest'ultima di una figura professionale che possa assumere un ruolo di guida per l'applicazione e la diffusione di questo metodo.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/149352