This research focuses on the experience of parties and festal conditions. Throughout human history, celebrations have been a constant, but their manifestation has been evolving since the beginning. There are some elements that man has developed to ensure relevant experiences within festivals, but the most important ones remains impossible to be designed. Nevertheless, the investigation on the topic of party shows the principal aspects of night life for a better understanding of the state of the art of the Party. The first chapter unveils the psychological need for celebration that builds in young generation a sort of religion around partying and its related culture. The second chapter focuses on the “Night Primes”, those objects that have crystalized some moments of Club history and that have now become icons. The first is the mirrorball, defined as a postmodern party icon, since its effect is to fragment, and so democratize, light covering the club whole volume, indeed it represents the non-hierarchical condition of firsts discotheques. The second one is the strobe light, which by altering the perception of time provokes hallucinations that were the center of psychedelic parties of the 70s onwards. The third is the sound system, that reduces the whole party experience to immersive but extreme music and also reflects the condition of nomadism and social discrimination. Documented visually with the contribution of photographers’ works and quoting interviews from people relevant to this chapter the investigation continues towards the present condition. The third chapter is about virtuality in the festival experience and it starts analyzing the roots of projections during parties and arrives to the integration of parties on virtual platforms, such as websites and video-games. Some case studies in the end show how all the three parts of the research are linked together and info graphs maps the evolution of festal events in relation to music genres, lamps and organizational elements.

La Festa è un tipo di esperienza che accompagna l’essere umano nel corso della civiltà, scandendone il tempo tanto da avere come primo significato quello antitetico all’ordinario-lavorativo. Nella festa si riuniscono necessità che accomunano gli uomini al di fuori dalle loro costruzioni sociali, definite come inoperose-festive. Esse si sono manifestate già nelle usanze tribali e poi nei rituali greci dionisiaci attraverso la sospensione dell’ordinario per mezzo dell’ebbrezza e dell’intensificazione della percezione. Dalle pratiche edonistiche antiche a quelle moderne tali necessità dello spirito umano sono rimaste invariate, ma la loro manifestazione è stata in continuo divenire: proprio per non scadere nell’ordinario la festa deve continuare ad evolversi, mai essere uguale a se stessa, affinché siano garantiti i principi di spontaneità ed il carattere speciale che ne stanno alla base. Per assicurare tali caratteristiche la progettazione di queste esperienze è risultata determinante per il loro successo, tant’è che in epoca moderna si è cercato di contenerle e di crearne una dimensione parallela a quella del sempre più importante Lavoro. Così nasce negli anni ’60 la discoteca come tempio della vita notturna e da allora ad oggi si sono susseguiti eventi festivi inscindibili da tendenze musicali e tecnologiche. La volontà del Design e dell’architettura di indirizzare le esperienze in tali eventi si è cristallizzata in degli artefatti diventati icone del loro tempo: in ordine cronologico la mirrorball, la luce stroboscopica, il soundsystem sono forse gli oggetti del design (tutti non autoriali) che più hanno espresso le potenzialità di particolari eventi di autentica festosità. La palla a specchi rappresenta in sé un nuovo momento, quello postmoderno, in cui la luce si democratizza dividendosi in molteplici riflessi, senza una gerarchia, rispecchiando così lo spazioideale da cui si materializza la prima discoteca. La luce stroboscopica nasce per applicazioni tecniche, ma poi viene utilizzata per provocare allucinazioni che portino a nuove esperienze al fulcro delle feste degli anni ’70. Il soundsystem è il monumento del rave party, formato da casse acustiche accumulate e spesso costruite da tribes diverse e poi unite per dar vita a feste in luoghi abbandonati. Tuttavia dal 2000 in poi la Festa si è frammentata in numerose entità di sempre minore importanza, e non ha avuto altro spazio di espansione se non quello virtuale. La realtà fisica e la virtualità anche nell’esperienza festiva hanno avuto un confine sempre più sfocato nella sfera della progettazione, ma non nell’essenza dell’esperienza in sé.Proprio in risposta, anzi,all’ibridazione con la sfera digitale alimentata dalla condizione pandemica partita nel 2020, le generazioni di progettisti e fruitori che hanno vissuto ed ereditato la festa “analogica” possono oggi darsi il compito di tramandare questa eredità. Nel tentativo di conciliare lontananza fisica e festività virtuale, durante tale periodo la festa non si è spenta, ma è rimasta nascosta e tacita, ed è auspicabile e prevedibile che torni ad attivarsi prima possibile e nel modo più giusto. Con la seguente ricerca si dà quindi una testimonianza di quei festeggiamenti che si sono affermati nel corso della seconda metà del Novecento ad oggi, a cui l’Architettura e il Design si sono occupati di dar fisionomia, seppur spesso in maniera anonima. Sono stati perciò studiati alcuni oggetti che hanno la caratteristica di generare uno spazio festivo intorno a loro. Oltre ad una bibliografia studiata sono state svolte interviste per ciascuna delle unità di ricerca, per mettere a confronto l’esperienza passata con quella contemporanea, creando un dialogo tra presente e passato, pensando a un futuro rigenerato nella Festa.

Night primes. Feste che sono esistite e che resistono ancora

LORA, PIETRO
2019/2020

Abstract

This research focuses on the experience of parties and festal conditions. Throughout human history, celebrations have been a constant, but their manifestation has been evolving since the beginning. There are some elements that man has developed to ensure relevant experiences within festivals, but the most important ones remains impossible to be designed. Nevertheless, the investigation on the topic of party shows the principal aspects of night life for a better understanding of the state of the art of the Party. The first chapter unveils the psychological need for celebration that builds in young generation a sort of religion around partying and its related culture. The second chapter focuses on the “Night Primes”, those objects that have crystalized some moments of Club history and that have now become icons. The first is the mirrorball, defined as a postmodern party icon, since its effect is to fragment, and so democratize, light covering the club whole volume, indeed it represents the non-hierarchical condition of firsts discotheques. The second one is the strobe light, which by altering the perception of time provokes hallucinations that were the center of psychedelic parties of the 70s onwards. The third is the sound system, that reduces the whole party experience to immersive but extreme music and also reflects the condition of nomadism and social discrimination. Documented visually with the contribution of photographers’ works and quoting interviews from people relevant to this chapter the investigation continues towards the present condition. The third chapter is about virtuality in the festival experience and it starts analyzing the roots of projections during parties and arrives to the integration of parties on virtual platforms, such as websites and video-games. Some case studies in the end show how all the three parts of the research are linked together and info graphs maps the evolution of festal events in relation to music genres, lamps and organizational elements.
COLOMBO, STEFANO
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2021
2019/2020
La Festa è un tipo di esperienza che accompagna l’essere umano nel corso della civiltà, scandendone il tempo tanto da avere come primo significato quello antitetico all’ordinario-lavorativo. Nella festa si riuniscono necessità che accomunano gli uomini al di fuori dalle loro costruzioni sociali, definite come inoperose-festive. Esse si sono manifestate già nelle usanze tribali e poi nei rituali greci dionisiaci attraverso la sospensione dell’ordinario per mezzo dell’ebbrezza e dell’intensificazione della percezione. Dalle pratiche edonistiche antiche a quelle moderne tali necessità dello spirito umano sono rimaste invariate, ma la loro manifestazione è stata in continuo divenire: proprio per non scadere nell’ordinario la festa deve continuare ad evolversi, mai essere uguale a se stessa, affinché siano garantiti i principi di spontaneità ed il carattere speciale che ne stanno alla base. Per assicurare tali caratteristiche la progettazione di queste esperienze è risultata determinante per il loro successo, tant’è che in epoca moderna si è cercato di contenerle e di crearne una dimensione parallela a quella del sempre più importante Lavoro. Così nasce negli anni ’60 la discoteca come tempio della vita notturna e da allora ad oggi si sono susseguiti eventi festivi inscindibili da tendenze musicali e tecnologiche. La volontà del Design e dell’architettura di indirizzare le esperienze in tali eventi si è cristallizzata in degli artefatti diventati icone del loro tempo: in ordine cronologico la mirrorball, la luce stroboscopica, il soundsystem sono forse gli oggetti del design (tutti non autoriali) che più hanno espresso le potenzialità di particolari eventi di autentica festosità. La palla a specchi rappresenta in sé un nuovo momento, quello postmoderno, in cui la luce si democratizza dividendosi in molteplici riflessi, senza una gerarchia, rispecchiando così lo spazioideale da cui si materializza la prima discoteca. La luce stroboscopica nasce per applicazioni tecniche, ma poi viene utilizzata per provocare allucinazioni che portino a nuove esperienze al fulcro delle feste degli anni ’70. Il soundsystem è il monumento del rave party, formato da casse acustiche accumulate e spesso costruite da tribes diverse e poi unite per dar vita a feste in luoghi abbandonati. Tuttavia dal 2000 in poi la Festa si è frammentata in numerose entità di sempre minore importanza, e non ha avuto altro spazio di espansione se non quello virtuale. La realtà fisica e la virtualità anche nell’esperienza festiva hanno avuto un confine sempre più sfocato nella sfera della progettazione, ma non nell’essenza dell’esperienza in sé.Proprio in risposta, anzi,all’ibridazione con la sfera digitale alimentata dalla condizione pandemica partita nel 2020, le generazioni di progettisti e fruitori che hanno vissuto ed ereditato la festa “analogica” possono oggi darsi il compito di tramandare questa eredità. Nel tentativo di conciliare lontananza fisica e festività virtuale, durante tale periodo la festa non si è spenta, ma è rimasta nascosta e tacita, ed è auspicabile e prevedibile che torni ad attivarsi prima possibile e nel modo più giusto. Con la seguente ricerca si dà quindi una testimonianza di quei festeggiamenti che si sono affermati nel corso della seconda metà del Novecento ad oggi, a cui l’Architettura e il Design si sono occupati di dar fisionomia, seppur spesso in maniera anonima. Sono stati perciò studiati alcuni oggetti che hanno la caratteristica di generare uno spazio festivo intorno a loro. Oltre ad una bibliografia studiata sono state svolte interviste per ciascuna delle unità di ricerca, per mettere a confronto l’esperienza passata con quella contemporanea, creando un dialogo tra presente e passato, pensando a un futuro rigenerato nella Festa.
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