Tesi progettuale di riqualificazione socio ambientale e spaziale di un luogo di lavoro

Observing the evolution of the world of work, there is a persistent search for well-being on several levels, with the idea that if the worker feels comfortable in the place where he or she works, he will tend to give back more. This thought seems more aimed at profit, than at actual human interest. What happens instead in reality like that of Re Tech Life Onlus, a company that bases its principles on social and environmental recovery? As much is committed daily to carrying out the project of social and work reintegration of disadvantaged personnel, as it seems not to realize the impact that an inadequate space can have on the perception of oneself and of the other. The project presented here aims to re-evaluate the work space not only as a place of passage, but as a belonging to a real community, in such a way as to encourage more flows from the outside, to ensure that people involved have real contacts with the surrounding reality and not only within the company - prison / community boundary. Opening to the outside must become a fundamental point to break down the physical and psychological barriers that keep employees confined to reiterating mental conditions. An optimization of spaces and flows, with the inclusion of new job opportunities and with particular attention also to the needs relaxation and interaction between employees, want to be placed in a context in which there is total permeability between indoor and outdoor , light and natural materials, encouraging the perceptual development of the senses in a totally positive and augmentative direction.

Osservando l’evoluzione del mondo del lavoro, si nota una persistente ricerca di benessere a più livelli, con l’idea che se il lavoratore si troverà bene nel luogo in cui svolge la sua professione, tenderà a rendere di più. Questo pensiero sembra più rivolto al profitto, che all’effettivo interessamento a livello umano. Cosa succede invece in realtà come quella della Re Tech Life Onlus, azienda che fonda i suoi principi sul recupero sociale e ambientale? Tanto si impegna quotidianamente a portare avanti il progetto di reinserimento sociale e lavorativo di personale svantaggiato, quanto sembra non rendersi conto dell’impatto che un inadeguato spazio possa avere sulla percezione di sé e dell’altro. Il progetto qui presentato si pone come obiettivo quello di rivalutare lo spazio di lavoro non solo come luogo di passaggio, ma come di appartenenza a una vera e propria comunità, in modo tale da incentivare maggiormente flussi dall’esterno, per far sì che le persone coinvolte abbiano veri contatti con la realtà circonstante e non solo all’interno del confine azienda – carcere/comunità. L’apertura verso l’esterno deve diventare punto fondamentale per sgretolare le barriere fisiche e psicologiche che tengono confinati i dipendenti in condizioni mentali reiteranti. Un’ottimizzazione degli spazi e dei flussi, con l’inserimento di nuove opportunità lavorative e con un’attenzione particolare anche ai bisogni di svago, relax e interazione tra dipendenti, vogliono essere inseriti in un contesto in cui ci sia totale permeabilità tra interno esterno, luce e materiali naturali, incentivando lo sviluppo percettivo dei sensi in una direzione del tutto positiva e accrescitiva.