Structure of landscape

The aim of the thesis is to rethink the architectural typology of the skyscraper through a post-human approach, disconnecting from the anthropocentric conception of architecture. The dimensional standards based on man, which characterize the traditional architectural logics, are abandoned in favor of the natural element, to which is given the role of unit of measurement. This makes it an inhabitant and absolute protagonist of the design. In this work, a model that overturns the perception of the natural element is proposed, redefining the hierarchies and the relationship between nature and artifice, between inhabited space and green space. The project creates new vertical landscapes made out the use of complementary natures: urban and landscape, earth and sky, knowledge and innovation, that create a cutting-edge platform to live together with the natural element. The tower typology is transformed into a new infrastructure where nature invades and dominates the architecture, transforming it into a wild urban environment. An extremely controlled and artificial building, natural, yet fragile, but also unpredictable. The scheme studied presents a framework on the facade that solves the main structure, supports different programs and allows the creation of a variety of internal architectures according to the needs, always allowing an appropriate continuity or independence between them. The typical central core of the skyscraper where serving spaces are located, is now exploded towards the external envelope, freeing up the central space to distribute the new functions in a fluid and dynamic way. The result is a completely open and free served space. The tower is part of the landscape masterplan and infrastructural systems of the “Porta Nuova” area of Milan, it allows smooth transitions between the context and the internal activity and causes enriching synergies. The result of si not just a building for nature but an autonomous architecture. A new functional and programmatic work, that breaks the principle of urbanization and works as an autonomous architecture together with the nature.

Obiettivo della tesi è ripensare la tipologia architettonica del grattacielo attraverso un approccio post-umano, slegandosi dalla concezione antropocentrica dell’architettura. Gli standard dimensionali basati sull’uomo, che caratterizzano le logiche architettoniche tradizionali, vengono abbandonati a favore dell’elemento naturale, al quale viene attribuito il ruolo di unità di misura. Essa diventa abitante e protagonista assoluto delle progettazione. In questo lavoro viene proposto un modello che ribalta la percezione dell’elemento naturale, ridefinendo le gerarchie ed il rapporto tra natura ed artificio, tra spazio abitato e spazio verde. Il progetto propone nuovi paesaggi verticali realizzati grazie all’utilizzo di nature complementari: urbano e paesaggio, terra e cielo, conoscenza e innovazione, costruiscono una piattaforma all'avanguardia per convivere con l’elemento naturale. La tipologia a torre in questo caso si trasforma in una nuova infrastruttura dove la natura invade e domina l’architettura, trasformandola in un ambiente urbano selvaggio. Un edificio estremamente controllato e artificiale, e allo stesso tempo fragile, naturale e imprevedibile. Il modello studiato presenta un framework in facciata che risolve la struttura principale, supportando programmi differenti e permettendo di realizzare una varietà di architetture interne a seconda delle esigenze, consentendo un opportuna continuità o indipendenza tra loro. Il tipico nucleo centrale del grattacielo in cui vengono localizzati gli spazi serventi viene esploso verso l’involucro esterno, liberando lo spazio centrale per distribuire in maniera fluida e dinamica le nuovi funzioni. Ciò che ne deriva è uno spazio servito completamente aperto e libero. La torre si inserisce all'interno del masterplan paesaggistico e dei sistemi infrastrutturali nell’area Porta Nuova di Milano, consentendo transizioni fluide tra il contesto e l'attività interna, provocando sinergie arricchenti. Il risultato di tutto ciò non è soltanto un edificio per la natura ma un Architettura autonoma. Una nuova opera programmatica funzionale, che rompe il principio di urbanizzazione e lavora come architettura autonoma in rapporto con la natura.