In the territory of Stabia live numerous villas of imperial age which together with the urban layout of the ancient Stabiae were buried after the eruption of Vesuvius in 79 A.D. and then investigated and rediscovered from the Eighteenth Century. By an archaeological point of view, it is a unique site as it is the only place in the entire Mediterranean where a well - preserved group of elite maritime villae can be restored along with the urban context to which they were linked. This thesis work proposes a project for Villa Arianna, a villa rediscovered on the Varano, which together with Villa San Marco defines this site, now within the competence of the Archaeological Park of Pompeii. This delicate historical-landscape area, on the edge of the modern city of Castellammare, despite supported by a punctual and systematic plan of constraints to protect archaeological heritage has been literally the object of massive and disorganized building urbanization outside of any regulatory context giving rise to a rampant building abuse. This aspect justifies the need for new important excavations, consolidation work and the creation of an ambitious Archaeological Park. Archaeology can be, in fact, the key to the economic recovery, and cultural in a disadvantaged area: Stabiae is located just 4 km away from Pompeii, near by the local railway line, and with the help of suitable systems of connection, this place could be made convenient for at least a percentage of the 2.5 million guests, who come every year to Pompeii. Obviously, the Stabiae project goes beyond the narrow archaeological framework and involves urban planning, construction and management in the field of cultural values. In 2002, on the initiative of the University of Maryland, in the framework of a cooperation project in the field of cultural heritage, founded the Foundation Onlus Restoring Ancient Stabiae (RAS), to promote the creation of the great Archaeological Park of Ancient Stabiae, on the belief that the cultural heritage belongs to the whole world, and then offers the archaeology as an extraordinary opportunity to meet and exchange between different cultures. In his years of incessant activity, the Foundation has helped to initiate several projects of excavation through which has led to many international collaborations that have seen the rotation on the hill of Varano, among others, the scholars at Cornell University, Columbia University and, for the first time in Italy, a team of excavators and restorers of the Russian Museum Hermitage in Saint Petersburg. Academic programmes have also been developed for Italian and foreign primary and secondary schools, as well as universities; in situ teaching and an integrated cultural tourism plan throughout the Vesuvian territory. In this context, the thesis is developed in collaboration with a lot of projects that have worked in site, in consideration of a common theme on the exploitation of these archaeological areas, so you can see the Politecnico di Milano as one of the many universities and institutions at the international level have contributed to the research and promotion of this heritage of high historical and artistic value. In view of this, the first part of the project was constituted by an analysis aimed at the definition of what was called the Ager Stabianus, the urban system and infrastructure that defined this territory, which was followed by a more in-depth study on the villas that characterized, by combining and studying the most recent studies and the most recent discoveries in a single research work. For villa Arianna were then identified several aspects of the design have taken the form of 3 separate projects, focused on specific areas of interest, but bound, however, by a theme fund that focuses on “The entrance”, developed in various kinds of action: the first focused on a new system of lifts to the villa from under Varano, the second, instead, aims to the valorization of what was the old system of access, composed on the scheme, backyard - atrium - Tablinium, today it is decentralized with respect to what is today's entrance, which takes place from above the plateau, and on which the third project develops, which defines the topic of this thesis. The objective of the project is the redefinition: the current access to the archaeological site, the large green area attached and the existing covers that cover the arms of the large peristyle of the villa, placed precisely at the entrance and only partially excavated. This peculiarity has contributed to make this area particularly complex at the design level, as it is indefinite, and that has led to the study of interventions and structures that reason according to the mutability of the site.

Nel territorio di Stabia, insistono numerose ville di età imperiale che insieme all’impianto urbano dell’antica Stabiae vennero sepolte in seguito all’eruzione Pliniana del Vesuvio nel 79 d.C. e poi indagate e riscavate a partire dal Settecento. Dal punto di vista archeologico, si tratta di un sito unico in quanto è l’unico posto nell’intero Mediterraneo dove un gruppo ben conservato di villae marittime di élite, può essere ripristinato insieme al contesto urbano al quale erano legate. Questo lavoro di tesi propone, quindi, un progetto per Villa Arianna, una delle due grandi ville d’otium marittime riscavate sul pianoro del Varano, che insieme a Villa San Marco definisce questo sito, oggi di competenza del Parco Archeologico di Pompei. Questo delicato comprensorio storico-paesaggistico, a margine della moderna città di Castellammare, nonostante supportato da un puntuale e sistematico piano di vincoli a tutela dei beni archeologici è stato letteralmente oggetto di massiccia e disorganica urbanizzazione al di fuori di qualsiasi contesto normativo dando luogo ad un dilagante abusivismo edilizio. Quest’aspetto giustifica la necessità di nuovi importanti scavi, lavori di consolidamento e la creazione di un ambizioso parco archeologico. L’archeologia può essere, infatti, la chiave per il recupero economico e culturale di un’area svantaggiata: Stabiae si trova a soli 4 km da Pompei, in prossimità della linea ferroviaria locale, e con l’aiuto di opportuni sistemi di collegamento, questo posto potrebbe essere reso conveniente per almeno una percentuale dei 2,5 milioni di ospiti che arrivano ogni anno a Pompei. Ovviamente, il progetto relativo a Stabiae va oltre lo stretto quadro archeologico e coinvolge pianificazione urbana, costruzione e gestione nel campo dei valori culturali. Nel 2002, su iniziativa dell’Università del Maryland, nell’ambito di un progetto di cooperazione in materia di beni culturali, nasce la Fondazione Onlus Restoring Ancient Stabiae (RAS), per favorire la creazione del grande Parco Archeologico di Stabiae Antica, sulla convinzione che il patrimonio culturale appartenga al mondo intero, e offre quindi l’archeologia come straordinaria opportunità d’incontro e scambio tra diverse culture. Nei suoi anni di attività incessante, la Fondazione ha contribuito ad avviare numerosi progetti di scavo attraverso le quali sono nate numerose collaborazioni internazionali che hanno visto l’avvicendarsi sulla collina di Varano, tra gli altri, di studiosi della Cornell University, della Columbia University e, prima volta in Italia, un team di scavatori e di restauratori russi, dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. In questo contesto, la tesi si è sviluppata in collaborazione con altrettanti progetti che hanno operato all’interno dei siti Stabiani , in considerazione di un comune tema sulla valorizzazione di queste aree archeologiche, così da poter vedere anche il Politecnico di Milano come una delle tante università e istituzioni che a livello internazionale hanno contribuito alla ricerca e alla promozione di questo patrimonio di alto valore storico e artistico. In funzione di ciò, la prima parte del progetto è stata costituita da un’analisi mirata alla definizione di quello che era il cosiddetto Ager Stabianus, ossia il sistema urbanistico e infrastrutturale che definiva questo territorio, al quale è seguito un più approfondito studio sulle ville che lo caratterizzavano, unendo e studiando i più recenti studi e le più recenti scoperte in unico lavoro di ricerca. Per villa Arianna ,parte fondamentale è stato poi ,il ridisegno e l’analisi dello stato di fatto dato dall’unione di più rilievi avvenuti nel corso del tempo (dai rilievi del ‘700, agli elaborati effettuati dall’arch. Balasco tra il 2004 e il 2007,fino ai ridisegni dell’università del Maryland nel 2011) al quale è seguita una dettagliata ricostruzione 3D e una mappatura del degrado, fondamentali per lo sviluppo del progetto. Sono stati, quindi ,individuati molteplici aspetti progettuali che si sono poi concretizzati in 3 progetti distinti, concentrati in specifiche aree di interesse, ma legati comunque da un tema di fondo che ragiona su “L’ingresso”, declinato poi in vari tipi di intervento: il primo concentrato su un nuovo sistema di risalita alla villa da sotto il pianoro del Varano; il secondo che invece si pone a valorizzazione di quello che era l’antico sistema d’accesso, composto sullo schema cortile-atrio-Tablinium; e il terzo riguardante l’ingresso odierno (che avviene da sopra il pianoro),e la sua relazione col grande peristilio, sul quale si sviluppa il terzo approfondimento progettuale, che definisce l’argomento di questa tesi. Gli obbiettivi che quindi si pone il progetto è la ridefinizione dell’attuale accesso al sito archeologico e della grande area verde annessa, tramite il disegno di un opportuno edificio ospitante i servizi che uno scavo archeologico necessita, al quale segue lo sviluppo di una nuova copertura per gli ambienti del peristilio (posto,appunto, in prossimità dell’ingresso),che si presenta oggi scavato solo in maniera parziale. Caratteristica,questa, che ha contribuito a rendere quest’area particolarmente complessa a livello progettuale, in quanto indefinita, e che ha portato allo studio di interventi e strutture che ragionano in funzione della mutabilità del sito.

Aree archeologiche e progetto di Architettura.Stabia, Villa Arianna: il nuovo ingresso e la copertura del Peristilio

CROCE, FLAVIO;PEREGO, GIULIA
2018/2019

Abstract

In the territory of Stabia live numerous villas of imperial age which together with the urban layout of the ancient Stabiae were buried after the eruption of Vesuvius in 79 A.D. and then investigated and rediscovered from the Eighteenth Century. By an archaeological point of view, it is a unique site as it is the only place in the entire Mediterranean where a well - preserved group of elite maritime villae can be restored along with the urban context to which they were linked. This thesis work proposes a project for Villa Arianna, a villa rediscovered on the Varano, which together with Villa San Marco defines this site, now within the competence of the Archaeological Park of Pompeii. This delicate historical-landscape area, on the edge of the modern city of Castellammare, despite supported by a punctual and systematic plan of constraints to protect archaeological heritage has been literally the object of massive and disorganized building urbanization outside of any regulatory context giving rise to a rampant building abuse. This aspect justifies the need for new important excavations, consolidation work and the creation of an ambitious Archaeological Park. Archaeology can be, in fact, the key to the economic recovery, and cultural in a disadvantaged area: Stabiae is located just 4 km away from Pompeii, near by the local railway line, and with the help of suitable systems of connection, this place could be made convenient for at least a percentage of the 2.5 million guests, who come every year to Pompeii. Obviously, the Stabiae project goes beyond the narrow archaeological framework and involves urban planning, construction and management in the field of cultural values. In 2002, on the initiative of the University of Maryland, in the framework of a cooperation project in the field of cultural heritage, founded the Foundation Onlus Restoring Ancient Stabiae (RAS), to promote the creation of the great Archaeological Park of Ancient Stabiae, on the belief that the cultural heritage belongs to the whole world, and then offers the archaeology as an extraordinary opportunity to meet and exchange between different cultures. In his years of incessant activity, the Foundation has helped to initiate several projects of excavation through which has led to many international collaborations that have seen the rotation on the hill of Varano, among others, the scholars at Cornell University, Columbia University and, for the first time in Italy, a team of excavators and restorers of the Russian Museum Hermitage in Saint Petersburg. Academic programmes have also been developed for Italian and foreign primary and secondary schools, as well as universities; in situ teaching and an integrated cultural tourism plan throughout the Vesuvian territory. In this context, the thesis is developed in collaboration with a lot of projects that have worked in site, in consideration of a common theme on the exploitation of these archaeological areas, so you can see the Politecnico di Milano as one of the many universities and institutions at the international level have contributed to the research and promotion of this heritage of high historical and artistic value. In view of this, the first part of the project was constituted by an analysis aimed at the definition of what was called the Ager Stabianus, the urban system and infrastructure that defined this territory, which was followed by a more in-depth study on the villas that characterized, by combining and studying the most recent studies and the most recent discoveries in a single research work. For villa Arianna were then identified several aspects of the design have taken the form of 3 separate projects, focused on specific areas of interest, but bound, however, by a theme fund that focuses on “The entrance”, developed in various kinds of action: the first focused on a new system of lifts to the villa from under Varano, the second, instead, aims to the valorization of what was the old system of access, composed on the scheme, backyard - atrium - Tablinium, today it is decentralized with respect to what is today's entrance, which takes place from above the plateau, and on which the third project develops, which defines the topic of this thesis. The objective of the project is the redefinition: the current access to the archaeological site, the large green area attached and the existing covers that cover the arms of the large peristyle of the villa, placed precisely at the entrance and only partially excavated. This peculiarity has contributed to make this area particularly complex at the design level, as it is indefinite, and that has led to the study of interventions and structures that reason according to the mutability of the site.
GIAMBRUNO, MARIA CRISTINA
PAGANIN, GIANCARLO
PALMA, DANIELE
PETRINI, LORENZA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
29-apr-2020
2018/2019
Nel territorio di Stabia, insistono numerose ville di età imperiale che insieme all’impianto urbano dell’antica Stabiae vennero sepolte in seguito all’eruzione Pliniana del Vesuvio nel 79 d.C. e poi indagate e riscavate a partire dal Settecento. Dal punto di vista archeologico, si tratta di un sito unico in quanto è l’unico posto nell’intero Mediterraneo dove un gruppo ben conservato di villae marittime di élite, può essere ripristinato insieme al contesto urbano al quale erano legate. Questo lavoro di tesi propone, quindi, un progetto per Villa Arianna, una delle due grandi ville d’otium marittime riscavate sul pianoro del Varano, che insieme a Villa San Marco definisce questo sito, oggi di competenza del Parco Archeologico di Pompei. Questo delicato comprensorio storico-paesaggistico, a margine della moderna città di Castellammare, nonostante supportato da un puntuale e sistematico piano di vincoli a tutela dei beni archeologici è stato letteralmente oggetto di massiccia e disorganica urbanizzazione al di fuori di qualsiasi contesto normativo dando luogo ad un dilagante abusivismo edilizio. Quest’aspetto giustifica la necessità di nuovi importanti scavi, lavori di consolidamento e la creazione di un ambizioso parco archeologico. L’archeologia può essere, infatti, la chiave per il recupero economico e culturale di un’area svantaggiata: Stabiae si trova a soli 4 km da Pompei, in prossimità della linea ferroviaria locale, e con l’aiuto di opportuni sistemi di collegamento, questo posto potrebbe essere reso conveniente per almeno una percentuale dei 2,5 milioni di ospiti che arrivano ogni anno a Pompei. Ovviamente, il progetto relativo a Stabiae va oltre lo stretto quadro archeologico e coinvolge pianificazione urbana, costruzione e gestione nel campo dei valori culturali. Nel 2002, su iniziativa dell’Università del Maryland, nell’ambito di un progetto di cooperazione in materia di beni culturali, nasce la Fondazione Onlus Restoring Ancient Stabiae (RAS), per favorire la creazione del grande Parco Archeologico di Stabiae Antica, sulla convinzione che il patrimonio culturale appartenga al mondo intero, e offre quindi l’archeologia come straordinaria opportunità d’incontro e scambio tra diverse culture. Nei suoi anni di attività incessante, la Fondazione ha contribuito ad avviare numerosi progetti di scavo attraverso le quali sono nate numerose collaborazioni internazionali che hanno visto l’avvicendarsi sulla collina di Varano, tra gli altri, di studiosi della Cornell University, della Columbia University e, prima volta in Italia, un team di scavatori e di restauratori russi, dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. In questo contesto, la tesi si è sviluppata in collaborazione con altrettanti progetti che hanno operato all’interno dei siti Stabiani , in considerazione di un comune tema sulla valorizzazione di queste aree archeologiche, così da poter vedere anche il Politecnico di Milano come una delle tante università e istituzioni che a livello internazionale hanno contribuito alla ricerca e alla promozione di questo patrimonio di alto valore storico e artistico. In funzione di ciò, la prima parte del progetto è stata costituita da un’analisi mirata alla definizione di quello che era il cosiddetto Ager Stabianus, ossia il sistema urbanistico e infrastrutturale che definiva questo territorio, al quale è seguito un più approfondito studio sulle ville che lo caratterizzavano, unendo e studiando i più recenti studi e le più recenti scoperte in unico lavoro di ricerca. Per villa Arianna ,parte fondamentale è stato poi ,il ridisegno e l’analisi dello stato di fatto dato dall’unione di più rilievi avvenuti nel corso del tempo (dai rilievi del ‘700, agli elaborati effettuati dall’arch. Balasco tra il 2004 e il 2007,fino ai ridisegni dell’università del Maryland nel 2011) al quale è seguita una dettagliata ricostruzione 3D e una mappatura del degrado, fondamentali per lo sviluppo del progetto. Sono stati, quindi ,individuati molteplici aspetti progettuali che si sono poi concretizzati in 3 progetti distinti, concentrati in specifiche aree di interesse, ma legati comunque da un tema di fondo che ragiona su “L’ingresso”, declinato poi in vari tipi di intervento: il primo concentrato su un nuovo sistema di risalita alla villa da sotto il pianoro del Varano; il secondo che invece si pone a valorizzazione di quello che era l’antico sistema d’accesso, composto sullo schema cortile-atrio-Tablinium; e il terzo riguardante l’ingresso odierno (che avviene da sopra il pianoro),e la sua relazione col grande peristilio, sul quale si sviluppa il terzo approfondimento progettuale, che definisce l’argomento di questa tesi. Gli obbiettivi che quindi si pone il progetto è la ridefinizione dell’attuale accesso al sito archeologico e della grande area verde annessa, tramite il disegno di un opportuno edificio ospitante i servizi che uno scavo archeologico necessita, al quale segue lo sviluppo di una nuova copertura per gli ambienti del peristilio (posto,appunto, in prossimità dell’ingresso),che si presenta oggi scavato solo in maniera parziale. Caratteristica,questa, che ha contribuito a rendere quest’area particolarmente complessa a livello progettuale, in quanto indefinita, e che ha portato allo studio di interventi e strutture che ragionano in funzione della mutabilità del sito.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/165596